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Nichi Vendola, l’Obama italiano?

di Marina Notarnicola

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Nichi Vendola – presidente nazionale del partito Sinistra Ecologia e Libertà (SEL) e presidente della Regione Puglia – è stato protagonista di un’intervista, effettuata da Vittorio Zincone (giornalista di Sette, settimanale del Corriere della Sera), dal titolo “Nichi Vendola, l’Obama italiano?”.

C’era una fila interminabile per l’incontro con il leader di SEL e l’aria fredda e pungente di Perugia non incoraggiava decisamente l’attesa; come se non bastasse, il governatore pugliese si è presentato al teatro Morlacchi con quasi un’ora di ritardo, accolto da una serie di fischi misti applausi. Imbarazzato? Per niente, infondo stiamo parlando di Nichi Vendola, personaggio stravagante e totalmente fuori dagli schemi in grado di mettere d’accordo tutti, uomini e donne, giovani e anziani e capace di farsi perdonare in meno di trenta secondi da un pubblico che lo attendeva impaziente.
L’incontro si è aperto con il ricordo al pacifista Vittorio Arrigoni, ucciso a Gaza lo scorso 14 aprile: «La storia di Vittorio – ha detto Vendola – è la storia di uno che si impiccia delle vicende degli altri, che milita per i diritti di un altro popolo, che va a vivere a Gaza e che lì ci lascia la pelle. E’ una splendida vita rispetto all’opacità e alla sporcizia della politica come la si vede tutti i giorni».
Gli applausi si susseguono senza sosta e il politico, grazie alla sua nota capacità oratoria, riesce ad accalappiare l’intera attenzione del teatro. Il confronto inizia a vertere su questioni politiche e sul fenomeno del berlusconismo che si è instaurato nel nostro paese; non è solo una campagna elettorale che restituirà decoro all’Italia, ma una vera e propria controffensiva culturale.
Di fronte alla platea del Festival è chiaramente inevitabile un commento sulla situazione del giornalismo in Italia, un giornalismo del tutto frantumato, polverizzato, tristemente limitato e condizionato. L’atteggiamento servile da parte dei giornalisti nei confronti delle editorie grava sulla correttezza e attendibilità dell’informazione e sul diritto di libertà di espressione, diritto che viene continuamente stuprato e calpestato nel nostro Paese.
Si tocca anche la questione del precariato in Italia, condizione che, da passeggera, si sta trasformando in costante. «Il lavoro oggi è regredito alla semplice dimensione di merce, perdendo la sua dimensione sociale» ha detto Vendola «Questa perdita di valore si propaga dal mondo del lavoro ai rapporti di quotidianità, rendendo nervosi i lavoratori che vivono una situazione di perenne incertezza; in Italia ormai vige una condizione di precarietà del vivere che diventa un concetto antropologico, su cui la nostra politica esercita una sorta di pedagogia della paura che porta i lavoratori a subirne le più atroci conseguenze».
L’intervista vira su tematiche concrete, sul futuro del centrosinistra e dell’Italia. Vittorio Zincone chiede al governatore un giudizio sulla “politica di palazzo”: Vendola sottolinea allora l’importanza del giorno 12 giugno, data in cui si apre la possibilità di dare una scossa elettrica a questo palazzo, con un popolo che vota contro il nucleare, la privatizzazione dell’acqua e il legittimo impedimento.
Il giornalista riporta quindi al centro del discorso il tema del lavoro e Vendola propone un new deal per l’Italia e l’abolizione della legge 30.
Nessuna sorpresa, a Perugia si è visto il solito Nichi Vendola, carismatico, auto-ironico, sicuro di sé e in perfetta sintonia con il pubblico nonostante un’affrettata chiusura e la mancata possibilità di porgere domande a causa degli altri impegni incombenti presso Assisi.

Per vedere il video dell’evento:
http://webtv.festivaldelgiornalismo.com/doc/1085/vendola.htm)

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