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Le Pagelle della Serie A – 37^ Giornata

di Giuseppe Enrico Battaglia (Twitter: @OhErri)

 

Dopo la penultima giornata di Serie A, per 16 delle 20 squadre il campionato è finito ed è tempo di bilanci.

Il Siena, immeritatamente, ritroverà il Pescara in Serie B il prossimo anno ma retrocede con grande onore e con la consapevolezza che, se non esistessero delle inutili penalizzazioni, ad oggi si starebbe giocando la salvezza.

 

Una manna dal cielo ha finalmente voluto che la Serie A si privasse, contemporaneamente, di Zamparini e Aronica (ma attenzione, chi vi scrive ha sognato di vedere quest’ultimo con una maglia di Serie A l’anno prossimo). Palermo meritatamente giù, ma il prossimo anno tocca al Genoa, come già dissi. Preziosi avvisato.

 

Il Toro non può e non deve accontentarsi di una salvezza conquistata con 90 minuti di anticipo. Servono giocatori legati alla maglia più che al portafoglio: la casacca granata ha bisogno dell’anima di chi la indossa. Per il prossimo anno ci vorranno almeno tre acquisti che abbiano questa prerogativa, uno per reparto (due in difesa se Ogbonna saluterà, uno solo se Glik capirà che nei derby si può anche restare in campo per tutti i 90 minuti).

Inter e Catania si giocano l’ottava piazza con umori completamente diversi.

Stramaccioni ha deluso su tutta la linea e la fiducia nei suoi confronti sarà scandita da un timer durante la prossima stagione (verrà riconfermato), ma Moratti non ammetterà errori. In particolare se tornerà ad investire. La domanda che sorge spontanea è: a che serve confermare un allenatore di cui ci si fida poco? Abbiamo visto com’è andata a Benitez e Gasperini, chiamati in estate e bruciati quasi subito. Stavolta il problema di Moratti non è la pazienza, ma la mancanza di idee chiare.

A Catania invece si respira tutt’altra aria, con Maran che ha compiuto prodezze in panchina assicurandosi un posto nei cuori dei tifosi etnei. Il suo miracolo sportivo passa per le geometrie di Lodi e i numeri di Bergessio e Gomez, ma attenzione: sebbene i rossazzurri abbiano degli ottimi osservatori, per migliorarsi devono cercare di non smantellare. Se andranno via Lodi e Gomez (che all’Atletico Madrid potrebbe diventare un attaccante di livello mondiale) sarà il caso di bloccare le cessioni e fare acquisti importanti. Chi vi scrive ha fiducia che la squadra sia in grado di ripetersi.

 

La Roma ha deluso, senza se e senza ma. La scelta di Zeman è stato quanto di più ridicolo e infelice si potesse immaginare per far partire un progetto: non si può impostare un piano a lungo termine con un allenatore che ha trascorso al massimo un anno sulla stessa panchina.

 

Lazio e Udinese si giocano la vetrina europea: la spunteranno meritatamente i friulani, squadra sempre in grado di sorprendere. Un consiglio per Guidolin: se il preliminare finisce ai rigori, rinchiuda Maicosuel negli spogliatoi. Di un centro commerciale limitrofo.

 

Milan e Fiorentina si giocano l’Europa dalle grandi orecchie: entrambe hanno un solo risultato e chi insegue ha meno pressioni. Il Siena, inoltre, vorrà dimostrare che proprio la retrocessione è immeritata, con una vittoria e un dispetto ai danni dei rossoneri. Occhio.

 

Dopo questo lungo bilancio, c’è ancora il tempo per un paio di pagelle. Se non vi siete addormentati.

 

Segundo Victor Ibarbo Guerrero voto 8: come una imponente Harley nera si lancia in un coast to coast attraverso la route 66 imbastita allo Juventus Stadium. I camion Barzagli e Marchisio provano a chiuderlo in un sandwich, lui passa al fotofinish e si ritrova ad ammirare il sole della California, mentre sugli spalti il cielo promette tempesta. EASY RIDER

 

Davide Moscardelli voto 10: lo meritano la sua umiltà e la sua capacità di accendere i cuori anche di tifosi di altre squadre. La rete di Moscardelli è un momento di tripudio per tutto il calcio italiano, come testimoniano le tante immagini di elogio uscite sui vari social network.
Dice: «Volevo dedicare questa rete a mio figlio, nato 13 mesi fa. Ho fatto in tempo a far nascere il secondo». IDOLO UMILE

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