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Loro 2, ovvero: loro due (Berlusconi e Sorrentino)

di Federica Scaglione e Francesco Melchiorri

“Perché sei rimasta con me tutti questi anni se pensavi davvero che non avessi alcuna qualità?”; così Berlusconi (Toni Servillo) incalza la moglie Veronica (Elena Sofia Ricci) durante quella che sembrerebbe una classica lite tra coniugi in procinto di divorziare (salvo poi rivelarsi una magistrale messa in scena data la silenziosa presenza della servitù che fa da pubblico).  Ed è così che Paolo Sorrentino stuzzica il pubblico, spiazzato da un film troppo sfuggente per potersi definire biografico e inaspettatamente narrativo rispetto all’abitudine sorrentiniana. In definitiva un’opera impossibile da inquadrare con una definizione secca (come sempre accade con Sorrentino).

Eccolo lì dove l’avevamo lasciato. Lui è finalmente il protagonista assoluto del film: deflagra per tutto il resto della pellicola. Quale Lui? Entrambi. Berlusconi non manca in nessuna scena. E nemmeno Sorrentino. I nostri presentimenti sembra ci abbiano portato sulla strada giusta: Loro 2 altro non è se non il film di Sorrentino sul Cinema di Sorrentino, del quale Loro 1 aveva già predetto il tema fungendo da lunghissimo trailer.

loro-2 (1)

Un film con Berlusconi ed il suo mondo privato, certo, ma sicuramente non un film solo su Berlusconi. Sorrentino dimostra di essere pienamente consapevole del suo ruolo nel panorama cinematografico italiano, basti pensare a come riesce a venderci una scena in cui Servillo – “mascherato” da Lui – vende una casa ad una cittadina qualunque “dimenticandosi” completamente di reggere la dizione con cadenza milanese del personaggio, che sfocia in un italiano con palesi tinte napoletane tipico di un Servillo teatrale anche nei modi, chiaro omaggio del regista al suo attore feticcio, vero grande protagonista di tutto il suo Cinema. Berlusconi vende le case, Sorrentino ci regala un cammeo con Servillo.

“Chi sei veramente?”; la domanda echeggia più volte durante il dialogo (decisamente improbabile) tra Berlusconi e Mike Buongiorno, e proprio questo è il quesito che anima Loro 2. Chi è davvero Berlusconi? Uno spregiudicato imbonitore desideroso di guadagni o semplicemente un uomo anziano spaventato dall’idea della morte? Sorrentino non lo dice, ma fa parlare inequivocabilmente il suo personaggio che si lamenta della stupidità dei suoi avversari che vorrebbero che dietro la realtà si celassero sempre intricati retroscena, anche quando i fatti sono di una semplicità sconcertante.

loroLa domanda sorge dunque spontanea: chi è davvero Paolo Sorrentino? Il regista che toglie il fiato con panoramiche a 360° (talvolta incantevoli, talvolta retoriche) o l’autore di video-clip trash con risvolti soft-porn? Il pubblico rimane confuso e al tempo stesso s’illude di poter trovare un senso tra serpenti decapitati e gigantesche rane mascotte. Ma forse è proprio questo che amiamo di Sorrentino: sfugge a ogni definizione, e il suo stile resta sempre ricco e generoso nei confronti del pubblico. O forse vuole solo illuderci che sia così? Di certo riesce a “convincere della bontà (e della bellezza) dei nostri sogni”.

Sorrentino gioca con piacere insieme a noi, senza volerci beffare volgarmente, ma l’intento è chiaro. Si è detto che c’è ben poco di autocelebrativo in un esperimento del genere: tanta consapevolezza dei propri mezzi e talenti e una personalità poco umile magari. In ogni caso l’obiettivo è centrato: si può pure lasciar perdere il Cinema di Sorrentino dopo questo film, ma il regista ci incalza per ben tre volte durante lo scambio chiave Ricci-Servillo. Perché l’abbiamo seguito finora se pensiamo non valga nulla? Perché, in fondo, ci ha fatto innamorare, se non del suo Cinema, del Cinema puro, delle infinite possibilità di bellezza che esso ci dà, mostrate, evidentemente, nel Cinema di Paolo Sorrentino al meglio; certo, difficile da accettare in una pellicola con un tema così facilmente abusato e tendente al basso-comico come la vita di Berlusconi, ma tant’è. Il Cinema di Sorrentino è stato il vero terremoto del panorama filmico italiano degli ultimi anni: la dentiera è una promessa (quella di farci ridere) mantenuta in breve tempo, ma la folla (il pubblico) che urla “Noi rivogliamo Gesù!” (il sacro, la storia più nobile, le immagini migliori) non ha capito che Paolo Sorrentino è capace di tirar fuori tutto ciò anche dalle macerie, a tempo debito.

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