Sport

Le pagelle della Serie A – 25^ Giornata

di Giuseppe Enrico Battaglia

La venticinquesima giornata del campionato di Serie A lascia in dote almeno tre punti di vista diversi sullo stesso sport: quello malato del Derby d’Italia, quello di due squadre in situazioni completamente diverse, protagoniste del Derby delle Due Sicilie (Napoli e Inter), e quello dello sport inteso come disciplina in cui vince chi è più in forma e si idmostra il migliore, come succede, per esempio, a Bergamo.

Lo spettacolo che ne scaturisce ci lascia un quadro variopinto che, per quanto possibile, cercheremo di esaurire individuando le pietre miliari, racchiuse nelle pagelle.

 

Leonardo Bonucci voto 3: per ogni uomo arriva il momento di tirare le somme e capire che posto si ha in questo mondo. Il buon Leonardo è chiaramente fuori contesto, e continua a regalare palloni agli avversari con cadenza settimanale, riuscendo incredibilmente a farsi schierare titolare ogni maledetta domenica. Come quella ragazza un po’ tanto brutta la quale, riuscendo ad uscire con un fusto palestrato, riscuote l’invidia e l’ammirazione delle amiche, lui si erge a idolo di tutti coloro che col calcio hanno poco a che fare, ma ci provano lo stesso. MOSTRO DI SIMPATIA

Robinho voto 7,5: più che una spina nel fianco della retroguardia bianconera, è un vero e proprio cactus. Si inserisce a più riprese nella trequarti presidiata dal triumvirato Barzagli/Bonucci/Chiellini, e dà un grosso impulso all’industria dei fazzoletti scatenando crisi di pianto nella retroguardia juventina. In soldoni, fa tutto. Peccato che non la butti dentro manco per sbaglio e spreca troppo. MANI BUCATE

 

Alessandro Matri voto 8+: simbolo dell’ammenda di Conte, che al minuto 45 riconosce di aver sbagliato l’11 iniziale, viene messo in campo al posto di Quagliarella e, pronti-via, come un fulmine a ciel sereno dà la scossa al match e ai suoi uomini, ustionando a più riprese Mexes e Thiagone Silva. Che sia carico lo dimostra segnando un goal che si vede poi annullare per compensare il disastro combinato al minuto 25 su Muntari, che abbia in serbo ancora una bella scarica lo dimostra insaccando con abile mossa il delizioso cross che Pepe mette nell’area piccola rossonera. CONIGLIO DURACELL

 

Philippe Mexes voto 5: sabato sera più che mai si rivela una divinità, riuscendo ad abbinare delle approssimative doti tecniche e tattiche ad una strabiliante piccolezza come persona. Fa bene il suo lavoro da difensore, un po’ meno quello da uomo di sport. Per informazioni chiedere allo stomaco di Borriello, che al minuto 46 si vede recapitare un montante totalmente immotivato ed impunito. Rileggendo il labiale di Borriello al rallenty non ci sono molti dubbi, però, questi aveva nominato il Fight Club, dando al centralone francese almeno due motivi per seppellirlo di cazzotti. TYLER DURDEN

German Denis voto 8: tornare al goal e basta gli sembrava banale, quindi ha deciso di tracciare il solco tra una vittoria netta ed un trionfo. I tre goal di scarto tra Atalanta e Roma portano la firma del bomber argentino il quale può vantarsi di essere tornato a fare la differenza, aritmeticamente e non solo. LAZZARO
Antonio Floro Flores voto 7: fa ciò che deve fare, ovvero segnare, ma non si nasconde che il voto è dovuto in particolare alla bellezza del suo goal. Resta ancora misterioso, tuttavia, il funzionamento dell’attaccante napoletano di nascita, il quale prima si avvita, poi spara il tappo, e infine alza le braccia esultante, facendo del buon Antonio un esemplare peculiare. CAVATAPPI

Blerim Dzemaili voto 7,5: scende a più riprese nella trequarti nerazzurra con la facilità che incontrerebbe uno skateboard negli stradoni di San Francisco.  Tenta di sfondare la porta di Julio Cesar usando, invece dell’ascia, un destro velenosissimo, ma vedendo la reazione di quest’ultimo decide di delegare poi il glorioso compito al compagno Lavezzi, sobbarcandosi comunque tutto il lavoro sporco e beccandosi, dunque, la dovuta medaglia al merito. PLURIPREMIATO

Giampaolo Pazzini voto 4,5: chiamato ad un impiego part-time in quel di Napoli, risponde con una prestazione nulla coronata da un’occasione che, se si fallisse al campetto di periferia, sguinzaglierebbe una valanga inarrestabile di insulti. Ranieri ha deciso di investire le sue ultime chances di irmanere alla guida dell’Inter su di lui, e lui lo ha prontamente deluso. Che le recenti temperature lo abbiano sciolto? PUPAZZO DI NEVE

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