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Mamma, ho perso quattro anni

di Simone Lo Giudice

 

Non li affrontiamo dal 4 luglio 2006. Fu una serata memorabile, quella dell’assolo italiano di fronte alla platea tedesca. Fu una partita a scacchi lunga 120 minuti: a farci diventare matti ci pensarono Grosso prima e Del Piero poi. Noi volammo nella finalissima di Berlino, loro si dovettero accontentare della finalina di Stoccarda. Il Paradiso per gli Italiani, l’Inferno per i Tedeschi. Ma occhio a cosa è accaduto quattro anni dopo. Sudafrica 2010: l’Italietta fatta fuori nel girone eliminatorio più gramo della sua storia, la Germanissima confermata terza potenza mondiale.
Non abbiamo puntato la sveglia per tempo. Un po’ come capitò in casa McCallister alla vigilia di una vacanza natalizia nei primi Anni ‘90 del secolo scorso, quando il fanciullo Kevin perse l’aereo con tutta la sua famiglia a bordo. Roba da film. A noi è andata decisamente peggio: “Mamma, ho perso quattro anni!”.
Partiamo da chi non si è dimenticato di puntare le lancette.
Nel 2006 la Germania ha organizzato un Mondiale inappuntabile, dimostrando di essere un Paese ormai maturo, pronto ad amare il prossimo dopo averlo a lungo ripudiato. E sul giardino di casa sua si è strameritata la medaglia di bronzo. Ma il giorno dopo si è messa subito a riforgiare la sua famigerata tempra, destinazione Sudafrica.
Nel 2010 è andata in scena la Nazionale teutonica più multietnica di sempre: un cocktail micidiale a base di tedeschi, polacchi, bosniaci, ghanesi, nigeriani, tunisini e turchi. Una compagine nazionale che rappresenta l’essenza della nuova Europa unita. E il terzo gradino del podio mondiale ne ha elogiato le gesta quattro anni dopo. Mein kompliment!
E noi? Noi siamo rimasti a Berlino. I piedi a Sudafrica 2010, il cuore a Germania 2006. Ci siamo riconfermati l’ultimo baluardo dell’autarchia bianca. E la colpa non può essere addebitata unicamente al nostro mediocre passato coloniale. Perché se gli “opportunisti oriundi” non ci convincono fino in fondo (l’italo-argentino Camoranesi docet), non possiamo negare come i “nuovi italiani” ci spaventino.
Nel maggio 1939 fu firmato il Patto d’Acciaio tra la Germania hitleriana e l’Italia mussoliniana. Storia di mezzo secolo fa, di quando loro ci prendevano per mano tra leggi razziali e sogni di conquista. Paradossalmente i tedeschi hanno voltato pagina prima di noi. Così a cinquant’anni di distanza siamo costretti a scopiazzare da loro, un’altra volta. Ci facciamo sempre anticipare, perchè non siamo bravi a controllare gli eventi. Ma è arrivato il momento di aprire gli occhi. E solo così potremo scoprire di aver sbagliato a progettare il futuro con il senno di prima.

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