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Only the good die young: addio a Philip S. Hoffman

Philip Seymour Hoffman premio Oscar in “Truman Capote – A sangue freddo”

Il 2 Febbraio 2014 il mondo del cinema ha perso un’altra, grande stella: Philip Seymour Hoffman. L’attore e regista statunitense è stato trovato morto nel suo appartamento di New York con un laccio emostatico e una siringa ancora nel braccio. Hoffman è morto probabilmente a causa di un’overdose di eroina all’età di soli 46 anni.
L’attore aveva ammesso di avere problemi di dipendenza e l’anno scorso aveva accettato un ricovero riabilitativo dopo una ricaduta nell’abuso di eroina a seguito di 23 anni di astinenza.
Un’altra perdita devastante, un altro colosso del mondo del cinema che lascia questo mondo senza preavviso, di punto in bianco, aprendo un’altra voragine difficile da colmare.

Philip S. Hoffman nasce a New York nel 1967 e comincia la sua scalata verso il successo già durante il liceo, prendendo parte a diversi eventi teatrali e conseguendo, dopo la scuola, un BFA in teatro alla Tisch School Of the Arts della New York University. Dopo il debutto cinematografico del 1991 nel film Triple Bogey on a Par Five Hole di Amos Poe, viene scelto per un ruolo nel capolavoro di Martin Brest Scent of a Woman – Profumo di donna. Negli anni successivi prese parte a diversi film, tra cui Boogie Nights, Il Grande Lebowski, Patch Adams, Red Dragon, La 25a ora, Ritorno a Could Mountain e molti altri, fino alla conquista nel 2005 del premio Oscar come miglior attore protagonista nel film di Bennet Miller Truman Capote – A sangue freddo.  Una carriera in continua ascesa, che lo vedrà brillare in altri capolavori e che lo porterà ad altre tre nominations agli Oscar come migliore attore non protagonista: nel 2008 per La guerra di Charlie Wilson di Mike Nichols, nel 2009 per Il Dubbio di John Patrick Shanley e nel 2013 per The Master di Paul Thomas Anderson. Lo scorso anno Hoffman aveva anche preso parte alla pellicola di successo Hunger Games: La ragazza di fuoco di Francis Lawrence, uscito nelle sale cinematografiche italiane il 27 Novembre 2013.

Inutile dire quanto numerosi siano stati i saluti e le dichiarazioni di dolore e ammirazione da parte del mondo del cinema, nei confronti di un uomo dallo straordinario e immenso talento che nel corso della sua carriera è riuscito a dare così tanto e che oggi viene ricordato come uno dei più grandi attori dei nostri tempi. Philip S. Hoffman se n’è andato così silenziosamente e così all’improvviso da lasciare sconcertati, scioccati, quasi ci avessero tirato uno schiaffo senza preavviso, quasi ci avessero strappato di mano un libro entusiasmante proprio sul più bello, impedendoci di scoprire la fine della storia. Tutto ciò che resta è una profonda amarezza e la dolorosa consapevolezza che non avremo più il piacere, l’onore di vedere sul grande schermo il talento così raro e prezioso di Hoffman.
Nel 1998 Brian May, Roger Taylor e John Deacon, i tre rimanenti componenti dei Queen, incisero una canzone dopo la morte di Freddie Mercury, No one but you. Il testo dice:

One by one, only the good die young…

Dopo la morte prematura di Michael Clarke Duncan, James Gandolfini, Tonino Accolla, Paul Walker e adesso anche Philip Seymour Hoffman, non esistono parole che possano risultare più tristi e vere.

Ancora una volta la vita ci appare in tutta la sua fragilità. Ma una cosa è certa: se Dio esisite – e se ama il cinema – non potrà essere più felice e orgoglioso di così, nell’avere accanto a sé un’altra così grande, immensa, luminosissima stella.

Philip Seymour Hoffman 1967-2014

Un pensiero su “Only the good die young: addio a Philip S. Hoffman

  • Io non voglio sinceramente vedere questa novita’ ,e’ troppo dolore per noi, e’ troppo peccato!!!!

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