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Nba Finals!

Ben tornati al consueto appuntamento con gli aggiornamenti dai parquet dell’Nba!

Dopo la rimonta dei Rockets ai danni dei Warriors, che aveva rimesso la serie in parità sul 2-2, sono ancora Harden e compagni ad imporsi, conquistandosi gara 5. Houston dimostra di poter dare ancora molto filo da torcere ai campioni in carica, mettendo in campo una difesa che lascia poco spazio di manovra alle scorribande di Curry. Vero, Harden non entra mai in ritmo (chiuderà con 0/11 da 3 punti), ma ci pensa Paul, dopo un primo tempo sottotono, a caricarsi in spalla tutti e a portare il team del Texas al traguardo. Gli Warriors pagano cara l’assenza del “jolly” Igoudala e soffrono la difesa pressante e ben organizzata dei Rockets.

Gara 6 è invece dei Warriors, che partono male nei primi 24 minuti, accusando le stesse problematiche del match precedente, ma si svegliano al rientro dopo l’intervallo lungo e, complice i 35 punti di un Thompson che per una sera si scolla dalla posizione di semplice secondo violino, rimettono in parità la serie.

Con gara 7 si sancisce un’epoca: ha la meglio Golden State su Houston e per la quarta stagione consecutiva saranno loro, alle Finals coi Cavaliers, a giocarsi l’anello. Ai Rockets pesa la mancanza di Paul come guida, mentre Harden, che per tenere insieme Houston dovrebbe fare il “LeBron” della situazione, si dimostra non altrettanto capace.

 I Cavaliers, invece (anche se sarebbe più consono parlare solo del Re), prima portano la serie in pareggio sul 3-3 con una gara 6 in cui LeBron dimostra ancora una volta di aver capacità atletiche tali da poter fare quel che gli pare in quei 28 metri per 15. 46 punti e 11 rimbalzi recita il referto. 33 anni e 15 stagioni Nba alle spalle, dice la carta d’identità. I Cavs faticano solo nel primo quarto, complice anche l’uscita di Love dopo soli 5’ dall’inizio del match per un colpo alla testa. Dopodichè il Re si carica in spalla tutta la franchigia e, supportato da una panchina capace di sfornare 36 punti, la porta al traguardo finale. Lascia ben sperare l’intensità difensiva messa in campo dalla squadra dell’Ohio, che costringe Boston a ben 14 palle perse.

La serie contro Boston è archiviata dai Cavs all’ultimo tentativo disponibile, ovvero gara 7. C’è bisogno di 48 minuti filati, senza pause per rifiatare, di LeBron, che a referto ne segna 35 con 15 rimbalzi, per spegnere le speranze dei bianco-verdi. La difesa di Cleveland dimostra ancora una volta di essere all’altezza della situazione. Nonostante le prime difficoltà dei gregari, anche loro dopo l’intervallo lungo entrano in ritmo e danno man forte al Prescelto.

Arriviamo quindi alla notte tra giovedì e venerdì, la notte in cui va in onda il primo episodio della serie preferita dagli appassionati di pallacanestro. Non siamo su Netflix, ma nella Baia, a casa dei Golden State Warriors, e queste sono le Nba Finals!

Ormai qualsiasi cronista sportivo, da qualsiasi parte del globo terracqueo, che segua l’Nba ha finito gli aggettivi per descrivere l’atletismo e le capacità fisiche di LeBron James, quindi diciamo che gara 1 è all’insegna del “LeBronismo”. 51 punti a referto. 51! Poco meno del 50% del bottino finale dei Cavs arriva direttamente dal Re, senza considerare gli assist smistati che hanno poi portato ad ulteriori conclusioni. Ma gara 1 va ai Warriors.

Vittoria forse poco meritata, viste le modalità: Golden State non gioca benissimo per tutti e 48 i minuti del tempo regolamentare. I Cavaliers invece sì. L’attacco è fluido, la difesa di Curry e compagni per lunghi periodi lascia a desiderare e permette a LeBron di mettere in campo uno spettacolo mai visto prima, ma a condannare l’armata dell’Ohio bastano pochi secondi: Una chiamata arbitrale rivedibile porta ad un’occasione persa per i Cavs che si ritrovano con pochi secondi sul cronometro a -1. C’è Hill in lunetta che segna il primo tiro libero, ma sbaglia il secondo. A rimbalzo ci sarebbe anche Jr Smith, peccato che poi, presa palla, parta in una corsa sfrenata verso la parte sbagliata del campo (probabilmente credendo i suoi in vantaggio e cercando di guadagnare tempo). LeBron lo fa rinsavire gesticolando e urlandogli a pochi metri di distanza, ma ormai il danno è fatto, perché il tempo regolamentare si chiude in parità e tocca andare all’overtime. Tempo supplementare in cui Cleveland dimostra di aver ormai finito la benzina, Re compreso.

Gara 2 nella notte tra domenica e lunedì. Come reagiranno i Cavs?

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