Sport

Le costanti e le variabili, anche questo è il calcio

 

di Fabio Muzzio

 

Costante uno: quando affronti una squadra toscana il gioco è sempre fermo. Una volta è un fallo, una volta è un giocatore che rotola sul terreno, un’altra è una discussione, oppure una perdita di tempo non si sa per cosa. Se va male, invece, finisce in rissa.

Il portiere del Pisa, nuova “invenzione”, ha dovuto cambiare le scarpe. Diversi minuti se ne sono andati per il pallone che faticava a rientrare in campo e, in questo caso, pure il Pavia ci ha messo del suo: ma dove sono i raccattapalle?

Variabile uno: l’arbitro. Casalucci di Lecce ne ha azzeccate proprio poche. Troppo lontano dal gioco è dovuto ricorrere spesso all’aiuto dei guardalinee, non sempre impeccabili. È caduto nel tranello pisano con tutta la divisa e i tacchetti. L’unico arbitro che ho visto dominare una squadra toscana è stato Gava, che mantenne in pugno la situazione con il Grosseto nella semifinale play off di qualche anno fa. Bei tempi per noi e inizio di carriera molto buona per lui, visto che oggi è tra gli arbitri più gettonati in serie A.

Costante due: squadra che vince non si cambia; Roselli ripropone lo stesso undici delle ultime gare, seguendo il credo che non si deve mai cambiare quando si vince.

Variabile due: se affronti un’avversaria che controlla e non punge, quindi speculare al tuo gioco, fatichi e non cavi un ragno dal buco. Il primo tempo, infatti è stato da sbadiglio.

Costante tre: l’attaccante che ci crede. Cesca, che si sta dimostrando insostituibile là davanti, gli dobbiamo scuse sincere, perché non lo credevamo così forte; l’anima lunga dell’attacco non rinuncia mai a provarci su tutti i palloni e così quando Colombini cincischia con il pallone, più o meno a metà campo, manco fosse davanti alle vetrine di un Outlet, gli soffia la palla e si avvia verso la porta e in diagonale supera Sepe.

Gol mica facile!

Variabile tre: gli episodi favorevoli. Non è tanto il gol di Tulli, che semina la difesa azzurra e batte Facchin, anche questa volta incolpevole, quanto Fissore che nel rinviare un cross colpisce la propria traversa a portiere battuto. Nell’epoca di Roselli la palla si stampa sul legno e rientra in campo. Qualche mese fa sarebbe stato autogol.

Costante quattro: gli errori arbitrali. Da segnalare un piattone vincente di Cesca giudicato però in un fuorigioco molto dubbio: poteva essere 2-1. A onor del vero il bandolero aveva segnalato la presunta irregolarità prima del tiro. Netto, ma negato, un rigore per fallo di mano di Buscaroli: l’arbitro dice involontario, noi siamo rimasti alquanto perplessi.

Variabile quattro: le avversarie. Il Foligno vince e rientra in lotta per evitare la retrocessione diretta. Il Monza pareggia a Terni, dove le ultime del girone ottengono quasi sempre punti, mentre il Viareggio perde in casa. Da domenica il Pavia per il gioco degli scontri diretti è terz’ultimo.

Considerazioni finali: ci preoccupa che la squadra sia abilissima nel contenere le avversarie e a ripartire, ma se assumono un atteggiamento tattico speculare diventa dura. Questo significa che, in proiezione play out, potrebbe diventare un problema se si parte in svantaggio di graduatoria e si è costretti a vincere.

Ci sostiene invece la grande determinazione della truppa Roselli.

Mercoledì trasfertona a Benevento, dove sarà durissima, ma il Pavia ha dimostrato che in trasferta è più temibile che in casa. Intanto, in contemporanea, ci sarà la sfida forse decisiva tra Foligno e Viareggio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *