Pavia

L’agricoltura contro l’emarginazione

di Fiorella Bergami

In un momento così difficile come quello che noi Italiani siamo chiamati a vivere, ci si può sempre aggrappare alle piccole grandi cose che non costano nulla, pur contribuendo a fare di noi delle persone migliori. E’ il sostegno di tutti che può permettere la realizzazione di un progetto in grado di agevolare il reinserimento nella società dei ragazzi emarginati.

La comunità San Pietro, situata a Voghera in Villa Meardi e fondata nel 1980, si è proposta di perseguire il recupero dei ragazzi disagiati, con problemi di droghe e alcool.Per raggiungere questo obiettivo vengono studiati diversi metodi, ed oggi la comunità sta sperimentando un nuovo progetto: l’ortoterapia, un metodo riabilitativo del disagio e della disabilità.Si tratta di incentivare il soggetto – affiancandolo – nella cura e nella gestione del verde, nella coltivazione di vari tipi di ortaggi, di fiori e piante.

Prendersi cura di organismi vivi, possibilmente in gruppo, può stimolare la responsabilità e la socializzazione; mentre a livello fisico sollecita l’attività motoria, migliorando il tono generale dell’organismo e dell’umore, attenuando anche stress e ansia. Lo scopo è quello di acquisire di abilità autonoma e competenze, lo sviluppo delle capacità di interazione e partecipazione, il recupero e la valorizzazione dell’individuo: tutto per rendere il soggetto il più autonomo possibile,  rafforzandone anche l’autostima e coadiuvarlo nel riacquistare un ruolo attivo nella vita sociale. Il progetto si svolgerà, per quanto riguarda l’attività puramente agricola, presso l’appezzamento di terreno concesso in uso alla comunità dall’Istituto Diocesano Sostentamento al Clero di Tortona; mentre per una breve attività di piantumazione degli ortaggi sarà utilizzato – anche se ancora da ristrutturare – il magazzino attiguo all’area di Casone Meardi, in uso alla omonima cooperativa.Per l’avvio del progetto necessitano diversi strumenti agricoli e di lavoro: il budget sarà di 400 euro, escluse le spese per l’irrigazione dell’orto.

Lo svolgimento dell’attività dell’orto deve seguire i tempi biologici dell’agricoltura: per questo il gruppo si occuperà quotidianamente di curare e irrigare ciò che è stato coltivato e ripiantare alcune verdure e piantine orticole. Un ragazzo compilerà quotidianamente un diario di bordo (varie mansioni, difficoltà, soddisfazioni ecc.) per raccogliere dei dati sull’andamento del laboratorio ed intervenire per poter apportare delle successive modifiche o migliorie. Inoltre, il personale specializzato potrà rendersi disponibile per insegnare il mestiere ai ragazzi. Un gesto concreto che coinvolge personalmente chi lo fa e rende tutti partecipi e protagonisti.

Il progetto punta, oltre ad offrire una lavoro, a strutturare un’attività che diventi  un mezzo per fare conoscere l’importanza e l’utilità sociale della comunità. Le eventuali offerte saranno gestite dall’amministrazione della comunità San Pietro: costituiranno il mezzo di copertura delle spese vive e permetteranno l’istituzione di una riconoscenza mensile per coloro che lavorano nell’orto. Questo, poi, permetterebbe ad alcuni dei ragazzi partecipanti senza reddito di acquisire un minimo di autonomia economica.

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