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Pavia-FeralpiSalò 2-2: all’esordio Brini non va oltre il pari, occasione persa

 

La prima panchina di Fabio Brini al Fortunati ha un sapore agrodolce. Il suo Pavia ha tenuto bene il campo per lunghi tratti della partita, ma le lacune azzurre, emerse negli scorsi mesi, faticano a scomparire. Contro la FeralpiSalò di Aimo Diana, vecchia conoscenza della nostra Serie A, il nuovo tecnico del Pavia ha rivoltato come un calzino la squadra ereditata da Michele Marcolini, esonerato lo scorso dicembre al termine del lungo periodo di involuzione iniziato in novembre. Finito nel cassetto il 3-5-2, marchio di fabbrica dell’allenatore savonese ed ex-giocatore del Chievo Verona, è andato in scena un altro Pavia, formato 4-2-3-1.

RiscaldamentoDifesa bloccata, ma ancora lacunosa. Brini ha voluto innanzitutto ridare compattezza alla fase difensiva, che tanto ha vacillato negli ultimi mesi, spesso tenuta a galla dalle parate del capitano Davide Facchin (ieri tuttavia non impeccabile in occasione del pareggio della Feralpi nel finale). I terzini, Luca Ghiringhelli a destra e Antonio Marino a sinistra, hanno spinto poco, pensando soprattutto a mantenere la posizione nelle due fasi di gioco. In mezzo alla difesa, complice l’assenza di Alessandro Malomo, è toccato alla coppia formata da Angelo Siniscalchi e Dario Biasi: hanno convinto a metà. Il primo ha alternato buone chiusure a qualche incertezza di troppo in uscita palla al piede, il secondo pecca di quella fisicità che alla difesa azzurra servirebbe come il pane.

Centrocampo con poche alternative. Il faro del gioco è sempre Giovanni La Camera, reintegrato in rosa dopo l’esonero di Michele Marcolini: il centrocampista messinese ha nel piede i tempi di gioco, ma soffre di incostanza. Contro la Feralpi ha comunque offerto una buona prestazione, impreziosita da un filtrante a inizio secondo tempo che Andrea Ferretti non ha saputo trasformare in rete. Accanto a La Camera, Brini ha puntato dall’inizio sulla sostanza di Nicola Pavan, complice l’assenza di Alessandro Marchi e i pochi muniti nelle gambe per il neoacquisto Giuseppe Pirrone, arrivato dall’Ascoli in questa sessione di mercato. Centrocampo che, come la difesa, ha lasciato qualche perplessità: bene in fase di costruzione, in affanno spesso in fase di non possesso.

Attacco dinamico, ma servono correttivi sulle ali. I tre giocatori di movimento alle spalle di Ferretti hanno Allenatore Pavia 1rappresentato la maggiore novità portata Brini: il sistema di gioco che esalta maggiormente il clamoroso talento di Alessandro Cesarini, autore delle due reti di giornata: il primo al 42’ su calcio di rigore, il secondo in contropiede con un pallonetto di tottiana memoria spedito alle spalle del portiere avversario in uscita. Largo a destra ha giocato Marco Martin: che non sia il suo ruolo naturale lo si è visto all’inizio del primo tempo quando, liberato da una buona giocata di Ferretti, l’esterno alto ha recapitato un destro telefonato nelle mani del portiere avversario. A sinistra prova di sostanza del croato Paolo Grbac, capace di fare molto possesso palla, ma incapace di cambiare il ritmo all’azione quando servirebbe: al suo posto ha convinto il subentrante Jacopo Manconi, campioncino scuola Novara, arrivato in questa finestra di mercato e andato vicinissimo nel finale al goal del 3-2. In avanti il solo Ferretti: la prima punta azzurra non ha trovato la rete contro la Feralpi, ma la sua prestazione è stata comunque di qualità e sacrificio per la squadra.

Buon punto, ma occasione persa. I risultati del weekend avevano strizzato l’occhio al Pavia: un pari per l’Alessandria al Moccagatta contro il Padova, una sconfitta per il Cittadella in casa col Südtirol. Contro il FeralpiSalò di Diana, migliore squadra della Lega Pro per rendimento esterno, il Pavia di Brini ha raccolto un punto comunque prezioso. Fosse arrivata una vittoria a quest’ora potremmo parlare di una squadra azzurra a -3 dalla vetta al termine del girone di andata. La realtà dice ben altro: -5 il distacco dalle prime, appena una vittoria negli ultimi due mesi e soprattutto ultimo successo in casa ormai datato (era il 31 ottobre, Pavia-Padova 2-0). Insomma: per Fabio Brini, allenatore della squadra di proprietà dell’ambizioso presidente Zhu, c’è molto da lavorare.

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