Le pagelle della Serie A, 22^ giornata
di Giuseppe Enrico Battaglia
La ventiduesima giornata ci ha regalato uno spettacolo d’altri tempi: tutti in campo e alla stessa ora. Per una volta niente diritti tv che dettano arrogantemente legge, iente ansie da prestazione perché “ieri chi doveva vincere ha vinto e noi dobbiamo tenere il passo”.
Ieri Repice ha fatto il Ciotti della situazione, i papà hanno spiegato ai figli cosa volesse dire trovarsi una simile situazione alla domenica pomeriggio.
Anche a fronte di tanti errori arbitrali e ad un simile freddo, è giusto riconoscerlo: questo è il calcio.
E queste sono le pagelle per la ventiduesima giornata.
Mehdi Benatia voto 3,5: mister Guidolin nel post partita sostiene di non voler caricare di responsabilità i singoli, ma il Benatia reduce dalla coppa d’Africa sembra un giocatore da oratorio. La paternità dei due falli da rigore che affossano l’Udinese spetta esclusivamente a lui, che ha quantomeno il merito di variare l’approccio e il modo di regalare tiri dal dischetto. PIAGA
Gianluca Pegolo voto 7,5: la barricata del Siena trova senso e attuazione nella giornata di grande spolvero del portierone senese il quale, mai così in forma, chiude la porta in faccia a tutti i giocatori della Juventus, superandosi quando, nell’ultimo quarto d’ora, fa piangere Matri deviandogli in calcio d’angolo una capocciata a botta sicura. E’ lui l’emblema di un Siena che va a Torino con la ferma intenzione di strappare il risultato, SIMBOLO
Zlatan Ibrahimovic voto 3: le scene da far west fancamente le apprezzo, e pure tanto, ma queste non si addicono ad un giocatore di fama mondiale che dovrebbe dare il proverbiale buon esempio. Ibra perde la guerra di nervi, le staffe, e la sua credibilità a distanza di un anno dall’ultimo episodio simile. RIOTTOSO
Salvatore Aronica voto 2: se andate a rivedere tutte le risse che hanno visto protagonista la squadra SSC Napoli dal 2008 a oggi, statene certi, di mezzo ci sarà sicuramente anche il mezz’uomo oggetto di questa pagella il quale, totalmente incapace di giocare a calcio, compensa con una straordinaria abilità nel surriscaldare l’atmosfera al punto da rendere inevitabili degli incidenti diplomatici o delle vere e proprie risse, di tanto in tanto. Memorabili le mani attaccate al maniglione antipanico rappresentato dal collo di Nocerino. PIETRA FOCAIA
Rodrigo Palacio voto 9: il voto va tutto alla sua pirotecnica magia: su calcio d’angolo svetta imperioso il suo tacco il quale, nei panni di una bachetta magica, disegna un arcobaleno che si insacca alla spalle di Marchetti, il quale si consola poiché, oltre al pallone, trova una pentola colma di monete d’oro in fondo alla porta. Don Rodrigo intanto assurge agli onori della cronaca portandosi a casa un grande goal e l’ammirazione del popolo esteta di questo sport. HARRY POTTER
Fabio Borini voto 8-: dopo aver più volte impensierito Julio Cesar e la retroguardia neroazzurra tutta, chiude la partita con due reti nelle cui azioni fa vedere tutte le sue potenzialità, scherzando a più riprese coloro che dovrebbero fermarlo. BURLONE
Julio Cesar voto 4,5: quando prendi quattro reti la colpa non è solo tua, ma nemmanco solo dei difensori. In questo concorso su chi ha più colpe emerge vincitore a mani basse il portiere carioca, il quale sul quarto centro giallorosso targato Bojan avrebbe dovuto e potuto tentare di opporre una resistenza più arcigna. Più che di giornata no, visti gli otto goal incassati in due partite, bisogna parlare di vero e proprio periodaccio: cosa succede a colui che, fino a un paio di anni fa, era visto come il miglior portiere al mondo? SMARRITO