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Lo spirto tifoso ch’entro mi rugge

di Fabio Muzzio

 

Mi scuso con Ugo Foscolo per aver modificato l’ultimo sublime verso di Alla sera, ma il tifoso in me rugge e per il Pavia, forse, più che di sera si può parlare già di notte nera.

In proposito prometto che passerò al più presto nel cortile delle Magnolie a scusarmi personalmente con il poeta.

Otto gare un punto, quarta sconfitta consecutiva: senza parole.

Al Sinigaglia contro un Como non trascendentale, il Pavia riesce a perdere ancora un’altra partita di un campionato che si sta trasformando in un vero e proprio calvario. A tre giornate dalla conclusione del girone di andata il nostro cesto ha raccolto otto miseri punti, che significano lotta disperata con Foligno e Viareggio per evitare la retrocessione diretta.

Stagione peggiore non poteva esserci per festeggiare il glorioso traguardo dei cento anni.

Rosario Pergolizzi stupisce un po’ tutti, non tanto per Filippo Falco in panchina, che consente di avere un assetto più guardingo, quanto per la bocciatura di Davide Facchin reo di una papera e non due contro il Benevento (così la pensiamo) e propone in porta Ivan Cacchioli, che, a sua volta, commette un errore da Prima categoria (cito un amico che ha visto direttamente l’episodio) e regala il vantaggio ai lariani al 38’ con una presa errata su cross di Ciotola.

E così, adesso, il Mister azzurro, che voleva dimettersi la scorsa settimana e la Società l’ha convinto a non farlo, con tutta probabilità si è giocato psicologicamente entrambi gli estremi. Un’altra situazione delicata in un momento difficile.

Mavillo Gheller, invece, tornato in campo per l’assenza dello squalificato Gaetano Capogrosso, segnala ancora una volta di più che è arrivato il momento di dire basta con il calcio giocato e che, soprattutto, il suo ritorno a Pavia è da considerarsi uno degli errori estivi: per la gomitata a Filippini si vede sventolare l’ovvio rosso dall’arbitro e costringe i suoi a settanta minuti di inferiorità numerica.

 

E dire che l’undici di Ernestino Ramella una mano a Pavia l’ha pure data, tanto che Fasano era riuscito a pareggiare al 59’ al termine di una porzione di gara, nella quale i lariani apparivano un po’ rinunciatari e forse sicuri della vittoria.

La squadra di casa ha accusato il colpo, il Mister di Zinasco, che siede sulla panchina avversaria, rimescola le carte e il Pavia con tanta sofferenza cerca di difendersi in tutti i modi, sostenuti da Fasano e da capitan Carotti, quest’ultimo migliore in campo, a detta degli stessi cronisti comaschi.

Tutto questo non basta e Doumbia all’89° risolve l’ennesima mischia davanti a Cacchioli.

Domenica prossima arriva l’Avellino in una sfida quasi da ultima spiaggia e la quinta sconfitta consecutiva tra le mura amiche risulterebbe sportivamente intollerabile.

La Società, intanto, si assume tutte le responsabilità di una stagione nata storta e cresciuta peggio. Lodevole e doveroso atteggiamento, ma ci permettiamo di dire che non basta: servono altri segnali.

Comunque, mai arrendersi!

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