Pavia

Le torri e la capanna

di Erica Gazzoldi

La goliardia è, anzitutto, dissacrazione di ciò che è ecclesiastico e/o solenne. Ecco, dunque, che i collegiali del “P. Fraccaro” propongono la propria versione del Santo Natale.
Il presepe vivente è giunto alla 19^ edizione, il 12 dicembre 2012. Nacque nel 1993, soprattutto per impulso di studenti già stagionati: Claudio Ciccarese (“il professore”), Daniele Ravizza, Michele Gasparetti, Rosario “The Barber” Brucciolo. Quest’ultimo ricorda ancora con affetto e orgoglio quella prima versione, che vide il notevole sostegno morale del rettore Dante Zanetti. Pochi quattrini (tutto autofinanziato), contributo delle famiglie (costumi casalinghi). L’idea fu un’evoluzione d’una pratica d’iniziazione matricolare, la praesepatio: improvvisare una scena natalizia. A lungo andare, si rivelò non più efficace nel coinvolgere i fraccarotti in erba. Da cui, l’idea di una realizzazione più impegnativa. Per cause finanziarie, la prima versione vide poco più della capanna. L’ “effetto affiatamento”, però, fu raggiunto. ‹‹Mi ricordo che ridemmo per ore e ore… tutti… giovani matricole, rettore, economa, anziani, portinai…›› si dilunga “The Barber”. I “Magi” in persona annunciarono la nascita del Salvatore, in Piazza della Vittoria e nell’ateneo. La prima “stella cometa” fu incarnata da un ragazzo che era stato soccorso da Ravizza e Gasparetti, mentre “stava morendo come Jimi Hendrix dal vomito” (Voci di Corridoio, n°102, p. 8). Oltre a salvare la “stella”, i due si divisero i compiti: intervistar la gente accorsa al presepe, scegliere le pecorelle, disegnare gli elmi. I personaggi contavano, oltre ai “classici” già nominati, un falegname, un pastore e legionari romani (anticipo del Venerdì Santo). Nel corso degli anni, se ne aggiunsero altri, a seconda dei gusti: un cammello, una lavandaia, un angelo, una prostituta, una sosia della segretaria… ‹‹I ruoli dipendono dalla personalità e corporatura delle matricole›› spiega Danilo Moro, organizzatore dell’edizione 2012. Essa ha visto un sostanzioso contributo finanziario dell’EDiSU, oltre alle offerte libere dei cittadini. Offerte restituite ai pavesi medesimi, nella forma del buffet gratuito. Negli anni scorsi, i collegiali del “P. Fraccaro” sono riusciti a ottenere anche i contributi ACERSAT, per questa attività folkloristico-ricreativa. Essa si è guadagnata l’apprezzamento dei cittadini e degli studenti, che accorrono per degustare il vin brulé o farsi fotografare coi personaggi del presepe. Nel complesso, si può dire che l’iniziativa, pur fra le risate, ha ben realizzato il motto fraccarotto Idem velle, se lo si interpreta come invito all’unità d’intenti. Ha mostrato anche come la collegialità possa comunicare tranquillamente con la realtà pavese, a discapito dell’ “alterità” o addirittura “chiusura” che qualcuno attribuisce alla prima. Pur da forestieri, sono proprio gli studenti a regalare a Pavia i principali guizzi di vitalità. Anche a chi non li apprezza. O non li vede, per quel meccanismo di “abitudine” che annebbia ciò che costituisce davvero una realtà.

Erica Gazzoldi (@EricaGazzoldi)

 

Ringraziamo Giorgio Montolivo per i due scatti qui presentati. La galleria completa, a opera di una nostra redattrice, sarà pubblicata prossimamente.

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