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Letteratura e massoneria: incontro con Giulia Delogu

di Stefano Sette

Ieri mercoledì 22 gennaio alle ore 17.00, presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia, c’è stata la presentazione del volume Di virtù lira sonante. Poesia e massoneria in Italia tra Settecento e primo Ottocento, scritto da Giulia Delogu ed edito da Edoardo Varini Publishing. All’evento hanno partecipato i professori Angelo Stella (presidente del Centro Nazionale di Studi Manzoniani), ed Elio Jucci (ricercatore presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pavia), che hanno analizzato il testo partendo dalle difficoltà di portare un’ideologia politico-culturale nella poesia – sostenendo che di fronte a una rivendicazione ideologica la poesia decade – per poi analizzare la figura del massone e della massoneria. Il massone è stato descritto come un laicista etico attraverso Alessandro Manzoni – cresciuto in collegio in quanto orfano di padre – e Carlo Goldoni, mentre l’ideologia massonica è stata analizzata sul piano culturale – trovando agganci letterari e matematici attraverso Lorenzo Mascheroni (poeta matematico e fratello massone) e Totò (autore della Poesia ‘A livella) – e storico, spiegando che nel corso dell’Ottocento molti massoni europei si recarono in Medio Oriente perché al centro dell’Antico Israele c’era il tempio, considerato il simbolo della massoneria.

Giulia Delogu

Nel corso della conferenza la massoneria è stata accostata alla legalità, alla fraternità e all’uguaglianza, dal momento che nelle rivoluzioni del XXVIII e XXIX secolo veniva considerata la luce del sole meridiano che illumina e riscalda la mente delle persone, ragion per cui molti massoni italiani furono condannati dalla Chiesa (è il caso del poeta Tommaso Crudeli, diventato il primo martire massone) o costretti a emigrare all’estero, così come molti massoni stuartiani dovettero lasciare l’Inghilterra e trasferirsi a Roma. L’autrice ha poi spiegato il motivo della scelta del titolo, ispirato a un verso di Tommaso Crudeli, considerato un libero pensatore, e il collegamento tra poesia e massoneria: la poesia perché nel 1700 era vista come qualcosa di quotidiano, dal momento che in ogni occasione se ne componeva una, e la massoneria perché al giorno d’oggi c’è il rischio di farne un’apologia, riducendo il XXVIII Secolo a una proprietà privata dei massoni, oppure considerare solo gli aspetti negativi fino ad arrivare a ignorarla (omettendo di dire che poeti come Ugo Foscolo e Goldoni erano massoni).

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