Musica

Lili Marleen, una canzone e una storia

Non è un estratto del nuovo disco dei Baustelle, non la troverete là dentro. Non è una canzone d’amore e nemmeno di guerra, piuttosto le due cose insieme. Non costa niente, un clic ed è vostra per sempre (nei limiti del possibile). Non contiene sintetizzatori digitali. Non è un punto fermo. Non è un’isola: semmai la barca per arrivarci. Eccola qui. Prendetela per mano, cercate di proteggerla dal freddo. Oppure semplicemente lasciatela andare. Si chiama Lili Marleen. Firmato Baustelle.

 Con queste parole, il 20 ottobre, la band tosco-milanese presentava l’uscita della loro nuova canzone, Lili Marleen, a tre anni di distanza dall’ultimo album Fantasma, “semi-concept” incentrato sul tema della morte ma pregnante anche di amore, capolavoro apprezzato dai fan e dalla critica.

Lili Marleen non sarà però inserita nel nuovo album atteso per la fine dell’anno (manca ancora una precisa data ufficiale), di cui si conosce solo che sarà – come lo ha definito Francesco Bianconi in una recente intervista – ” oscenamente pop”.

La canzone, così come il nome del gruppo (che significa “cantiere” in tedesco), è legata alla Germania.

Lili Marleen fu la canzone preferita dai soldati tedeschi, prima, e di tutto il mondo in seguito, durante la seconda guerra mondiale, una sorta di inno non ufficiale.

La storia della canzone nasce da una poesia di Hans Leip, poeta di Amburgo chiamato al fronte nel 1915. Prima della partenza compone Das Lied eines jungen Soldaten auf der Wacht  (La canzone di una giovane soldato di sentinella), in cui compare il nome di una ragazza: Lili Marleen. Il nome Lili è quello della sua ragazza , figlia di un contadino, combinato con il nome di una giovane infermiera, Marleen, probabilmente fidanzata con un altro soldato. La poesia faceva parte di un volume intitolato Die Harfenorgel (L’arpa).

Nonostante il carattere spiccatamente antibellico, la poesia rientra nel 1937 in una collana di poesie nazionaliste ed in seguito attira l’attenzione della cantante Lale Andersen che prima realizza una versione musicata tendenzialmente romantica e, in seguito, una seconda versione marziale, su melodia di Norbert Schultze, compositore di marce e di canzoni militaresche e propagandistiche. Sarà questa versione che, incisa su disco, si imporrà durante il secondo conflitto bellico mondiale.

Il percorso però è tormentato, la canzone è stroncata dalla critica perché ritenuta cupa e priva di ritmo, è invisa a Joseph Goebbels, ministro della propaganda, che ne vieta la diffusione, inoltre vende pochissime copie e non ha successo di pubblico. Fino a quando, nel 1941, una radio militare tedesca inizia a trasmetterla in maniera frequente: essa diventa la canzone dei soldati, una canzone che ricorda loro un amore lasciato a casa invece di fomentare il loro vigore battagliero, una canzone che li manda a difendere il Reich con le lacrime agli occhi e non con l’ardore di difensori della patria. È un brano scomodo per i comandi tedeschi, così viene proibito, ma la sua popolarità è ormai in crescita inarrestabile. La protesta dei soldati sconfigge la censura e la canzone torna ad essere trasmessa nelle radio  in chiusura dei programmi, tutte le sere alle 21:55.

L’immensa popolarità del brano porta a versioni in altre lingue, a cominciare dall’inglese. La canzone verrà cantata per le strade e dagli altoparlanti e al fronte, da entrambe le linee.

Lili Marleen dei Baustelle non è una cover del brano tedesco, è un riferimento, una attualizzazione. Nel testo è chiaro il riferimento alla guerra, Parigi è occupata dalle SS, acronimo che ha le stesse lettere di Isis, il richiamo è forte fin dal nome, l’estremismo è lo stesso, che sia politico o religioso. Nella canzone si parla del terrorismo, dei kalashnikov dei kamikaze, di Allah, delle chiese, ma anche di Bowie che, pensando al suo periodo tedesco, richiama l’immagine del muro di Berlino – riferimento tutt’altro che casuale – e poi di Joseph Kosma, compositore ungherese, di Michel Houellebecq, autore del controverso Sottomissione e di Jacques Prevert , storico collaboratore del regista francese Marcel Carnè (maestro del “Realismo poetico” e autore di alcune delle pellicole fondamentali del cinema francese nel decennio tra il 1936 fino al 1946) per cui ha scritto soggetti e talvolta sceneggiature e dialoghi di celebri pellicole, quali Lo strano dramma del dottor Molyneux (Drôle de drame ou L’étrange aventure du Docteur Molyneux), Il porto delle nebbie (Quai des brumes), Alba tragica (Le jour se lève) e il capolavoro Amanti Perduti (Les enfants du paradis).

 Musicalmente il brano rappresenta una sorta di passaggio dall’ultimo disco al prossimo, con alcuni schemi melodici e eleganti atmosfere che ricordano lo stile di Fantasma del 2014.

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