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“Mr. Bad Guy”: benvenuti nella follia

 

“… Sapete che vi dico?… Piangete un po’ per tutti quelli che sono morti e poi fate quello che avete sempre fatto. Lo so che lo farete. Piangete un po’, anche qualche settimana, e poi andate in giro a scrivere romanzi, canzoni, a girare film sull’accaduto come hanno sempre fatto tutti i figli di puttana col pretesto di utilizzare un fatto di cronaca, ma con la coscienza che quel fatto di cronaca era uno dei più gettonati. Vivete la tragedia. Per favore.”

Mr. Bad Guy è un viaggio nella follia, un romanzo che mette al bando i buoni sentimenti e il primo libro pubblicato dal giovanissimo scrittore pavese – nonché personale amico –  Andrea Memmo. Con lui abbiamo parlato di questa sua opera e delle influenze che lo hanno portato a scriverla, in attesa della presentazione del libro presso la libreria Feltrinelli di Pavia il prossimo 12 giugno alle ore 18:00.

 

Inchiostro –Mr. Bad Guy: raccontaci il tuo romanzo.
Andrea Memmo – Il romanzo non segue una cronologia lineare ma si divide in 4 fasce temporali. La prima riguarda l’epilogo, posto al primo e all’ultimo capitolo, quando due poliziotti scoprono la video-confessione di un assassino – Mr. Bad Guy, per l’appunto. Da qui parte la vera storia, sparsa lungo 3 altre fasce temporali che si collegano tra loro dando concretezza al tutto.
La prima riguarda la quotidianità del protagonista Stefano Vinalli, “sfigato” moderno, tra una famiglia assente e i problemi scolastici. La seconda lo vede lottare tra l’accettazione e il rigetto di questa sua filosofia disturbata, mentre elimina (in)volontariamente tutti i legami amicali e familiari che lo circondano. La terza rappresenta invece il culmine della sua follia, ben congegnata all’interno di un piano inquietante che distribuisce le sue pedine, vittime sacrificali.

A chi si riferisce il titolo?
Il titolo del libro ha due significati: uno allegorico e uno letterale. Mr. Bad Guy rappresenta la trasformazione spirituale attuata dal protagonista nella completa accettazione di se stesso – accettazione di essere “il cattivo della storia” e di dare un senso alla propria esistenza. Inoltre Mr. Bad Guy è la canzone-simbolo dell’unico album solista di Freddie Mercury. Canzone in cui il testo viene volutamente estrapolato e reinterpretato per formare la filosofia disturbata del protagonista.

Nel descrivere il tuo libro parli di “336 pagine cruente”: perché?
Mr. Bad Guy vuole far parte di quel genere letterario andatosi a creare verso la metà degli anni novanta ed etichettato qui in Italia col termine di “Cannibali”. Generazione Quentin Tarantino, per intenderci. Tra gli scrittori a cui strizza l’occhio c’è sicuramente Chuck Palahniuk, il cui irriverente cinismo ha affascinato e influenzato gran parte della mia generazione.

Come è nata l’idea di scrivere un libro come questo?
L’idea parte dal semplice desiderio di scrivere qualcosa di affascinante, capace di dare spazio a svariate meditazioni. Poi si deve riuscire a capire di cosa parlare e di come parlarne. Io ero per l’appunto uscito da molte letture di Palahniuk, e volevo scrivere qualcosa di “malato”, inquietante e originale. L’originalità è il primo punto che analizzo. L’opera deve essere unica, inaspettata, e deve sempre evitare i cliché narrativi e dialogativi.

Un libro pubblicato da una casa editrice, a 22 anni, non è cosa da tutti: come sei riuscito in questa impresa?
Cercando tanto. E cercando le case pronte a pubblicare il genere e gli argomenti da me scritti. Se si vuole inviare il proprio manoscritto/dattiloscritto a colpo sicuro è importante tagliuzzare il proprio romanzo ed elencarne i vari tag che lo formano. Nella mia piccola esperienza posso dire che la maggior parte delle case editrici non cercano di pubblicare un romanzo, ma di spennare l’autore. Trovare una casa editrice non a pagamento, per un esordiente, è ancora più difficile di quanto sembri.

Quando presenterai il libro?
Il libro (in vendita sia in libreria che online) vedrà la sua prima presentazione il 12 giugno, ore 18:00 alla Feltrinelli di Pavia.

 

Andrea Memmo nasce a Brindisi nel 1990 e attualmente vive a Pavia. Scrive romanzi violenti e poesie sentimentali, a volte racconti. Reservoir dogs e Pulp fiction hanno influenzato il suo stile narrativo. Ha una passione sfegatata per le serie tv americane e inglesi, o comunque quelle degne di nota.
La sua ambizione è quella di diventare uno scrittore in tutto e per tutto: «Uno di quelli che lasciano il segno e che si guadagnano da vivere unicamente scrivendo. Mica facile, lo so, ma per niente scoraggiante».
Ora sta terminando un corso di Operatore Socio Sanitario al CSF di Pavia, «un’esperienza non meno affascinante della scrittura».

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