Attualità

“Per chi vede la coda e non il mostro”

Belluca fu ritenuto pazzo. Nessuno si sarebbe mai aspettato che un ordinario contabile, che per ben dieci anni della sua vita si è presentato a lavoro in maniera diligente, sempre taciturno e spesso sottomesso, un giorno si presenti nel suo ufficio in ritardo, apparentemente distratto, svolgendo le sue mansioni in maniera svogliata. E quando il capo ufficio che lo ha sempre canzonato e sfruttato finalmente ha un buon motivo per riprenderlo, Belluca contro ogni previsione si ribella. A gran voce risponde al capo raccontandogli di un treno che ha fischiato.
Un treno che lo ha condotto in meravigliosi posti, dalle sabbie del Sahara all’Aurora boreale, dalle meravigliose capitali del mondo fino agli immensi oceani.
Per questo l’insolito viaggiatore viene ritenuto pazzo e mandato in un manicomio. Nessuno sa spiegarsi il motivo di ciò, nessuno tranne il suo vicino che al contrario trova comprensibile come un uomo con grosse difficoltà familiari e un lavoro che lo sminuisce, cerchi d’evadere dalla sua stessa vita. Il vicino è convinto che gli uomini giudichino così la realtà, per quello che vedono, senza conoscere realmente quello che criticano.
“Chi veda soltanto una coda, facendo astrazione dal mostro a cui essa appartiene, potrà stimarla per se stessa mostruosa. Bisognerà riattaccarla al mostro; e allora non sembrerà più tale; ma quale dev’essere, appartenendo a quel mostro.” (Pirandello – “Il treno ha fischiato”)

Negli ultimi tre anni miriadi di uomini, donne e bambini fuggono dai rispettivi Stati di provenienza, spesso devastati dalla guerra e dalla barbarie, con la speranza di poter ricostruire la propria vita in una nuova terra promessa.
L’Italia risulta essere al terzo posto in Europa, tra le mete più ambite da clandestini e profughi di guerra.
Essi provengono da Siria, Libia, Ucraina, Iraq, Algeria e da altri paesi; s’imbarcano su decrepite imbarcazione condotte da mercanti d’uomini e disperatamente sperano di sbarcare in un “posto migliore”.
Purtroppo a volte questi viaggi verso la vita si tramutano in viaggi verso la morte. Basta ricordare la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013, in cui persero la vita 366 clandestini.
In Italia, i partiti politici affrontano questo disagio con proposte differenti e a volte contradittorie. Alcune delle più discusse sono quelle del leader del PD Matteo Renzi, il quale rivolge un appello di solidarietà affinché l’Europa attui un’unica politica d’asilo. Matteo Salvini, leader della Lega Nord, invece propone d’impedire che gli immigrati sbarchino sul suolo italiano a meno che non siano effettivamente fuggitivi di guerra; in caso contrario dovrebbe essere previsto il rimpatrio. Infine, Papa Bergoglio afferma che «respingere gli immigrati è un atto di guerra» , sottolineando la poca umanità delle politiche di espulsione degli immigrati e rivendica ideali di uguaglianza e carità.

Purtroppo al momento non esistono soluzioni efficaci e definitive per questo fenomeno. I clandestini quando arrivano in Italia vengono distribuiti in svariati centri d’accoglienza quali:
Centro di Primo Soccorso e Accoglienza (CPSA), Centri d’Accoglienza(CDA), Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA) e Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE).
Alcuni personaggi politici manipolano le informazioni per le loro campagne elettorali, con il risultato di aumentare la xenofobia. Molto si discute dei presunti trenta euro giornalieri che lo Stato fornisce ai clandestini. In realtà i trenta euro vengono acquisti dai vari centri d’accoglienza per ogni clandestino ospitato; la somma viene poi investita in servizi e beni di prima necessità, soltanto a due euro e cinquanta ammonta la somma giornaliera intascata dai migranti, più quindici euro per un’unica ricarica telefonica durante il periodo di soggiorno, per un totale di settantacinque euro mensili.
L’opinione pubblica, contaminata da false informazioni in aggiunta alle ultime vicende che hanno afflitto la Francia, produce un diffuso risentimento da parte di buona parte della popolazione italiana nei confronti degli immigrati. Il tutto aumenta le distanze e rafforza le differenze tra autoctoni e nuovi arrivati. La mia domanda è la seguente: “è possibile che questo atteggiamento in parte influisca su coloro che non riescono ad integrarsi e che, di conseguenza, coltivano risentimento?”

Purtroppo ormai abbiamo inquadrato i migranti come causa di mali, senza preoccuparci fino in fondo di come gestire la situazione in maniera efficiente e quali conseguenze ciò comporti. Tutti quanti vendiamo la coda e ci spaventa, ma non riusciamo a vedere il mostro, proprio come accadde per Belluca.
Senza dubbio la strage di Parigi causata dal gruppo di militanti terroristi dell’ Isis è avvenuta per ragioni ingiustificabili e per certi versi differenti da quelle del fenomeno immigrazione. Tuttavia il prossimo passo della società per evitare che tali tragedie accadano è fare in modo che avvenga realmente un’integrazione di queste persone in cerca di speranza. Perché ciò avvenga, lo sforzo è richiesto da ambedue le parti affinché essi si avvicinino alla nostra cultura accettandola e noi occidentali, allo stesso tempo, ci dobbiamo dimostrare meno scettici nei confronti delle loro tradizioni, usi e costumi. Soltanto grazie ad una reciproca tolleranza, senza che questi uomini vengano sfruttati o emarginati, si può sperare in una condivisione più pacifica del suolo che noi tutti calpestiamo.

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