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Le pagelle della Serie A – 38^ Giornata

di Giuseppe Enrico Battaglia

Il campionato di Serie A, anche per quest’anno, ci saluta e va in vacanza per qualche mese. Al suo ritorno mancheranno però volti e nomi che, nell’ultimo decennio, ci hanno fatto innamorare o riscoprire la passione sopita per questo sport, persone che hanno sposato la causa di uno e un solo club, provando con quello a vincere tutto, e ovviamente riuscendovi.

 

La giornata di ieri è stata la giornata degli addii e della commozione, e nell’attesa di un nuovo inizio, si proverà a tirare le somme con il solito piglio scanzonato di queste ultime pagelle di stagione. A voi.

Alberto Gilardino voto 7,5:  alla faccia di chi vedeva nella serie B il posto giusto per lui, Alberto si riscatta e ruggisce. leone in mezzo ai grifoni, firma con una rete, un assist e almeno altre tre o quattro aperture illuminanti l’ultima uscita stagionale in uno stadio spettrale. Lui non ha paura, MICHELE AMITRANO

Moris Carrozzieri voto 3: ben lungi dall’essere un maestro di bon ton, saluta la serie A in anticipo rispetto ai compagni con un’entrata nervosa quanto inutile su Thereau, facendo sorgere un dubbio: siamo sicuri che di cognome non faccia Macellai e l’anagrafe abbia combinato un casino? MENTITE SPOGLIE

Giampaolo Pazzini voto 6 di auspicio: il motivo del boom di escoriazioni inguinali alla Pinetina è dovuto alle grattate che i compagni si danno quando arriva in spogliatoio. Circondato da un alone di “Iella, scarogna, di tutt’i colori” (Ciccio Marcozzi docet) il buon Giampaolo non riesce nemmeno all’ultima giornata a dribblare l’occhio di falco della sfiga, raggiungendo (anzi superando) ogni apice franando rovinosamente in area piccola e guardando impotente la palla che si stampa sul palo. IETTATORE

Morgan De Sanctis voto 4: come quei bambini dell’oratorio che proprio non vogliono stare in porta, esce senza mostrare la minima idea di cosa stia facendo. Ci mancava solo un urlo incomprensibile, e lo avremmo visto in qualità di chierichetto alla messa delle 20. ANGELUS

Senad Lulic voto 8: sgroppa e corre per la squadra, rimanendo nell’ombra e orchestrando alla grande il gioco sulla fascia destra. Il capolavoro lo compie al minuto 63: nel calderone dei chilometri macinati ci infila un Maicon a caso, regalando poi a Candreva un assist assolutamente impossibile da sbagliare. Manifestazioni nel nord-Italia contro il suo passaggio, TAV

Le Leggende non si valutano: dare un voto a uomini quali Inzaghi, Nesta, Seedorf, Gattuso, Zambrotta e Del Piero striderebbe come un professore di Filosofia che chiama Kant e Schopenhauer per l’interrogazione. Il 13 maggio 2012 passerà alla storia come la data che segnò la fine di un’era, e un giorno potremo dire ai nostri figli di aver visto giocare certi uomini. Inutile dirlo, loro non ci capiranno, esattamente come noi non potevamo capire i nostri genitori quando ci parlavano di Rivera e Platini. E la nostalgia canaglia vorrebbe continuare a farci parlare al presente, che ancora non potessimo capire, ma il rischio è quello di perdersi altre storie ed altre leggende che un pallone ed un rettangolo verde sapranno regalare a quei cretini che, ogni domenica, sbraitano davanti al televisore con amici e tifosi vari. Grazie ragazzi. Buona fortuna. INDIMENTICABILI

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