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Lettera aperta al Rettore dell’Università degli Studi di Pavia

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della Prof.ssa  Susanna Savonelli


Pubblichiamo una lettara rivolta al Magnifico Rettore scritta dalla Professoressa Susanna Savonelli, ex studentessa di Chimica dell’Università di Pavia, la quale ci ha chiesto gentilmente di poterla pubblicare sul nostro sito al fine di comunicare le sue riflessioni anche a tutti gli studenti universitari. La Professoressa tiene a precisare che la lettera ha il solo scopo di far riflettere su alcune realtà della nostra Università viste e giudicate da lei con gli occhi di una ex studentessa, professoressa e madre di un figlio iscritto alla stessa Università da lei frequentata.

Magnifico Rettore,
Mi permetta di inviarLe queste riflessioni dettate dal desiderio di contribuire a migliorare, se possibile, il Suo lavoro: ho la presunzione di poterLa aiutare non potendo più vedere la mia Alma Universitas in condizioni tutt’altro che ottimali.
Trent’anni fa io c’ero : studiavo a Chimica, facoltà  di Scienze, durissima ma appagante, disciplina  tra le poche che offre apertura mentale e competenze pressochè complete in ambito scientifico. Sudate carte e Laurea summa cum laude, senza bisogno di lezioni private, collegi e compromessi.
Oggi, dalla mia modestissima  prospettiva di docente e di genitore di un figlio iscritto all’Università di Pavia, nonché assiduo frequentatore delle lezioni e del mondo universitario circostante, noto:


-studenti demotivati che, se possono, approfittano di docenti demotivati per arrancare in una selva di esami mal calendarizzati e preparati in pochi giorni;

-studenti motivati ma delusi dall’atteggiamento di troppi docenti cattedrati, il cui scopo principe è fregiarsi del proprio titolo, che hanno dimenticato la passione per la didattica e la gioia di trasmettere le nozioni non fini a se stesse, ma per la crescita culturale e professionale dello studente;

– le aule scientifiche e i laboratori sempre più poveri, vecchi e privi di sorveglianza,  a volte con rondini e piccioni svolazzanti per le aule;

– le resse alle mense universitarie, che come ai miei tempi elargiscono gratuitamente i pasti ai figli dei più furbi che, a differenza di noi poveri dipendenti statali, dichiarano redditi da miseria;

– docenti jolly che insegnano  a quattro-cinque corsi di laurea, affidando le loro lezioni a tutor, che non registrano i voti degli esami se non dopo mesi (e se nel frattempo capita un accidente?);

– segreteria didattica mal gestita in orari e tempi di accesso scomodi  nonostante l’informatizzazione.


L’elenco potrebbe continuare ancora per molto. Soffro troppo a sentire e a vivere queste situazioni.
Certo, Lei mi porterà dati scientifici incontrovertibili sulle statistiche, dati che dimostrano come Pavia sia ai primi posti in Italia per apprezzabili qualità , che molto si è costruito (“la Nave: Il massimo della funzionalità didattica”) , che tutto sommato Le fanno dormire sonni tranquilli: tutto va bene, sono pochi i delusi e che si accomodino pure a Milano o Torino. Cosa importa se a Scienze biologiche si parcheggiano gli studenti in attesa di iscriversi a Medicina o da Scienze Biologiche si passa a Lettere o da Lettere si passa ad Economia. “Giovani che non sanno cosa vogliono”, “La colpa è della famiglia e della scuola superiore che non orienta”….so già le risposte.
Mi basta aver posto alcune questioni che sentivo il bisogno di descrivere, senza colpevolizzare chi lavora onestamente e con passione, ma che mi feriscono quando ne avverto la triste realtà. Perdoni il mio sfogo di vecchia matricola e comunque buon lavoro.

Susanna Savonelli
Ex studentessa dell’Università di Pavia e Professoressa di Chimica a Voghera

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