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PAOLA TURCI: DA SANREMO A PAVIA

Sabato 1 luglio, il Castello Visconteo “ha avuto l’onore” di essere la prima tappa del tour nazionale di una cantante romana, molto in voga negli anni ’90, ritornata ampiamente sulla scena musicale attuale soprattutto dopo la sua partecipazione al Festival di Sanremo: Paola Turci.

Dopo un lungo periodo in cui ha continuato a scrivere, cantare e partecipare a eventi benefici senza esporsi come faceva prima, ora Paola si sta riprendendo il tempo che le è stato sottratto dagli eventi della vita e che l’hanno costretta al silenzio.

Il trampolino di (ri)lancio è stato la pubblicazione del suo ultimo libro, “Mi amerò lo stesso”. Si tratta di una rivisitazione dei suoi anni trascorsi in secondo piano durante i quali ha convissuto con dolori, fisici e morali, che non le hanno permesso di sentirsi una donna felice e soddisfatta. La causa di questo malessere interiore ed esteriore è nata il giorno in cui la cantante ha terminato una vita per cominciarne un’altra, più matura e consapevole. Era il 15 agosto 1993, Paola stava guidando, in via eccezionale da sola, sulla Salerno-Reggio Calabria per raggiungere la Campania, dove avrebbe tenuto un concerto del suo nuovo tour. Una distrazione di pochi secondi le fu fatale: perse il controllo dell’auto, che andò a sbattere contro il guard-rail fino a ribaltarsi, con conseguenze devastanti che avrebbero influito su di lei, appunto, per tutta la sua vita. Il volto fu la parte del corpo che subì i danni peggiori e per una donna, specialmente, sappiamo quanto sia fondamentale sentirsi a proprio agio con se stessa.

Dopo numerosi interventi chirurgici, Paola prende coraggio, ringrazia Dio di essere ancora viva, sentendosi una miracolata dopo aver ricostruito la dinamica dell’incidente, e si ripresenta al suo pubblico, proseguendo con alcune date previste del tour. Paola non può e non vuole essere troppo visibile, perciò opta per uno stile di basso profilo anche nel look: colori scuri, grandi occhiali che le nascondono il volto ancora tumefatto e un’acconciatura analoga. Sul volto però, quasi come una stonatura tutt’altro che negativa, il sorriso di chi ce l’ha fatta.

Dal 1986 ad oggi, nonostante la parentesi intermedia di scomparsa dalle scene a causa dell’incidente, la Turci ha riportato un successo dietro l’altro collezionando 12 album, 2 libri (un romanzo e un’autobiografia) e 10 partecipazioni al Festival di Sanremo. Dentro di sé ora sa per certo che prima di quel giorno fatale, qualcosa non andava. Fidanzata e infelice, perché non più innamorata, ma al tempo stesso, temeva che terminare la relazione fosse una scelta sbagliata e che il tempo avrebbe sistemato tutto. Il suo sogno più grande era recitare e stava studiando teatro, ma le cicatrici fin troppo visibili non le avevano concesso di proseguire quella carriera.

Quella ventottenne che si preparava al futuro, con i timori tipici dell’età, è diventata ora una donna cinquantaduenne consapevole delle tante prove che ha incontrato nella vita, superate a testa alta, con inevitabili momenti di fragilità, ma con un coraggio e una determinazione che meritano di essere raccontati. L’ultimo suo libro nasce proprio con l’obiettivo di suggerire preziosi consigli a chi ha vissuto esperienze simili alla sua. L’importante è NON sentirsi soli!

Lo scorso febbraio, Paola ha calcato nuovamente l’amato palco dell’Ariston e presentato “Fatti bella per te”, altra conferma dell’avvenuta accettazione di se stessa. Ora il volto viene scoperto: qualche segno del passato rimane, ma la sua bellezza primeggia e fa dimenticare le imperfezioni che, presenti dalla nascita o meno, non devono essere causa di insicurezza.

E, dopo l’esperienza di Sanremo, la prima tappa del tanto atteso tour è stata proprio la nostra città: Pavia. Con stupendi effetti scenici, Paola è apparsa sul palco accolta da una pioggia di applausi. Si è complimentata per la cornice in cui ha avuto l’onore di cantare e ha divertito il pubblico affermando di sentirsi una regina, considerata la location, nonostante la mancanza della corona. Il pubblico attendeva impaziente in particolare la canzone che Paola  aveva portato al Festival di Sanremo del 1989, “Bambini”, con la sua denuncia della grave situazione che vivevano (e vivono ancora nonostante il progresso) i bambini-soldato. Nelle loro mani dovrebbero tenere giochi e non armi.

A nemmeno metà concerto, la cantante ha invitato tutti ad avvicinarsi al palco e il momento è stato veramente emozionante: piccoli, grandi, uomini e donne, insieme, con un’unica voce a intonare con la protagonista della serata i suoi pezzi più famosi, qualcuno anche con le lacrime agli occhi.

Paola ha mandato baci e ringraziato il calore trasmessole dal pubblico pavese, quel calore che per anni non ha potuto percepire, perché chiusa in una gabbia che non le permetteva di captare ciò che di bello la vita aveva ancora da offrirle.

Il suo secondo cuore avrà certamente gradito.

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