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L’Odissea degli oggetti smarriti

Avete presente quella voce metallica che (quando funziona e non si blocca con un odioso suono a scatti) accompagna i viaggi in treno di ogni pendolare e che annuncia le fermate e la destinazione (aggiungerei, in modo incomprensibile tanto da non capire nemmeno in che lingua parli a volte)? Quella voce che alla fine del vostro viaggio (che vi aveva assicurato sarebbe stato fantastico, “Trenord wishes you a pleasant journey!”) vi ricorda di raccogliere tutti i vostri averi, bagagli, vettovaglie e quant’altro prima di scendere dal treno…Ecco, qualora ci abbiate fatto caso…spero che l’abbiate ascoltata e che non vi siate dimenticati nulla a bordo: si sa che andare alla ricerca degli oggetti smarriti nelle stazioni e negli aeroporti non è esattamente il sogno di un viaggiatore. In caso vi fosse capitato, invece, immagino che vi siate pentiti amaramente nel momento in cui vi siete resi conto di quanto possa essere difficile riuscire a recuperare i propri averi: oltre al panico iniziale, infiniti minuti spesi al telefono in attesa di poter parlare con un operatore e quando ci si riesce, la difficoltà nello spiegare la situazione e nel farsi capire; i continui rimbalzi da un ufficio all’altro, da un numero di telefono all’altro… Insomma, è chiaramente meglio cercare di ricordarsi di portar via tutte le proprie cose per evitare una trafila lunga e noiosa. Tuttavia, malgrado qualche inconveniente, inaspettatamente Trenord da questo punto di vista risulta essere molto organizzata rispetto ad altre compagnie e, soprattutto, rispetto alle Ferrovie dello Stato. Per chi non lo sapesse, infatti, “l’amante del verde e bianco” è provvista di un ufficio oggetti smarriti che nei limiti del possibile cerca di assicurare ai propri clienti un servizio efficiente e un aiuto tempestivo nella “caccia al disperso”. Il cosiddetto “My link point” è facilmente raggiungibile attraverso un numero al quale rispondono quasi sempre in tempi accettabili gli operatori che, se va di fortuna, possono anche essere gentili e disponibili. Se non altro almeno si premurano di verificare la presenza del bene richiesto in magazzino e, in qualche caso, riescono anche a restituirlo al legittimo proprietario. Tuttavia in molti altri casi non è possibile rintracciare l’oggetto perché magari gli addetti nei loro giri di controllo non l’hanno trovato: non è difficile che qualche furbetto, soprattutto nel caso di oggetti di valore, trovandoli decida di tenerseli per sé, del resto si sa che l’occasione fa l’uomo ladro…

In ogni caso le “cianfrusaglie” accumulate in magazzino non possono rimanerci all’infinito così dopo quindici giorni, se non reclamate, vengono trasferite all’ Ufficio Oggetti Rinvenuti del Comune di Milano e a quel punto la fase di recupero potrebbe diventare più complicata.

Proprio qualche giorno fa anche all’interno del programma “Striscia la notizia”, lo pseudo-supereroe Capitan Ventosa ha dedicato un servizio proprio a questo tema e in particolare raccontava le vicissitudini di un uomo che si è messo in moto per cercare di ritrovare la cartelletta del figlio dimenticata sul treno e che ha così dovuto sperimentare le tempistiche e la disorganizzazione degli uffici a cui veniva continuamente rimandato di rimbalzo inutilmente. Nonostante qualche problematica iniziale, grazie all’aiuto del valoroso Capitan Ventosa (che ha atteso ben quaranta minuti prima di riuscire a parlare con un operatore e ha dovuto chiamare diversi uffici prima di avere delle risposte), alla fine il povero sventurato è riuscito a rientrare in possesso dell’amata cartelletta dimostrando che malgrado qualche incidente di percorso alla fine i servizi offerti da Trenord non funzionano poi così male. Sembra quasi una barzelletta, ma è ciò che succede a molti “sfortunati” che si trovano a dover affrontare questa “Odissea”.

A me e ai miei occhiali da sole qualche tempo fa non è andata altrettanto bene: gli operatori gentilissimi hanno fatto il possibile, ma non li ho mai ritrovati… Non tutti possono essere fortunati del resto.

Quindi, anche se un modo per rientrare in possesso dei propri beni esiste ed è un servizio messo a disposizione di tutti, è sempre meglio evitare di dover spendere più soldi in chiamate di quanti se ne spenderebbero per riacquistare l’oggetto smarrito, dunque il consiglio pratico: ricordatevi sempre di tirar su i vostri averi sparpagliati per la carrozza prima di scendere e, se arrivate al capolinea, ascoltatela, quella vocina robotica che ve lo rammenta: vi eviterete inutili perdite di tempo!

Claudia Agrestino

Sono iscritta a Studi dell'Africa e dell'Asia all'Università di Pavia. Amo viaggiare e scrivere di Africa, Medioriente, musica. Il mio mantra: "Dove finiscono le storie che nessuno racconta?"

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