BirdmenPentedattilo film Festival

#PFF17 • 8 minutes

Per quest’edizione, Birdmen è media-partner del Pentedattilo film Festival, il festival internazionale di cortometraggi che si svolge a Pentedattilo (Reggio Calabria) dal 7 all’11 dicembre. Ecco le nostre recensioni in anteprima. La Redazione, inoltre, assegnerà il Premio speciale Birdmen al miglior cortometraggio d’animazione e al miglior cortometraggio live action.

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8 minuti e 33 secondi, è questo il tempo che separa la Terra dall’oscurità eterna, il tempo impiegato dai raggi solari a raggiungere la superficie del nostro pianeta: se il Sole dovesse spegnersi, come impieghereste quei pochi giri di orologio?

Il duo di registi georgiani composto da George Gogichaishvili e David Abramishvili propone una visione intelligente e insolita su un filone – quello della fantascienza catastrofica – che negli ultimi anni ci ha abituato a grandi cliché e poca fantasia (da The day after tomorrow a 2012, poco è cambiato). Una fotografia di ottima fattura e un comparto sonoro credibile, supportano egregiamente una sceneggiatura – scritta dallo stesso Gogichaishvili assieme a Zaza Koshkadze e Mari Beqauri – che da subito ci immette in un mondo, (tristemente) possibile, in preda all’isteria collettiva e alla corsa per le provviste. Nel buio iniziale, sono le voci dei cronisti ad annunciare l’imminente catastrofe, e sarà poi la televisione a scandire i secondi che separano la terra dal buio assoluto: il sole si è spento.

Un uomo di mezza età, apparentemente invecchiato più del dovuto a causa di una vita che intuiamo governata dall’apatia, decide di telefonare al figlio, che intuiamo essere lontano mente e corpo dal padre, per sentirlo un’ultima volta. Il figlio, totalmente ignaro della grave situazione, si trova, infatti, dall’altra parte del mondo, dove è notte e splende la luna piena. La situazione si evolverà in un colpo di teatro finale che lascia davvero pochi dubbi sulla buona qualità della scrittura e della regia, nonché sulla capacità recitativa di Slava Natenadze, che eclissa, letteralmente, gli altri membri del cast, riuscendo a dare profondità a un personaggio che è sullo schermo per pochissimi minuti.

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C’è però qualche pecca di troppo sul piano delle scenografie, perché la differenza qualitativa tra l’interno, dimora del vecchio padre, e l’esterno, un accampamento tra le nevi in cui figlio e fidanzata stanno conducendo ricerche non specificate, è enorme. Gli interni curatissimi stonano con un’ambientazione “artica” che non sa trasmettere la sensazione di freddo pungente prevedibile a certe latitudini. Più che il Polo, sembra una tranquilla pista da sci. Molto più viva, colorata e vera è invece la casa che ci è svelata in apertura, dimora di numerose comparse che rendono più credibile questo confusionario contesto apocalittico.

8 minutes è sicuramente uno dei migliori live action in concorso all’Undicesimo Pentedattilo Film Festival e sorprende grazie a un gran finale con cui il protagonista riuscirà a stupire non solo il figlio indifferente, ma anche noi, che tra 8 minuti e 33 secondi, fortunatamente, troveremo il Sole ancora al proprio posto, come per magia.

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#PFF17

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