BirdmenPentedattilo film Festival

#PFF17 • The peculiar abilities of Mr Mahler

Per quest’edizione, Birdmen è media-partner del Pentedattilo Film Festival, il festival internazionale di cortometraggi che si svolge a Pentedattilo (Reggio Calabria) dal 7 all’11 dicembre. Ecco le nostre recensioni in anteprima. La Redazione, inoltre assegnerà il Premio speciale Birdmen al miglior cortometraggio d’animazione e al miglior cortometraggio live action.

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Il signor Mahler, misterioso individuo chiamato a far luce sulla scomparsa di un bambino nella Germania dell’Est, sembra possedere doti che sfuggono la comprensione umana. D’altronde, ci sono cose nella vita che sfuggono a un’interpretazione razionale, come il caso di quel cavallo che riusciva sempre a indicare la soluzione corretta di qualunque quesito matematico. Oppure, al contrario, ogni cosa ha una spiegazione, per quanto essa si annidi in particolari apparentemente insignificanti; il che farebbe di Mahler nient’altro che un ottimo osservatore. Ma forse esiste una terza e più inquietante verità che non esclude del tutto le altre, una verità per cui ogni conseguenza è già stata determinata, quando osservare significa in realtà sorvegliare.

Mahler_Still02The peculiar abilities of Mr Mahler, esordio del tedesco Paul Philipp, comincia così come un giallo dalle suggestioni paranormali, vira nei territori della detection più classica, per sfociare infine nel dramma a sfondo politico, mentre lo spettatore viene depistato a ogni svolta, nel rispetto di quelle coordinate di genere che il regista dimostra di sapere bene gestire, e adattando una materia narrativa basata su twist e una evoluzione che tendenzialmente richiederebbe uno sviluppo più dilatato ai limiti temporali imposti dalla formula del cortometraggio.

Mahler_Still07Sfida non certo facile, sostenuta da una sceneggiatura capace di condensare in pochi minuti il consumarsi di un dramma familiare e sociale, intimo e collettivo allo stesso tempo, partendo da uno sguardo gettato sull’angoscioso privato di una famiglia disperata per la sparizione del figlio, per traghettare infine la storia in un contesto più ampio, quello dei soprusi esercitati dal governo della Germania socialista nei confronti delle famiglie di dissidenti e di chi a quelle famiglie è stato strappato. Film sulle macchinazioni del potere, concepito come un meccanismo i cui pezzi vanno pazientemente montati l’uno all’altro per contemplarne, solo alla fine, il (troppo) perfetto e perverso funzionamento, le cui fila sono rette dal misterioso Mahler (un ottimo André Hennicke), figura tra il mefistofelico – il suo scopo è d’altronde quello di far firmare ai due coniugi il certificato di morte del figlio, sorta di patto siglato col diavolo – e un ambiguo e distorto idealismo. Ed è soprattutto grazie al personaggio principale e alle sue diaboliche, ma intrinsecamente inattaccabili, accuse che la questione morale sulle responsabilità di genitori e adulti nei confronti di chi non ha avuto modo di scegliere come vivere la propria vita, non viene risolta troppo sbrigativamente, lasciando sedimentarie piuttosto tali quesiti nel dipanarsi di una storia imperniata intorno a un vuoto incolmabile.

Mahler_Still05Philipp opta per una regia formalmente elegante e misurata, dal linguaggio classico e dal taglio “americano”, mentre la fotografia plumbea restituisce il grigiore di una vita – come tante altre – oppressa fin nelle proprie mura domestiche dall’ingerenza dei potenti. Peccato per il banale e scialbo commento musicale che appiattisce un prodotto sicuramente di buona fattura.

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#PFF17

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