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Mafie: legalità e istituzioni – IX edizione

di Francesca Lacqua

Lunedì 18 novembre, con l’intervento ’Ndrangheta al nord del gip del tribunale di Milano Giuseppe Gennari sul tema, ha preso il via la IX edizione di “Mafie: legalità e istituzioni”.  La manifestazione si protrarrà per due settimane alternando dibattiti, conferenze e spettacoli. Tra i temi caldi di quest’anno spiccano gli incontri con Cataldo Motta il 22 novembre riguardo a quella “mafia dimenticata” che è la Sacra Corona Unita, e l’appuntamento venerdì 29 con il giornalista Giovanni Tizian e il Collettivo “Senza Slot” con i quali sarà approfondito l’intreccio tra infiltrazioni mafiose e gioco d’azzardo. Non mancheranno poi le rappresentazioni teatrali: giovedì 21 con Giulio Cavalli sarà presentato lo spettacolo L’innocenza di Giulio, in riferimento al caso Andreotti, e mercoledì 27 Saverio Tommasi terrà lo spettacolo/dibattito incentrato sulla libertà di informazione Omertà tra intimidazioni e autocensura. A conclusione della rassegna, sabato 30 novembre si terrà il convegno organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza riguardo agli strumenti di contrasto al crimine organizzato.
Tutte le iniziative, curate dal Coordinamento per il Diritto allo Studio e dall’Osservatorio Antimafia Pavia, avranno sede tra l’Aula Magna e L’Aula del 400 in Largo La Pira.

L’Osservatorio Antimafie Pavia nasce quattro anni dopo il primo allestimento di Mafie da una chiacchierata tra gli studenti e Nando Dalla Chiesa, ospite di quell’edizione, come gruppo di persone volto a occuparsi stabilmente dell’organizzazione della rassegna, con lo scopo di parlare il più possibile di mafie e soprattutto delle sue manifestazioni nel nord Italia, senza mitografie mediatiche e prescindendo dalle rappresentazioni deformate che, del fenomeno, se ne hanno dai media o dal dire comune.
Gli studenti dell’Osservatorio hanno potuto contare da subito  sulla presenza del professor Vittorio Grevi, figura importantissima nel panorama giuridico italiano, che partecipò tra l’altro alla stesura del codice di procedura penale attuale.
Egli rimase fino a fine 2010 (anno della sua scomparsa) un punto di riferimento nella sua figura di maestro. Intransigente ma sempre impegnato con la nostra università nella quale aveva studiato e insegnato dal 1979 – università riguardo alla quale è sempre bene ricordare la lettera da lui scritta: «Qui è immediata la sensazione dell’università che vive dentro la città, e si alimenta così anche nei docenti, proprio mentre si studia o si scrive, la speranza di poter in tal modo fare qualcosa di utile – ognuno nel campo delle rispettive discipline – per il progresso della società civile, nella quale si è anche fisicamente immersi». Voce indipendente e talvolta scomoda, attivo nel diffondere la cultura antimafia al nord ben prima che le recenti operazioni “Crimine Infinito” rendessero il fenomeno palese anche in Lombardia. «Grazie a lui l’università di Pavia è stato uno dei pochi luoghi  dell’accademia italiana in cui per decenni si è discusso di mafia con profondità e continuità», scriveva Nando dalla Chiesa all’indomani della sua scomparsa sul Fatto Quotidiano. Quello stesso 2010 che è stato anno importante sia per la presa di coscienza collettiva delle infiltrazioni mafiose al nord in seguito alle operazioni menzionate poco fa – a Pavia vengono arrestati il dirigente della ASL Carlo Chiriaco e l’avvocato Pino Neri – sia per la rassegna Mafie che vede come ospite Roberto Saviano, al quale verrà negata la cittadinanza onoraria. In seguito, ma non solo per questo, alla fama formatasi all’indomani dell’incontro l’attività dell’Osservatorio inizia a coinvolgere anche le scuole superiori pavesi che chiedono aiuto nell’organizzazione di progetti di educazione alla legalità. Anche se nessuno dei membri del gruppo aveva mai avuto esperienze didattiche, i ragazzi accettano per la necessità di andare a fondo nel raccontare le cose come stanno: perché non occorre essere degli addetti ai lavori, tanto meno degli eroi, per impegnarsi nella lotta alle mafie.
Oltre a Saviano “Mafie” ha visto la partecipazione di molte altre personalità di spicco tra cui ricordiamo i magistrati Raffaele Cantone, Nicola Gratteri, Armando Spataro, Ilda Boccassini, Alberto Nobili; giornalisti e scrittori come Saverio Lodato, Marco Travaglio, Attilio Bolzoni, Sandra Rizza e attivisti come Maria Falcone e Salvatore Borsellino, coinvolti nell’evento dall’interesse, e nell’interesse, degli studenti. Nomi impegnati quotidianamente nella lotta alle mafie che hanno portato la loro testimonianza attiva di cui dobbiamo essere sempre memori, ricordando che il problema delle mafie è un problema di ogni cittadino. E questo non sarà mai ripetuto abbastanza.

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