Luca Vecchi sarà Diego Fusaro nel biopic targato von Trier
Perché dire “Daje, zì, fa’ na canna”, quando puoi dire “Via, apponi illimitati sigilli di lungimiranza sul turbonichilistico affusto cartaceo contenitore del contenuto antropolisergicizzante con la finalità di pseudo-inventare nuovi globi mentali e così involarti negli infiniti spazi dell’oblio anticapitalistico, zio”?
Questa è la domanda che nessuno di noi si è posto, stamattina, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo film di Lars von Trier, un biopic su Diego Fusaro, dal titolo C’è Diego? No, c’è la turbocremeria-anticapitalistica, in teoria una metafora della ricerca della felicità, in pratica una inauspicabile mercificazione atlantista-neoliberista profusariana.
Riuscirà Luca Vecchi, già The Pills e regista di The Pills – Sempre meglio che lavorare, a dare la profondità che merita a un personaggio dalla cubatura così voluminosa da far apparire grigino un buco nero? La speranza è che von Trier riesca a portare un po’ di Roma Sud all’interno della propria opera, altrimenti incuneata del piano inclinato della bassezza pandiplomatica e sterilizzante del pensiero piemonto-danese, per dirla alla Fusaro.
Se ne Il Bagno Okkupato (2014), Luca Vecchi, Luigi Di Capua e Matteo Corradini erano alle prese con la lettura di Brecht al contrario, stavolta l’asticella si alza, perché la sceneggiatura – abbiamo avuto una turbosoffiata – prevede un primo piano di Vecchi che legge Fusaro nel verso giusto, con ovvie difficoltà espressivo-comprensive. Consigliamo di leggerlo al contrario e vedere cosa succede.
Turboarisentirci a presto.