BirdmenSerie TV

Mariah Carey: una serie TV sulla sua vita?

Andate pazzi per le serie TV? Fate parte di quell’immenso “agglomerato” di uomini e donne che dopo aver intrapreso la visione della prima puntata di un nuovo serial vivono nell’impazienza di gustarsi anche gli episodi successivi? E perché no, magari vi concedete anche a maratone notturne durante le quali divorate letteralmente una o più stagioni di una produzione televisiva? Se vi sentite tirati in ballo, sintonizzate i canali e iniziate lentamente a preparare la ciotola con i popcorn affianco a voi: all’orizzonte, un nuovo gustoso progetto parrebbe essere in procinto di vedere la luce. Come molte serie TV degli ultimi anni, anch’esso trova terreno fertile nel tema della musica e delle complessità del mondo discografico: Glee ed Empire sono solo due dimostrazioni di come questo filone di produzione abbia attecchito, trovando grande apprezzamento e consenso da parte del pubblico. A differenza degli esempi appena citati, però, la grande novità di tale serie deriverebbe, stando alle indiscrezioni, dal fatto che essa sarà incentrata sulla vita di una delle cantati di maggior successo della storia della musica: ci troveremmo, dunque, all’interno di una sorta di ricostruzione biografica avente come base fatti veri e reali. Secondo il sito «Deadline», infatti, la rete televisiva Starz (produttrice di numerose fortunate serie, quali Outlander e American Gods) avrebbe in cantiere una serie televisiva ispirata all’infanzia, l’esordio musicale e il successo di una delle ultime dive della canzone, Mariah Carey. La stessa cantante dovrebbe essere chiamata a prendere parte alla realizzazione nel ruolo di produttrice esecutiva, insieme a Brett Ratner (produttore e regista di numerose pellicole cinematografiche, tra le quali The family man e X-Men – Conflitto finale, ma anche di un gran numero di videoclip per le canzoni di Mariah, fra cui Heartbreaker e We belong together). La sceneggiatura invece dovrebbe essere affidata a Nina Colman.

 La nuova serie TV, che dovrebbe essere ambientata a New York negli anni ’80, avrebbe come elemento chiave della storia il difficile vissuto infantile e adolescenziale di Mariah, figlia di genitori separati di esigue condizioni economiche e vittima di numerosi soprusi a causa della propria doppia appartenenza etnica: europea da parte delle madre Patricia, cantante lirica di origine irlandese, e ispanico-americana da parte del padre Alfred. Proprio in un contesto di questo tipo, Mariah inizia a coltivare la propria passione per il canto, aiutata e supportata dalla mamma, sua prima maestra, senza mai arrendersi e con grande determinazione. Una volta cresciuta, Mimi – soprannome con cui viene chiamata la cantante (così amato e caro alla donna che la stessa l’ha inserito nel titolo di un suo album in studio del 2005, The emancipation of Mimi) si sposta a New York dove inizia a svolgere i lavori più disparati per mantenersi mentre, al contempo, completa le 500 ore di scuola di bellezza e si dedica alla scrittura e alla realizzazione delle sue prime demo-track. In quegli anni diventa inoltre back-up singer (cantante di supporto) dell’interprete Brenda K. Starr.

La svolta per la vita di Mariah arriva grazie all’incontro durante un party con il presidente della Columbia Records, Tommy Mottola (suo futuro marito dal 1993 al 1997), al quale la Carey fa in modo di consegnare una cassetta contenente alcune sue demo musicali. Mottola ne rimane talmente entusiasta da ricontattarla immediatamente e convincerla a firmare un contratto discografico. A partire da quel momento, Mariah inizia a macinare un successo dietro l’altro, raggiungendo fama planetaria.

Il progetto è ancora in fase iniziale e il tutto deve ancora trovare una conferma definitiva: di certo questa storia, che ha il retrogusto di una moderna fiaba di Cenerentola (una protagonista che, partita dalla miseria più totale, trova fortuna realizzando il suo amore – in questo caso per la musica), ha tutti gli ingredienti e le tematiche giuste per promettere qualcosa di gradevole. Non sarebbe del tutto folle ipotizzare, nel caso, anche un’eventuale partecipazione della Carey in veste di attrice: più volte la stessa cantante si è concessa al mondo della recitazione, alternando performance poco riuscite (vedi il film Glitter del 2001) ad altre più intense e convincenti (per esempio la parte  di una assistente sociale nel film del 2009 Preciuos, ruolo per il quale viene premiata al Palm Springs International Film Festival e al Capri Hollywood International Film Festival).

Non resta dunque che aspettare nuove informazioni più dettagliate sull’evoluzione del progetto ed eventuali conferme o smentite da parte dei diretti interessati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *