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NBA: Boston decolla, Cleveland fuori rotta

Sicuramente dopo il gravissimo infortunio di Gordon Hayward, tutto ci si sarebbe potuto aspettare dalla franchigia bianco-verde, tranne una striscia di 9 vittorie consecutive.

Lasciando tutti a bocca aperta infatti, i Celtics non si sono persi d’animo e, tirate su le maniche, sotto la guida di Brad Stevens, si sono messi a lavorare su quelli che sono i punti di forza della squadra ed il risultato è stato decisamente positivo: primo posto ad Est, 9 match vinti (di fila) sugli 11 disputati fin’ora ed il defensive rating migliore della lega. Se l’hype della squadra con casa al TD Garden resta alto come lo è ora e la cattiveria agonistica non cala, questi Boston Celtics possono arrivare molto lontano e ambire ai piani alti dei playoffs.

Tutt’altra aria sembra invece tirare in Ohio, più nello specifico a Cleveland dove i Cavaliers stanno riscontrando non poche difficoltà a trovare un ritmo di gioco che si adatti bene al nuovo roster. Ne è stata l’ennesima dimostrazione la sconfitta di domenica contro Atlanta che sul tabellino segna 2 sole partite vinte (una contro i Cavs) delle 11 disputate e ultimo posto in classifica ad Est. È arrivato poco dopo Dwyane Wade a gettare benzina sul fuoco in conferenza stampa accusando il quintetto titolare di mancata concentrazione e grosse lacune su ambo i lati del campo.

Per rimarcare quanto il clima in casa dei wine & gold sia tutt’altro che rilassato ci ha pensato il King LeBron James, con un meme particolarmente criptico, subito dopo la sfavillante prestazione di Kyrie Irving contro gli Atlanta Hawks. Sicuramente un record di 4 vinte e 6 perse ed il 12esimo posto ad Est non prestano fedeltà al talento complessivo della squadra capitanata dal giocatore più forte della lega ed è quantomeno evidente che ci sia qualcosa da sistemare alle fondamenta, sia a livello di gioco che a livello più profondo di relazioni umane tra i giocatori dei Cavaliers.

I New York Knicks invece, come i Detroit Pistons, si sono affacciati a questa stagione Nba con un rinnovato entusiasmo ed una fame di rivincita come poche altre squadre. La squadra della Grande Mela, guidata dal Lettone Porzingis e dai suoi 30.2 punti di media a partita segna ben 5 match vinti (uno dei quali contro i Cavs) dei 9 disputati.

Ancora meglio fanno i Pistons della Motor City che mettono a referto ben 7 vittorie e 3 sole sconfitte ed il secondo posto ad Est dietro ai sopracitati Celtics. Tutto merito della pazienza e tenacia del saggio Van Gundy che ha sempre fatto della difesa la sua arma prediletta ma che negli scorsi anni è stato messo da parte dai giocatori stessi, con risultati veramente scadenti. Una nuova fiducia nell’allenatore e una grinta mai vista fin’ora saranno le chiavi per invertire la rotta pericolosamente negativa delle scorse stagioni dei Pistons?

Nella conference ricchissima di talento e di squadre dal grosso potenziale, l’Ovest, troviamo invece al comando i Rockets capitanati dal “barba” James Harden e subito dietro, a pari merito, gli Warriors della Bay Area. La squadra di Houston sembra aver trovato ottimi equilibri di squadra grazie alla visione di gioco di Chris Paul (ex-Clippers) e le giocate di James Harden (56 punti messi a referto contro gli Utah Jazz), mentre i Guerrieri di San Francisco proseguono per la strada della “stagione in ciabatte”, con un impegno non eccessivo ed il minimo sforzo per vincere le partite. E per minimo si intende veramente poco visto il roster da All-Star Game con cui si presentano in campo.

Da non perdere: Houston Rockets vs. Cleveland Cavaliers, 10/11/2017 2:00 AM, Sky Sport 2.

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