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L’ottimismo è il profumo della vita

di Matteo Miglietta

 

Quest’anno sarà diverso: comincerò la dieta! Farò sport! Troverò più tempo per me e leggerò moltissimo! Inizierò davvero a studiare!
Un altro calendario è stato cestinato, tempo di bilanci e speranze per i mesi a venire, critiche e commenti conditi da buoni propositi che forse nemmeno noi crediamo davvero di voler realizzare. Ma è giusto ogni anno puntare in alto e aspirare a un domani che sia sempre migliore. Certo tutto sarebbe più facile se non fossimo ormai da tempo spettatori forzatamente passivi dell’eutanasia dell’università, che non può non condizionare le nostre prospettive future. Una morte assistita davanti alla quale noi, parenti della povera vittima in coma da tempo che hanno continuato a spronare i medici a trovare una cura alternativa per salvare la nostra cara e ridarle una vita dignitosa (dopo un periodo di riabilitazione, s’intende), siamo stati lasciati dai medici fuori dall’ospedale. “Proveremo a curarla col cianuro -ci hanno detto-, ma non vi assicuriamo nulla sul risultato. Noi comunque crediamo possa funzionare”.
Negli ultimi decenni, nessun anno è riuscito a far registrare nel proprio Libro dei Fatti così tanti scontri fra governanti e mondo dell’istruzione come questo nostro 2010 (ma forse dovremmo allargare la prospettiva all’ultimo biennio).
“Non essendo dalla natura conceduto alle mondane cose di fermarsi”, teorizzava Machiavelli, la storia è caratterizzata da una particolare ciclicità che va dalla rovina alla grandezza, all’ozio, alla debolezza, per poi tornare di nuovo alla rovina; dall’ordine al disordine per poi tornare all’ordine, dal bene al male e dal male al bene. Forse negli ultimi decenni le maglie di questo ciclo perenne e inarrestabile si sono strette fino a rendere l’ordine e il disordine, la rovina e la grandezza così vicine da non riuscire nemmeno a distinguere dove termini una e cominci l’altra.
Dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili, siamo davanti a una delle più grandi rivoluzioni della storia nel campo della comunicazione, e chissà quanto ce ne stiamo realmente rendendo conto. Si chiude l’anno di Zuckerberg (mr. Facebook) e Assange (mr. Wikileaks), e se ne apre un altro fatto da milioni di internauti che, grazie a una nuova consapevolezza mutuata direttamente dal web, oggi più che mai aspirano a essere protagonisti consapevoli del proprio domani. L’allegoria del Robin Hood degli Anni Dieci passa anche da qui: rubare potere ai ricchi per donarlo ai poveri.
Concludiamo allora citando il novantenne Tonino Guerra, che ha scritto così tante poesie e sceneggiature celeberrime da diventare noto ai più per una pubblicità ripetuta in maniera ossessiva da tutte le televisioni: “l’ottimismo è il profumo della vita!”. Guai a noi tapparci il naso per vivere in apnea!
Un buon 2011 a tutti!

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