Calcio, Lega Pro / Pavia-Feralpisalò: male la prima

di Fabio Muzzio

Come giudicare la prima sconfitta stagionale?

Premessa: c’è una stagione da giocare.

E Occorre essere indulgenti alla luce della strameritata fiducia nei confronti del “Santo” Roselli.

Eppure… Quanto pesa sulla tastiera la paura della solita tiritera degli ultimi due anni: partenza falsa o quasi e squadra da rifare a gennaio per raddrizzare la situazione. Ad aumentare il malumore si aggiunge l’illusione del gol di Beretta dopo soli 5’. Avrete capito come la penso e vorrei tanto essere smentito.

Mercoledì scorso la scoppola con il Savona, impegnato nella categoria sotto, con 4 gol che avevano già tolto l’opportunità di provare, almeno una volta, un’avventura in Coppa Italia.

Ieri la conferma che la squadra, seppur con quasi tutti i titolari, ha problemi. E che fosse una domenica non esaltante lo si è intuito guardando il Feralpisalò che, dopo lo svantaggio ha mantenuto la calma, preso in mano il gioco e rimesso le cose a posto con  Castagnetti al 30’. E con la stessa trama ha chiuso la partita con Bracaletti al 62’.

Forse a preoccuparmi maggiormente è la condizione fisica: la giornata non era calda e gli ospiti non hanno tenuto un ritmo elevato: la squadra però ha finito praticamente ferma. Sembrava che non fossero passati 12 mesi, quelli del terrificante 2011: buona partenza, vantaggio, rimonta altrui e sconfitta. E testa bassa all’uscita dal Fortunati.

Piccola analisi del preoccupato: Kovacsik tra i pali pare essere un buon erede di Facchin, ma la difesa arranca: va bene per titolari assenti o quelli reduci da infortuni; purtroppo mi sembra mancare il vero erede di Fissore. Intendo quel centrale insuperabile rivitalizzato da Roselli nel girone di ritorno. L’assenza di un vero socio da affiancare a capitan Fasano pare giustamente uno dei tormenti più forti tra i tifosi azzurri.

In mezzo il mercato ci ha regalato i piedi buoni di La Camera, ma ha perso la combattività di Carotti: averli insieme sarebbe stato una delizia per i palati fini e un reparto da vertice. Il passato è passato per cui parliamo degli altri: non sono apparsi ancora all’altezza, per cui il Pavia ha subito per lunghi tratti. Quando La Camera si è avviato verso la panchina, la mediana è scomparsa.

In avanti, invece, le note positive: Cesca è già in forma, sportella con gli avversari che è un piacere, spazza i corner nella propria difesa e fa la boa in avanti. Ad aiutarlo Beretta che, gol a parte, sembra essere un’individualità molto interessante e un giocatore dai piedi buoni in grado di regalare qualche soddisfazione. E bene pure Lussardi, forse il migliore dei pavesi, che in qualità di esterno alto, come si dice nel gergo calcistico moderno, finché ha avuto fiato si è mosso davvero bene, ripiegando pure in mezzo al campo quando Roselli ha provato a cambiare l’inerzia nel finale.

Nota negativa, ma penso temporanea, per Ferrini, irriconoscibile, ma sappiamo che ha tanto tanto bisogno di giocare dopo la sfortunata stagione spezzina e per Statella, uno che fa la differenza se vuole, ma evidentemente adesso non può.

Domenica la trasferta di Bolzano può riportare un pizzico di entusiasmo un po’ a tutti, con l’auspicio che la settimana serva a fare qualche passo avanti. Per i buongustai, comunque, le delizie dei canederli, sono già un buon motivo prima di sedersi sulle gradinate del Druso.

Salut

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