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Ma Babbo Natale inquina?

Sarà un Natale diverso, non c’è dubbio. Abbiamo iniziato a decorare la casa in anticipo, nel tentativo di un po’ di gioia in mezzo a tante variazioni negative. Ci rimane tuttavia del tempo per ragionare anche sui cambiamenti positivi da apportare alle nostre feste.

Partiamo da una constatazione: il periodo natalizio si accompagna ad un aumento dei nostri livelli di consumi, è il momento in cui ci dedichiamo a fare le cose per eccesso. Fin qui nulla di nuovo. Questo però significa consumare in appena tre giorni il 5,5% della nostra impronta di carbonio annuale. Dalla Vigilia a Santo Stefano, i nostri consumi totali per cibo, spostamenti, luci e regali risultano in 650 kg di CO2 pro capite- il peso di 650 panettoni (o se preferite pandori).

Questi dati (e i dati a seguire) sono stati calcolati dallo Stockholm Environment Institute basandosi sulla Gran Bretagna, ma è probabile che i dati italiani non si discostino di molto. Nello specifico i 650 kg di CO2 sono così ripartiti: cibo 26, spostamenti 96, illuminazione 218 e oggetti acquistati 310 kg.

Ci tocca diventare dei verdissimi Grinch per il bene del pianeta? Non necessariamente. Gran parte di queste emissioni derivano da gesti poco sensati e facilmente migliorabili. Conoscenza e attenzione possono considerevolmente limitare il nostro impatto, facendoci ugualmente trascorrere un meraviglioso, e forse più significativo, Natale.

Partiamo da uno dei protagonisti indiscussi delle festività: il cibo. Evitare che finisca nella spazzatura salva 7 kg di CO2 a testa. Nessuno spreca volontariamente: spesso la colpa è di una programmazione inadeguata (comprare un sacco di cavoletti se non piacciono a nessuno non è poi una grande idea). Meglio quindi pianificare in anticipo la lista della spesa e le porzioni per i pranzi delle feste, cercare di comprare locale, fare bene la differenziata (bucce nell’umido), conservare correttamente gli avanzi e consumarli.

Tre consigli sulle lucine: preferire luci a LED a basso consumo, less is more (ed è anche più di buon gusto), spegnerle prima di andare a letto. Per gli spostamenti: considera i mezzi pubblici come il treno.

Arriviamo ora a un must delle feste: i maglioni brutti, le calze di lana, i soprammobili kitsch e tutti quei regali fantastici a cui ogni anno rispondiamo convinti: “Grazie, non dovevi proprio!”

In cifre: nel Regno Unito si spendono circa 4 miliardi di sterline l’anno in regali totalmente non voluti – 92 £ per persona. I regali non graditi producono 4,8 milioni di tonnellate di CO2. Se non fossero stati comprati ci saremmo evitati, oltre a un sorriso forzato, 80 kg di CO2 a testa (310 – 80 = 230 kg). Se in più comprassimo un terzo dei regali in negozi etici a basso impatto atterreremmo sui 200 kg.

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Durante lo shopping natalizio è preferibile optare per:

  • Alternative immateriali come una donazione, un’esperienza, biglietti di spettacoli, corsi o il proprio tempo (quest’anno molti sono irrealizzabili ma normalmente no!)
  • Qualcosa fatto in casa, fatto a mano, vintage o riutilizzabile
  • Qualità, non quantità, in modo che i regali durino nel tempo
  • Fare della beneficienza con i doni non particolarmente graditi
  • Riutilizzo della carta regalo o scelta di incarti non di plastica (si può valutare la carta da pacchi o la carta di giornale, nonchè qualunque materiale riciclato), evitare i glitter (sono microplastiche), usare decorazioni naturali (es. rametti di pino o fette di arancia essiccate).
  • Riutilizzo o creazione handmade di addobbi per l’albero di Natale, utilizzare per più anni possibile l’albero finto.

In Canto di Natale, Dickens descrive lo Spirito del Natale Presente su un trono di tacchini, formaggi, cacciagione, focacce, pasticcini, ecc ecc. Eliminare l’idea dell’abbondanza a tutti i costi che portiamo avanti pur consapevoli dello spreco renderebbe il Natale meno Natale? I valori che Scrooge scopre sono ben altri.

Come saranno i Natali futuri?

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