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“Media Mutations 10” • The “-tainment” effect

Si è svolta di recente, tra le mura dell’affascinante Palazzo Marescotti, la decima edizione di “Media Mutations”, la conferenza internazionale promossa dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna che ha come tema la riflessione sui più recenti sviluppi nel campo dei media, dell’audiovisivo e dello spettacolo. Il convegno ha visto, anche quest’anno, la partecipazione di alcune delle più rinomate personalità internazionali attive nel dibattito accademico sulle evoluzioni mediali e sui risvolti che queste hanno sugli altri aspetti della cultura e della società.

Proprio in quest’ottica ha voluto porsi l’edizione appena conclusasi, in quanto ha visto come proprio tema portante il così definito “effetto -tainment”, cioè quella tendenza contemporanea dell’intrattenimento a permeare sempre più ogni altra pratica dell’agire umano, e, di riflesso, il tentativo di vari aspetti della società di farsi entertainment.

Organizzata dai professori Luca Barra e Paola Brembilla (Università di Bologna), questa edizione di “Media Mutations” ha accolto nelle sue due giornate, tra gli altri, nomi accademici di rilievo come Annette Hill (Lund University), Roberta Pearson (University of Nottingham), Enrico Menduni (Università Roma Tre), Daniela Cardini (Università IULM), Peppino Ortoleva (Università degli Studi di Torino), Denise Mann (UCLA), che hanno portato il dibattito attraverso più ambiti, dalla produzione televisiva alla musica, dalla politica all’educazione, senza dimenticare l’informazione, il cinema, i nuovi media e il panorama digitale.

La prima giornata ha visto un’interessante introduzione che ha esplorato l’aspetto professionale del warm up act, figura cardine del rendere intrattenimento anche il ruolo del pubblico nella televisione. Si è passati quindi a parlare della televisione nello specifico, non solo come contenitore di entertainment, ma come mezzo pervaso di intrattenimento esso stesso; in particolare si sono sottolineati l’aspetto emotivo del medium e l’aspetto esperienziale derivato dalle ormai onnipresenti piattaforme OTT (Over The Top, come Netflix e Hulu). Il secondo panel ha trattato un argomento quanto mai attuale nella vita mediatica contemporanea: la sempre maggior permeabilità dell’ambiente politico ai linguaggi dell’intrattenimento; da Donald Trump alle elezioni spagnole del 2015, passando dalle testimonianze dell’immigrazione e dai dibattiti di legittimità tecnica nel fotogiornalismo. Un breve spazio conclusivo ha enucleato le potenzialità – attribuite all’intrattenimento –  di modificare la percezione dell’educazione, soprattutto attraverso la ricontestualizzazione di elementi decontestualizzati in prodotti mediatici.

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La seconda giornata ha visto un’introduzione legata alle ormai rituali previsioni riguardanti il futuro dei media e delle intelligenze artificiali. Quest’apertura ha portato ad un panel su come il digitale abbia creato nuovi e prolifici ambienti di partecipazione esperienziale mediale; il dibattito ha mostrato casi virtuosi come le “narrazioni a enigma” portate avanti dalle comunità dei fan, affiancati a casi spaventosi come il recente fenomeno Blue Whale. La seconda parte della giornata è stata dedicata alle evoluzioni di quegli aspetti che sono “-tainment” per antonomasia, cioè musica, radio, video games e sport.In chiusura, la conferenza ha visto la presentazione del nuovo sito web del CUC (Consulta Universitaria Cinema), presieduto da Giulia Carluccio, Ruggero Eugeni e Stefania Parigi.

Dopo dieci anni di continuità, “Media Mutations” sembra quindi essere arrivato a parlare di sé stesso, focalizzando l’attenzione su quello che normalmente non è intrattenimento e tenta di diventarlo, in una sorta di meta-dialogo accademico, sempre sul margine tra l’illuminante e il ragionevole, senza sbilanciamenti dal punto di vista delle profezie per gli anni a venire (questi dieci anni hanno insegnato molto); nelle parole del’ideatore del convegno, il professor Guglielmo Pescatore: “[Media Mutations] non è più una cosa nuova, quindi è il momento che ci inventiamo qualcosa di nuovo”.

Certo è che Bologna, anche attraverso quest’edizione del convegno, si conferma uno dei centri accademici principali per il dialogo e il confronto sui media e l’intrattenimento, quindi qualunque sarà l’evoluzione di “Media Mutations”, l’aspettativa si mantiene alta e la speranza resta quella di trovare sempre grandi nomi e grandi idee.

I video dei vari panel di questa e delle precedenti edizioni della conferenza sono visionabili liberamente su https://www.mediamutations.org/, pagina da visitare anche a ridosso della prossima edizione per tenersi aggiornati sui call for paper e sui nuovi programmi.


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