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Mercoledì universitario

di Nicolò Carboni

Qualcuno dice che chi protesta è “organizzato dall’estrema sinistra” (ANSA 22 Ottobre 2008), oppure ritiene gli studenti mobilitati pericolosi per l’ordine pubblico, tanto da lanciare “avvisi ai naviganti” (ANSA, sempre il 22 Ottobre 2008) più o meno minacciosi. Questo qualcuno, che oggi siede sullo scranno più alto di Palazzo Chigi, dovrebbe allora spiegarci come mai quasi duecento studenti pavesi, ieri sera, hanno rinunciato al loro Mercoledì sera per seguire un seminario organizzato dalle facoltà di Medicina e Giurisprudenza dedicato alle problematiche legislative e normative della ormai famigerata legge Finanziaria 133/08.Nel corso della lezione si sono alternati al microfono, i professori Rigano, ordinario di Diritto Costituzionale e Taruffo, titolare del corso di Procedura Civile, analizzando quasi comma per comma tutte le parti della legge che toccano direttamente gli ordinamenti universitari, ovverosia il problema del blocco del turnover, il taglio al fondo di finanziamento ordinario e la possibilità di trasformare gli Atenei Pubblici in fondazioni private.La prima parte della serata si è concentrata proprio su quest’ultima tematica, con un intervento di Rigano intitolato eloquentemente, Dall’Università all’Ufo (l’università fondazione). Partendo dal problema della legittimità costituzionale del provvedimento, estremamente discutibile in quanto per certi versi potrebbe andare a violare l’articolo 33 della Costituzione dedicato all’autonomia dell’insegnamento, il professore ha tracciato un ampio affresco, sottolineando in particolare la limitatezza normativa del testo approvato. Per esempio nella legge non si dice nulla riguardo la trasformazione dei contratti di lavoro e non fa neppure alcun cenno al rapporto che questi nuovi Enti avranno con i Ministeri e gli organi satelliti dell’università (per restare a Pavia si potrebbero citare l’edISU, la fondazione Alma Mater Ticiniensis, i Collegi o lo stesso IUSS). Inoltre in Italia non esiste alcuna Università organizzata come una fondazione di diritto privato, neppure la regina degli Atenei privati, la Bocconi, ha un ordinamento di questo tipo, si rischia dunque di entrare in un sentiero minato dal punto di vista legislativo perché, di fatto, non esiste alcun precedente assimilabile. Il modello propugnato, inoltre, non è neppure simile a quello americano in quanto i Colleges della Ivy League sono si strutturati sulla base di donazioni liberali da parte dei privati, ma va sottolineato che il sistema giurisprudenziale americano (e più in generale anglosassone) è totalmente diverso da quello dell’Europa Continentale che, per ragioni storiche e sociali, non ha mai potuto fare a meno dell’intervento pubblico nel settore educativo.Inoltre, dato che le fondazioni, seppur private, continueranno a ricevere una parte molto consistente di fondi pubblici risulta anche molto difficile inquadrarle all’interno delle normative comunitarie, soprattutto per quanto riguarda la dinamica delle assunzioni e dell’investimento di denaro. Per l’Europa infatti, qualunque ente che riceva direttamente od indirettamente soldi dal Tesoro è tenuto a seguire procedure concorsuali e ad effettuare gare d’appalto per tutti i lavori e gli investimenti. Ma anche qui la normativa è lacunosa e probabilmente creerà più di una bega ai giudici di Lussemburgo, nonché alla nostra Corte Costituzionale.Taruffo invece ha approfondito il discorso del turnover e quello del taglio del F.F.O. ma ben presto ha allargato la discussione al quid profondo della legge, definita “il parto di un Ragioniere di Terz’ordine che non conosce nulla dell’Università” e ricordando come il tanto citato, spesso a sproposito, modello americano preveda rette universitarie che oscillano fra i 30.000 ed i 50.000 dollari all’anno e si fondi su un numero chiuso strettissimo, per tutte le facoltà (Yale ammette solo 300 studenti all’anno e Harvard il 9,1% di chi fa domanda). Una riforma sensata del sistema universitario dovrebbe, secondo i due professori, passare per una riduzione delle sedi distaccate e degli Atenei “di provincia”, in modo tale da concentrare i fondi ed evitare sprechi inutili, correlata ad una sostanziale riforma del sistema di concorsi per accedere alle cattedre, tornando sostanzialmente al vecchio modello dei concorsi nazionali che, seppur con tutti i loro limiti, quantomeno garantivano che gli aspiranti professori si confrontassero con le eccellenze nazionali anziché con i propri compagni di corso.In chiusura della serata sono intervenuti vari studenti, di tutte le facoltà che hanno integrato la lezione con domande, appunti e nuove informazioni, a sottolineare una volta di più la totale insensatezza dell’immagine propugnata da Berlusconi e la forza di un movimento che fa della riflessione la sua vera arma, ancor prima dei moti di piazza e dei cortei.

2 pensieri riguardo “Mercoledì universitario

  • AlbertoS

    Il Prof. Michele Taruffo e` ordinario di Procedura Civile. Chi e` Laruffa?

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  • Nicolò

    Pensa che era stato presentato come ordinario di Diritto Tributario..:|

    E avranno ripetuto il nome sei volte, storpiandolo sempre…bah questi prof. poco chiari..adesso correggo…

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