Sport

Pavia-Lumezzane. La terza sconfitta consecutiva condanna Mr. Domenicali: esonerato

 

di Fabio Muzzio

 

 

Quanto è difficile raccontare la terza sconfitta consecutiva. Quanto è difficile scrivere sulla tastiera che il Pavia ha incassato domenica l’ottava rete in tre partite. Quanto difficile è cercare di capire le ragioni di questa situazione.

Andiamo con ordine.

Il Lumezzane arriva a Pavia con l’ormai consolidata tradizione di bestia nera, ma in campo questa volta, più che impensierire gli azzurri, si limita a controllare la gara. Squadra ben disposta sul rettangolo provvista pure di qualche buona individualità. Avanti, però, non punge, malgrado il big Gasparetto.

La squadra di Domenicali, con la museruola, combina poco.

Il Pavia torna alla scelta originale, con il 4-2-3-1 che convince tutti tranne i tifosi. Falco, impalpabile, relegato a destra, D’Errico, un paio di conclusioni di poco conto, relegato a sinistra; Meza Colli, che sembra fuori posto in quella posizione dietro l’unica punta Rodriguez. Lo spagnolo è sempre tosto e mai domo, ma abbandonato là davanti sembra una scialuppa di salvataggio in balia delle onde.

Difesa: ancora rivoluzionata con Meregalli centrale, Romeo fuori, anche se un infortunio del primo lo riporterà quasi subito in campo. Capogrosso corre a sinistra e Gheller a destra. In mezzo i soliti gladiatori, capitan Carotti e Puccio che si fanno sentire nei contrasti.

Ma il gioco non arriva e langue. Primo tempo a reti inviolate e tutti negli spogliatoi.

La nuvola: nel secondo tempo il sole malandrino e illusorio del Fortunati viene oscurato da una nuvola. La noia ha talmente avvolto chi scrive che decide di scattare la foto e postarla su FB. Il guaio è il non aver capito che era un segnale.

Gli episodi: le partite sono sempre così, le decidono gli episodi. Ma gli episodi difficilmente danneggiano i migliori. Falco subisce fallo, l’arbitro fa lo gnorri e sul capovolgimento di fronte un cross viene deviato da Gheller: volontario o involontario l’arbitro punta l’indice verso il dischetto. Aimo Diana, che gli anni hanno reso meno propenso alle scorribande blucerchiate di qualche anno fa, ha esperienza da vendere e non sbaglia.

Gli spettri: 0-1 e aumenta la paura. Puccio rimedia una ingiusta seconda ammonizione e, a fotocopia di Ferrara, si avvia verso gli spogliatoi. Il Pavia, che era passato a un 4-2-4, per gli ingressi di Veronese e Marchi al posto di Meza e Rodriguez, si ritrova a ridisegnare ulteriormente l’assetto, ma l’impresa è ardua.

Quando Finazzi raccoglie un cross basso che attraversa l’area i bresciani vanno sul 2-0 ed escono i titoli di coda di un brutto film per i pavesi.

Il cammino: cinque sconfitte in otto partite sono tante; tre sconfitte consecutive un brutto andazzo; due sconfitte consecutive casalinghe un mezzo disastro. Negli ultimi 270 minuti il Pavia ha subito dieci gol e ne ha segnato solo uno: questo è davvero troppo.

L’esonero. Si riparte, quindi, dal licenziamento di Domenicali. Occorre però chiedersi se il Mister abbia attuato un modulo non adatto ai giocatori a disposizione. Di certo non è che non è mai entrato nel cuore dei tifosi, complice un passato vogherese che ha davvero poco senso rinfacciargli. In bocca al lupo!

E se fosse, invece, colpa di una rosa che mal si è adattata alle idee tattiche dell’allenatore? Oppure di una rosa non adeguata?

In attesa di conoscere il successore, ieri al Fortunati girava la voce di un ritorno clamoroso, domenica si va a Terni a casa della squadra che sembra aver preso in mano il campionato.

Rischio di poker negativo prima del compleanno: che brutto Centenario…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *