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Pavia-Cremonese 0-0: l’esordio di Sforzini non basta, altro passo falso degli Azzurri

Che brutto è! Quando esco di casa per andare allo stadio a vedere questo Pavia!”. Storpiare il coro dei tifosi azzurri per screditare le prestazioni della squadra è l’ultima cosa che ci saremmo aspettati di fare all’inizio dello scorso novembre quando, al Moccagatta di Alessandria, iniziarono tutti i guai del Pavia. Con lo scialbo 0-0 di ieri ottenuto contro la Cremonese di Fulvio Pea (nella sfida valida per la 19^ giornata di Lega Pro) il Pavia “festeggia” ufficialmente quasi tre mesi dall’ultima vittoria in casa (conquistata il 31 ottobre contro il Padova). Nemmeno il 2016 e il cambio di guida tecnica hanno portato inversioni di tendenza: Fabio Brini ha racimolato tre pareggi in tre partite, di cui gli ultimi due per 0-0 contro il fanalino di coda Pro Patria e la modesta Cremonese.12620400_10207342282948659_1853499211_o

Ieri il mister ha puntato per la terza volta consecutiva sul 4-2-3-1, modulo in prospettiva del quale è stato impostato finora il mercato azzurro.

Confermata la coppia difensiva Siniscalchi-Biasi (in attesa che Terlizzi del Trapani dia il suo sì al trasferimento al Pavia), a destra Malomo ha spinto meno di quanto Brini avrebbe voluto e a sinistra Ghiringhelli (che mancino non è) ha dato spesso la sensazione di essere un pesce fuor d’acqua.

Centrocampo deludente con Pirrone nelle vesti di regista e Pavan di mediano: lento e prevedibile, il duo del Pavia non ha mai fatto la differenza nel corso della partita. In questa zona del campo è in dirittura di arrivo l’ingaggio del maltese Rowen Muscat, giocatore di temperamento, ma che necessiterà probabilmente di un periodo di adattamento al c12596904_10207342284068687_1913426286_oalcio italiano (e a Pavia in molti, soprattutto i tifosi, hanno  fretta).

Diversa la prova dei tre giocatori di movimento davanti al centrocampo: bene De Silvestro, benino Manconi, maluccio Cesarini. Il primo ha messo in area i   traversoni migliori tentati dal Pavia durante tutta la partita; il secondo si è reso pericolosissimo nella prima metà del primo tempo sugli sviluppi di una ripartenza pavese, ma il suo sinistro in area ha trovato la risposta del portiere avversario; il terzo, “il Mago”, è rimasto imprigionato nella gabbia che Pea che gli ha costruito attorno senza riuscire mai a liberarsene.

Davanti bene Sforzini: all’esordio dal primo minuto, l’ex-Entella è andato vicinissimo al goal intorno alla mezz’ora con un colpo di testa ravvicinato (su un traversone dalla sinistra) miracolosamente trattenuto dal portiere avversario. Sforzini si è comunque sbattuto, dimostrando voglia e attaccamento alla causa pavese. Brini lo ha sostituito nella seconda frazione di gioco mandando in campo Ferretti: sullo 0-0 l’allenatore azzurro avrebbe potuto (forse dovuto) giocarsela a viso aperto, magari con entrambi in campo e Cesarini a supporto, pur di ritrovare la vittoria.

Dopo 19 giornate è legittimo fare un bilancio: alla luce dei risultati della scorsa stagione e dei proclami fatti dall’inizio di quella attuale, il percorso fatto finora dagli azzurri è insufficiente. La società è seria e ha voglia di fare tante cose (dentro e soprattutto fuori dal campo), forse troppe: in questo momento dovrebbe concentrarsi sul terreno di gioco. Cittadella e Alessandria corrono, oltre a essere palesemente di un’altra categoria: il Pavia fa la rincorsa al terzo posto, attualmente occupato dalla FeralpiSalò con 5 punti di vantaggio sugli azzurri. Dalla prossima gara con il Südtirol (altra squadra davanti agli azzurri in classifica), il Pavia o cambia marcia oppure rimette definitivamente nel cassetto il suo sogno: la B. Finora in via Alzaia di B ce ne è una sola: non quella di Brini, ma quella di bocciatura.

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