Attualità

MEDICINALI CRIMINALI?

Cura per il parkinson porta a giocare d’azzardo

 

Pramipexolo. Nome complesso per qualcosa invero molto utile. Stiamo parlando di un principio attivo utilizzato per controllare il parkinson, e sembra funzioni davvero.
Perché allora dovremmo averne paura? Perché i farmaci su di esso basati provocano un effetto collaterale non irrilevante: portano chi li assume a giocare d’azzardo, a giocare compulsivamente per giunta. E non solo, si sono registrati anche casi di aumenti della libido e ipersessualità.

In commercio dal 1998 questo principio attivo (e il farmaco che lo utilizza come il Mirapexin) solo dal 2007 ha visto riconosciuta la sua pericolosità.
Solo nel nuovo millennio infatti l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha diffuso una nota informativa dove riconosce il problema. Tanto da inserirlo nel foglio illustrativo come effetto collaterale, tanto da imporre ai medici l’obbligo d’informare i pazienti. Sono comportamenti anomali, pericolosi, di cui devono essere a conoscenza: per arginarli, per controllarli.

Andando a scavare più a fondo si scoprono poi altri allarmanti dettagli: se in Italia l’Aifa ha diffuso l’informativa nel 2007, in realtà già nel 2005 a livello di Unione Europea si era imposto l’inserimento degli effetti collaterali sopra riportati nel bugiardino (il foglio illustrativo dei medicinali). La casa farmaceutica produttrice del Mirapexin a sua volta poi ha adempiuto (in ritardo e dopo ripetuti richiami) anch’essa solo nel 2007.

E i pazienti trattati con il Mirapexin o con altri farmaci basati sul pramipexolo tra il 2005 e il 2007? A quanto pare nessuno si è preoccupato di informarli: shopping e gioco d’azzardo compulsivo, ipersessualità, iperbulimia, tutti effetti collaterali noti, rischiosi, ma di cui non è stata fatta menzione ad alcuno.

Ad oggi sono più d’una le persone (soprattutto anziane dato il tipo di farmaco) rovinatesi in seguito all’incontrollato vortice di scommesse in cui erano cadute. Questi pazienti, alle volte addirittura rinomati per la loro parsimonia, proprio in concomitanza con l’assunzione del farmaco si sono viste colte da una “febbre da gioco” incontrollabile e inarrestabile, febbre a causa della quale sono arrivati a spendere anche 200/300 euro al giorno in gratta e vinci o alle slot machine.
Pensionati si sono indebitati, hanno bruciato i risparmi di una vita, hanno ipotecato casa e sono arrivati a chiedere prestiti ad amici e parenti. Quest’ultimi nel migliore dei casi sono rimasti “solo” scioccati da tali atteggiamenti, almeno fino a quando ufficialmente l’Aifa non ha riconosciuto l’effetto collaterale. Allora sono cominciate le querele, le denunce, le cause in tribunale.

Tra i casi più clamorosi si devono citare quello di un settantenne di Torino il quale, in seguito alla prescrizione del suddetto farmaco, ha dilapidato più di 600 mila euro in preda agli stati di euforia che lo portavano a non mangiare, a non dormire pur di giocare. Ironia della sorte: una volta saputa la causa del suo “stato”, durante il controlli medici cui si è sottoposto per il Processo, ha scoperto di non averlo nemmeno il parkinson. Avevano sbagliato la diagnosi.Rovinato per aver assunto un farmaco di cui non aveva bisogno.

Ma parliamo degli ultimi sette anni, quante persone sono state date per impazzite per via di questi cambiamenti repentini e senza precedenti? Ricordo parliamo di anziani e di effetti che possono sfociare anche nell’ipersessualità. Senza la giustificazione di cui ora sappiamo cos’altro si potrebbe pensare se non ad una prematura uscita di senno?

Sono queste le conseguenze cui è andata incontro Natascia Berardinucci. Infermiera quarantenne cui è stato diagnosticato il parkinson giovanile ad esordio precoce, nel 2005 si è vista prescritto il Pramipexolo.
Nel giro di un anno dall’inizio della terapia le abitudini della donna erano profondamente cambiate, insieme al suo comportamento: aggressività, irritabilità, episodi di stalking, danneggiamento e ovviamente gioco d’azzardo compulsivo.La donna non sembrava più lei e il suo compagno dopo l’ennesimo episodio di violenza è arrivato a denunciarla.

La donna è finita in carcere in attesa di giudizio e da qui in un Opg (ospedale psichiatrico giudiziario), nonostante le ripetute perizie, richieste per valutare la pericolosità sociale della donna, nonostante queste siano risultate tutte negative e nonostante il suo stato di incensurata le sono sempre stati negati gli arresti domiciliari. Solo dopo la mobilitazione di amici e parenti, dopo l’attenzione che sul caso è stata riportata dai media nazionali (è comparsa in un servizio de “Le Iene”) la donna è riuscita ad ottenere i domiciliari. Il processo prosegue ma rimane il fatto: questa donna ha perso più di 40 mila euro tra slot e gratta e vinci, la salute (fisica e psichica) e ad un certo punto pure la libertà e tutto per cosa?
Per aveva cominciato a curarsi con il pramipexolo, perché non sapeva dei sui effetti collaterali, perché non ne era stata informata né poteva venire a conoscenza (non era ancora scritto nel bugiardino) degli effetti collaterali in cui poi è caduta.

Come al solito la realtà ha superato la fantasia o, come in quest’ultimo caso, il peggiore degli incubi. Ora sapete, indignatevi.

2 pensieri riguardo “MEDICINALI CRIMINALI?

  • Matteo Camenzind

    Sembra la trama di una storia di Manara, e invece è vero… Inquietante. Grazie, Ignazio.

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  • natascia berardinucci

    Vi assicuro che è tutto vero!

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