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La tubercolosi. Uno spettro del passato tornato alla ribalta

Tubercolosi e cure: parla Giovanna Riccardi

Sabato 26 gennaio 2019, alle ore 17.00, nella storica Aula Scarpa (Corso Strada Nuova, 65) il Museo per la Storia dell’Ateneo organizza un incontro con la microbiologa Giovanna Riccardi, docente all’Università di Pavia, impegnata nella ricerca su farmaci da utilizzare nella cura della tubercolosi in pazienti resistenti alle cure tradizionali. Tema dell’incontro: “La tubercolosi. Uno spettro del passato tornato alla ribalta”. La dottoressa Riccardi avrà modo di parlare delle ricerche condotte nel laboratorio di Microbiologia Molecolare  pavese e dei risultati ottenuti per fronteggiare con nuovi medicinali antitubercolari la lotta contro la malattia, spesso percepita come appartenente al passato, ma oggi tornata alla ribalta. La ricerca si inserisce in un progetto finanziato dalla Commissione Europea (VI Framework) dal titolo “New Medicines for Tuberculosis” coordinato dal Prof. Stewart Cole (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne), uno scienziato di fama internazionale da anni in prima linea in questo ambito. Il Museo della Storia attiguo all’aula sarà invece aperto dalle 15.30 alle 18.30 e offrirà al pubblico una visita guidata alla mostra “Il Morbo di Violetta: Carlo Forlanini e la prima vittoria sulla tubercolosi”.

Il Morbo di Violetta

L’incontro fa parte di una serie di iniziative con cui il Sistema Museale dell’Università di Pavia celebra il centenario dalla morte del medico milanese Carlo Forlanini, personaggio importante nella storia della città e della medicina. Formatosi a Pavia come allievo dell’Almo Collegio Borromeo e poi docente universitario, nell’agosto del 1882, pochi mesi dopo che Robert Koch aveva scoperto l’agente specifico della tubercolosi, Forlanini, proprio nei laboratori di Pavia, sperimentò un metodo efficace per la cura della malattia: lo pneumotorace artificiale, considerato il metodo collasso-terapeutico migliore. Questo consisteva nell’introdurre tra i due foglietti pleurici (foglietti che compongono la pleura, rivestimento dei pomoni, ndr.) una certa quantità di azoto oppure d’altro gas, l’aria o l’ossigeno, per schiacciare e immobilizzare il polmone tisico. In questo modo si sarebbe arrestato il processo distruttivo polmonare causato dalla tubercolosi, favorendo la cicatrizzazione delle lesioni cavitarie. Dopo molti anni di scetticismo, nel Congresso internazionale della tubercolosi, tenutosi in Roma nel 1912, gli scienziati di tutto il mondo riconobbero ufficialmente la grande efficacia del metodo di Forlanini che oggi, tuttavia, è stato abbandonato per le complicazioni riportate. Chiamata anche “mal sottile”, o più tecnicamente tisi, e conosciuta fin dall’antichità, la tubercolosi era particolarmente distruttiva nell’Europa di fine Ottocento e inizio Novecento, sottraendoci con morte precoce personalità quali Fryderyk Chopin, Charlotte Brontë, Guido Gozzano, Franz Kafka. Al contempo, la passione per le storie di amore e morte aveva portato alla celebrità protagonisti di poesie, romanzi e opere, morti di tisi, quali la Silvia dedicataria dell’omonimo componimento di Leopardi, il piccolo Ilja dei Fratelli Karamàzov di Dostoevskji, o ancora Violetta (dietro la quale si nasconde la storicamente esistita Marie Duplessis, morta a 23 anni), protagonista della Traviata, personaggio simbolo del melodramma, il teatro musicale che ancora oggi rappresenta la cultura italiana nel mondo. Proprio il suo nome, universale ed eterno, è stato scelto come titolo della mostra (20 ottobre 2018 – 23 marzo 2019) e dell’omonimo carnet de voyage che l’accompagna. Il volume, da un’idea di Paolo Mazzarello e pubblicato per Fiorina edizioni, è a cura di Valentina Cani, Francesca Cattaneo, Maria Carla Garbarino, Anna Letizia Magrassi Matricardi.  Nella sala per le mostre temporanee del Museo si ripercorre la storia della tubercolosi nel corso dei secoli e i metodi di cura utilizzati. In mostra anche strumenti originali ideati da Forlanini, tra cui l’apparecchio per indurre il pneumotorace artificiale, nonché documenti autografi e volumi attestanti il profondo segno lasciato dalla tubercolosi nella letteratura e nell’arte. Un video rappresenta aspetti emotivi e terapeutici della malattia riproducendo opere pittoriche e fotografiche che attraversano quattro secoli di storia della medicina.

Un’occasione per ripensare a una malattia che ha segnato la storia della civiltà europea e apprezzare ancora una volta la tradizione e la vitalità odierna dell’ateneo pavese.

Biglietti e info

Ingresso (mostra e museo): 6 euro (valido per un mese per tutti i musei universitari); ridotto: 4 euro (insegnanti); gratuito per chi ha meno di 18 anni, studenti fino a 26 anni, over 65, portatori di disabilità e accompagnatore, guide turistiche.
Per informazioni sugli orari di apertura, costi e visite guidate:
http://musei.unipv.eu
infomusei@unipv.it; museo.storico@unipv.it
0382 986916 /4707

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