Riflessioni

Microsoft da sempre pensa in macro

Money money money…must be funny!”

Gli anni Settanta, la musica dirompente e quella sfrenata voglia di progresso.

Proprio in quell’epoca, l’azienda Microsoft conobbe la sua crescita a livello mondiale. Oggi, proprio come ieri, produce device e software digitali sia per i privati, sia per aziende. Correva l’anno 1975 e, nello stato di Washington, più precisamente a Redmond, nacque un’azienda che cambiò notevolmente le potenzialità degli strumenti nel campo studentesco e professionale. Siamo nel 2018 e quella stessa azienda è la leader mondiale nel suo settore. Nella nostra esperienza di nativi, o quasi, digitali, almeno una volta, ci sarà capitato di utilizzare un prodotto del suo marchio. Vi ricordate, ad esempio, il famoso logo di Windows 98, una sorta di finestrella svolazzante in un cielo limpido? Un logo, vale a dire l’immagine rappresentativa dell’identità aziendale, non è mai costruito a caso, anzi esiste proprio per esprimere una prima impressione su ciò che il cliente si deve aspettare dal brand. Curiosando nel passato di Microsoft, scopriamo che il primo calcolatore immesso sul mercato è il Microsoft-16 bit, meglio noto come MS-DOS 1.0. Era il 1981. Chi ha avuto modo di utilizzarlo può confermare quale profonda diversità vi sia con l’ampio ventaglio di possibilità che può offrire oggi un analogo strumento di anche ben più ridotte dimensioni. È sufficiente seguire l’evoluzione dei prodotti Microsoft per comprendere come ogni sua strategia abbia avuto successo. William Henry Gates e Paul Allen si cimentano nel presentare i linguaggi di programmazione per i primi calcolatori come l’Altair 8800 e il MITS . I due soci han contraddistinto l’azienda per il loro incredibile intuito nell’anticipare le esigenze del mercato. Non è un caso se l’IBM, la casa produttrice dei primi personal computer, decise di rivolgersi a loro per la loro abilità nell’ideare ottimi linguaggi-macchina. Il sistema operativo MS-DOS non era l’unico esistente, ma quello più conveniente: il suo costo era di 39,95 dollari, contro una media di 240 detenuta dagli altri due sistemi operativi sul mercato: il  CP/M e il p-System di poco meno.

Torniamo un attimo agli albori della nascita delle due aziende in perenne lotta, Microsoft ed Apple: va ricordato il rapporto di amicizia tra i due concorrenti per antonomasia, Bill Gates e Steve Jobs. Dapprima soci e colleghi, poi “rivali”, tra alti e bassi e numerosi confronti, i due han sempre nutrito un profondo rispetto reciproco. Esternamente, Jobs rimproverava a Gates di non dedicare la dovuta importanza all’aspetto estetico dei prodotti. D’altro canto, Gates ricordava al mondo intero, senza mezzi termini, quanto  il successo di Apple sia dovuto alla fortuna, dato che il suo CEO, di ingegneria, non ne conosceva alcunché. Era un ottimo venditore, dal carisma spiccato.

logo-windows-98Attualmente, il patrimonio di Bill Gates corrisponde a 81,6 miliardi di dollari e chi gli domanda come è riuscito a diventare così ricco, risponde, con estrema spontaneità, che gli è bastato non mirare a quell’obiettivo. Dal 2000, a dimostrare quale sia il suo interesse per il benessere non solo personale ma sociale, ha creato, assieme alla moglie, la fondazione Bill & Melinda Gates: “Se oggi vado a letto non avendo fatto niente di nuovo rispetto a ieri, allora oggi è stato sprecato”. Rimasto presidente onorario di Microsoft, ora si dedica alle cause umanitarie legate alla cura di malattie, spesso, letali, nelle aree del Terzo Mondo.

Quale consiglio a noi studenti? E’ sufficiente entrare in una qualsiasi aula universitaria per notare quanto siano prevalenti i prodotti dal marchio Apple rispetto a quelli Microsoft. Perché? In passato, mai si era verificata una situazione analoga. Un passato che si conclude il 27 maggio 2010, quando, grazie alla produzione di smartphone, la Apple sorpassa la sua rivale in termini di capitalizzazione finanziaria. Quello che da sempre l’ha contraddistinta come azienda, vale a dire i particolari di design e la particolare innovazione, ora si rivolge non più a un target di nicchia, ma a qualunque utente, perché la maggior parte degli utenti è disposta a investire parte del proprio budget per sostenere anche costi elevati.

Partendo proprio da questa considerazione, la Microsoft ha deciso di puntare sull’apparenza, oltre che sull’essenza, e, nel 2016, è uscita Surface, la nuova linea di prodotti digitali. La possibilità di inclinare il display; l’interazione touch; il pennino per scrivere e colorare; un dispositivo per un accesso rapido agli strumenti. Il nome scelto per questa nuova avventura di Redmond rimanda proprio al suo significato: superficie. L’utente deve sentirsi parte di ciò che crea con le proprie mani e, ancor prima, con la propria testa. Il successo è ormai conclamato.

Ed è di nuovo sfida tra i due colossi dell’informatica.

 

 

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