Pellicole di Primavera – Noi siamo infinito
La rassegna cinematografica Pellicole di Primavera si chiude così come si era aperta: all’insegna dell’adolescenza.
Noi siamo infinito, pellicola del regista americano Stephen Chbosky e tratta dal romanzo Ragazzo da parete dello stesso Chbosky, è l’ultimo dei cinque appuntamenti che la rassegna ha regalato al pubblico pavese.
Piacevole, non troppo impegnativo ma nemmeno troppo leggero, Noi siamo infinito racconta la storia di Charlie, un adolescente timido, chiuso e solo alle prese con il primo anno di scuola superiore. Sempre in bilico tra ottimi voti e atti di bullismo, elogi dei professori e prese in giro da parte degli altri studenti, Charlie riesce finalmente a fare amicizia con un piccolo gruppo di altrettanto scherniti studenti dell’ultimo anno: Patrick, Sam, Mary Elisabeth e Alice. Sentendosi finalmente parte di un gruppo, Charlie si attaccherà quasi morbosamente a questa nuova amicizia, riservando un posto speciale nel proprio cuore a Sam (Emma Watson), sorella di Patrick e adorabile ragazza con tanto amore per gli altri ma non troppo per se stessa. Tra piccoli – ed enormi – segreti, Noi siamo infinito trascina lo spettatore in un viaggio fatto di feste, sogni, desideri proibiti e desideri innocenti, passioni e incertezze, amore e amicizia. Sulle note di alcune delle canzoni più belle di sempre, le emozioni diventano quasi palpabili, facendo sentire lo spettatore dapprima piccolo piccolo, poi davvero infinito.
Accolto senza troppo entusiasmo dalla critica italiana, il film ha però riscosso molto successo nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, aggiudicandosi anche numerosi premi. Ottime le interpretazioni dei giovani attori, a partire da quella del protagonista Logan Lerman (già noto per aver recitato nel film Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: Il ladro di fulmini, uscito nel 2010) per arrivare a quella di Ezra Miller (nei panni di Patick e vincitore dell’ Hollywood Film Festival come miglior attore esordiente) e della bellissima e bravissima Emma Watson, la quale ha scatenato non poco entusiasmo e curiosità con la sua partecipazione a questo film, dal momento che tutti erano ansiosi di vederle ricoprire – dopo dieci, lunghi anni – un ruolo che non fosse quello di Hermione Granger nella saga di Harry Potter. Scongiurato il pericolo di non riuscire a scollarsi di dosso un’interpretazione durata così a lungo, la Watson riesce a meraviglia nella pellicola di Chbosky, conquistando anche il San Diego Film Critics Society come miglior attrice non protagonista e il People’s Choice Award come miglior attrice in un film drammatico.