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Oltre Shakespeare: “La bisbetica domata” di Delia Rimoldi

Tutti sanno che La bisbetica domata è un’opera di Shakespeare, ma in molti hanno scordato che si tratta di un testo meta-teatrale. Quella di Caterina e Petruccio è una messinscena a cui un gruppo di nobili fa assistere Christopher Sly, con l’intenzione di farlo credere nobile. Ma ci deve essere stato un prima, antecedente a tutto questo: ed è l’oggetto dell’adattamento di Delia Rimoldi, attrice e regista della Compagnia DiLà.

22773310_472716399781185_1652825640_nIn programmazione fino al 29 ottobre presso lo SpazioDiLà di Via Romilli a Milano, questa rilettura esplora un aspetto dell’opera che non viene affrontato nell’originale drammaturgia shakespeariana: le prove dei commedianti. Un attore, un’attrice e un musico si trovano alle prese con uno spettacolo da allestire, motivati dall’antica, quanto nobile, aspirazione a riempirsi la pancia. La festa per il matrimonio di Teseo, Duca di Atene, con Ippolita, rappresenta l’occasione propizia.

Dunque, che fare? Presentare una commedia: La bisbetica domata. Commedianti alle prese con uno spettacolo da allestire per un matrimonio nobiliare: un’idea che richiama immediatamente la vicenda comica della compagnia di Peter Quince di Sogno di una notte di mezza estate; l’insistenza con cui l’attore ripete di voler interpretare la parte del leone ribadisce simpaticamente quest’ibridazione intertestuale.

Si presentano difficoltà di ordine pratico: troppi personaggi e pochi attori. La necessità spinge nella direzione di ricoprire più parti: e così, l’attore che impersona Bianca (Claudio Gaj) si trova a diventare Petruccio.

La dimensione meta-teatrale si palesa sfociando in situazioni grottesche, costruite22811347_472716313114527_1162111027_n con riferimenti che toccano un passato più recente del periodo elisabettiano, inserendo richiami a Stanislavskij e al suo metodo. Il lavoro sul personaggio è il passe-partout con cui un attore-del-metodo affronta la scena: vivere come il personaggio diventa una direttiva imbrigliante che regala paradossi piacevolmente accolti dal pubblico in sala. Lo sfondo meta-teatrale riemerge nel momento in cui il rapporto fra Petruccio e Caterina (Delia Rimoldi) sconfina nella realtà, aprendo ambiguità fra gli interpreti. La scena viene arricchita da allusioni alla filmografia contemporanea più popolare: Shakespeare in Love non manca all’appello, ma non è il solo.

Bianca è la caricatura del Ned Kynaston di Stage Beauty, che, munita di immancabile parrucca rossiccia, dà una zelante esibizione di quelle che erano le pose codificate per il ruolo dell’amorosa: le posizioni della sottomissione femminile, nella loro resa parodiata, donano un leggero effetto comico, che è poi lo sfondo distintivo di tutto lo spettacolo.

Un’incursione nella modernità senza per questo perdere l’atmosfera rinascimentale, evocata dall’ac22790110_472716463114512_1019495091_ocompagnamento musicale di Davide Benecchi.

Protagonista della scena è il Teatro che, dalle origini alla contemporaneità, è attraversato da una martellante preoccupazione, espressa fra le righe nel finale: oggi si mangia, domani chissà. 

Il riadattamento di Delia Rimoldi è un brillante mix di rimandi che non scade nel citazionismo amorfo e sconclusionato, ma elabora un’idea originale, riuscendo nell’intento di far divertire il pubblico. Arguto e ironico, il 27, 28 e 29 ottobre sono le ultime date utili per vederlo in scena.

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