Letteratura

L’intramontabile Austen

Nel pomeriggio del 18 luglio 1817 si spense un lume della letteratura inglese, Jane Austen, colei che fece, fa e farà sognare generazioni intere di piccole e grandi donne, senza escludere il pubblico maschile.

In occasione del bicentenario della sua morte, presso la cattedrale di Winchester, dove se ne conservano le spoglie, sono state presentate le nuove dieci sterline, che la Gran Bretagna vedrà in circolazione dal prossimo 14 settembre. Sulla banconota campeggia il ritratto della Austen in sostituzione di quello di Charles Darwin: un omaggio alla cultura inglese e un importante successo per l’agognata parità dei sessi. Il volto di Jane è accompagnato da una frase tratta dal capolavoro Pride and Prejudice : “I declare after all there is no enjoyment like reading”(in traduzione: “dichiaro che dopo tutto non c’è maggior gioia che leggere un libro!”). Poche parole sottratte dal contesto e dalla sottile ironia con cui vengono fatte pronunciare da Miss Bingley per conquistare il misterioso Mr. Darcy; ma, chissà, magari quel ragazzino inglese, poco attento alle raccomandazioni dei genitori e degli insegnanti, che sono soliti ripetergli che è importante possedere un solido bagaglio culturale, tenendo in mano la banconota, sarà attratto da una libreria, dove potrà associare quel volto femminile ad affascinanti pagine dall’atmosfera ottocentesca.

I sei romanzi di Jane riflettono il microcosmo della piccola nobiltà di campagna e della borghesia provinciale britannica: mentalità, consuetudini, pregiudizi e quotidianità a cavallo tra XVIII e XIX secolo . Il realismo, le minuziose descrizioni dei personaggi, la registrazione di emozioni e sentimenti, hanno come conseguenza diretta l’immedesimazione del lettore, che si ritrova così in un salotto inglese a sorseggiare tè e ad ascoltare chiacchiere nobiliari.

L’etichetta di “romanzo rosa”, che comunemente viene applicata a queste opere, risulta fortemente riduttiva. Ogni storia d’amore, nucleo della narrazione, è intessuta di particolari e di riferimenti alle ideologie di quegli anni che stimolano la riflessione del lettore più scrupoloso. Una costante del pensiero dell’epoca è il senso dell’onore, legato al ceto sociale di appartenenza. Quel che importa è possedere ricchezze e farne vanto.

Emblematica è la figura di sir Walter Elliot, padre di Anne, la protagonista dell’ultimo romanzo, Persuasion, pubblicato postumo nel 1818. Il suo nobile nome non deve essere danneggiato da niente e nessuno, e viene prima della felicità delle sue tre figlie, a tal punto che persuaderà la dolce Anne a rinunciare al suo primo ed unico grande amore, Frederick Wentworth, un ufficiale di marina dalle origini troppo umili per poter essere degno della famiglia di Lord Elliot, “[…]un giovane, che non aveva da offrire nulla se non se stesso, che non aveva speranza di diventare ricco se non grazie alla sorte di una professione tanto incerta, né aveva parentele o conoscenze che potessero quanto meno garantire la sua carriera in quella professione; davvero sarebbe stato un distruggere ogni possibilità[…]”.

Il desiderio di fama precede l’umiltà e l’onestà in molti personaggi della Austen, scrittrice che, invece, rifuggì sempre la notorietà, tanto che i primi quattro romanzi circolarono in forma anonima. Il 30 ottobre 1811 venne pubblicato Sense and Sensibility, ma, in sostituzione del nome dell’autrice, vi era la formula: “by a Lady”.

Fu il suo grande talento a continuare a farla vivere nei secoli. Solo un’osservatrice attenta dell’umanità e dall’animo sensibile, quale Jane, avrebbe potuto delineare dei profili così ben caratterizzati, imbevuti della cultura dell’epoca, ma che nel profondo del loro essere risultano estremamente attuali in quanto provano le nostre stesse emozioni: orgoglio, gelosia, sofferenza, ma soprattutto… sconfinato amore. La giovane Anne, più intelligente che bella, per meritare il rispetto del padre vanitoso, che predilige la primogenita Elizabeth, vive nel proprio mondo interiore, cercando di nascondere i propri sentimenti dallo sguardo indiscreto di chi la circonda. Austen è riuscita a descrivere con precisione e delicatezza quel mondo interiore, fatto di sensazioni, rimpianti e pensieri sfuggenti; un’impresa linguistica e stilistica ardua che A. Walton Litz presenta così: “i commenti dell’autrice, il dialogo e il monologo interiore si fondono uno nell’altro. Al discorso indiretto in cui lunghi dialoghi vengono compressi e collocati nell’io centrale, si affiancano metodi narrativi più convenzionali unendosi nel dare la sensazione che tutto il romanzo si svolga nella mente dell’eroina”. Ed è proprio in questa graziosa ragazza del Somersetshire che Jane Austen ha lasciato qualcosa di sé.

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