L’apoteosi dell’inverosimile
Guardare a ciò che sta accadendo nel mio Paese in queste ore, in questi giorni, mi sta corrodendo l’anima. Assisto all’apoteosi dell’inverosimile.
In questo momento vivo in Finlandia, una delle nazioni più avanzate d’Europa (del mondo?), incontro ragazzi e ragazzi che provengono da Germania, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Olanda, Australia, Stati Uniti, cerco di spiegare loro cosa sta succedendo nel Paese da cui provengo.
Cerco di far capire loro che c’è una ragazza che da 17 anni vive (vive?) in un letto di ospedale, senza nessun accenno a riprendere le sue funzioni vitali. Spiego, con molta cautela, il pensiero di un padre che soffre sempre di più ogni giorno che passa. Non so cosa stia pensando esattamente quel padre in questo momento, ma conosco la sua decisione, quella di sua figlia. La rispetto, perché non voglio avvicinarmi a qualcosa che in fondo non è mio. E cerco di trasmetterla ai miei interlocutori.
Spiego loro che, dopo accertamenti di ogni tipo, una sentenza del massimo tribunale dello Stato ha stabilito l’interruzione di ogni nutrimento per quella ragazza, nel pieno rispetto di un desiderio manifestato quando ancora era in grado di farsi capire. Quando era viva.
E poi, alla fine, sono costretto a dire che il Governo del mio Paese intende intervenire con una legge per bloccare la decisione di un tribunale. E a quel punto qualcuno mi chiede: “Ma in Italia esiste una Repubblica parlamentare, giusto? Una normale democrazia?”.
A quel punto, sprofondo nella vergogna. “Sì, esiste democrazia”, rispondo. “Esiste la libertà degli individui, esiste pietà, esiste senso civico. Da qualche parte tutto questo c’è, credetemi.”
Ma ormai nessuno mi crede più…
L’Italia ha ampiamente dimostrato di NON essere uno stato civile.
Sono profondamente disgustato.
“Esiste -purtroppo- una sconfitta pari al venire corroso che non ho scelto io ma è dell’epoca in cui vivo”.