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La Terza Repubblica

bertinotti.jpgdi Alberto Scaravaggi

L’operazione è riuscita, ma il paziente è morto. In questo caso sono più di una le vittime. Nessuna forza di Sinistra sarà rappresentata in Parlamento. Né i socialisti, né i comunisti. Entrambi i loro leader hanno lasciato le rispettive segreterie. Ecco: questo è un gesto responsabile, ma tardivo. Dovevano evitare di prenderne la guida. Chi rappresentavano Bertinotti e Boselli? Quale novità incarnavano? Via, quali serpenti volevano incantare. Erano bolsi, ecco com’erano. Lontani anni luce dai giovani e dai problemi della gente che non conoscevano! Le urne li hanno puniti. E con il massimo della pena. Non ci sarà nessuno di loro per tutta la prossima legislatura. Che gli serva da lezione, che cambino registro, che mutino radicalmente e una volta per tutte. Ora paradossalmente li aspetta una sfida anche più difficile: dovranno serrare i ranghi e impedire che le loro istanze si trasformino in una nuova stagione di violenza. Quando una forza politica resta fuori dal Parlamento può aver la tentazione di trasferirsi in piazza. Accadde all’indomani del compromesso storico tra Pci e Dc, e il risultato fu il sequestro Moro. Ora la strada è in salita per tutti. In Veltroni molti avevano sperato, anche gli elettori della Sinistra che lo hanno votato nella speranza di fermare Berlusconi. Lo hanno scelto in un sussulto di responsabilità, dopo estenuanti tensioni e compromessi che avevano reso la stessa Sinistra protagonista dell’esperienza governativa. La speranza, in campagna elettorale, aveva preso il sopravvento: non si riusciva (o non si voleva, per scaramanzia) a vedere che gli italiani non avevano dimenticato quel Governo, quelle facce. I nostri concittadini hanno scelto con la pancia. Questo spiega il risultato a valanga della Lega. Un voto davvero trasversale: dai ricchi imprenditori spaventati al Nord, agli operai stanchi di vedere immigrati senza controllo e le loro tasche sempre più vuote. Operai che hanno scelto la Lega, semplicemente perché non era rimasto nessuno a rappresentali. Le uniche voci “roche” che arrivavano fino a loro erano quelle delle “camicie verdi”. Avete per caso visto Bertinotti, Boselli, Diliberto o altri alla Thyssen, nelle Università o nei mercati? Più probabilmente li avete visti a Porta a Porta, nei salotti con le principesse e nei caffè! Il profondo Nord ha voluto risvegliare tutto il Paese ponendogli di fronte la questione settentrionale che dopo queste elezioni non resterà più soltanto materia per saggi e articoli di giornale. D’ora in poi non sarà più procrastinabile affrontare e risolvere gli enormi deficit presenti nel territorio più produttivo e “avanzato” d’Italia. Ora, ed è questo, scusatemi, l’unico aspetto positivo che riesco a cogliere con nettezza, si potrà chiedere di cambiare rotta per questo nostro Nord in cui viviamo e che sentiamo oppresso, non europeo e incattivito.

12 pensieri riguardo “La Terza Repubblica

  • Vorrei far notare che la Lega Nord non ha acquisito un numero maggiore di voti soltanto perché non c’erano altri partiti che potevano deviarli, ma soprattutto perché molti giovani esigono di potere vivere in un futuro più tranquillo dal punto di vista criminale (lotta all’immigrazione) e inoltre economico (federalismo fiscale). Sono questi a mio parere i punti più importanti del programma politico di Bossi.

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  • La questione settentrionale esiste,e da parecchio tempo,è inutile negarlo: il federalismo fiscale, da questo punto di vista, potrebbe davvero essere la soluzione a parte dei problemi del nord ma soprattutto del sud,che in questo modo si vedrebbe costretto a impiegare in modo piú produttivo di quanto finora fatto le grandi risorse di cui dispone, senza attingere a Roma.
    Detto questo,tuttavia,il clamoroso successo della Lega non solo nei tradizionali “feudi” del Veneto e della Lombardia (a proposito,con grande probabilitá il prossimo governatore sará Castelli,poveri noi…) ma anche in una regione storicamente “rossa” come l’Emilia Romagna, piú che fare riflettere dovrebbe fare inorridire: la Lega, al di lá di qualche buona proposta come a mio giudizio è quella del federalismo fiscale, resta un partito razzista, che mina profondamente all’unitá del paese, e inoltre solito a certe boutades anticostituzionali: in un paese normale, chi invita i suoi militanti a scendere in piazza coi fucili verrebbe prima querelato e poi escluso dalla competizione politica, se non altro dagli stessi elettori.
    In un paese normale, chi ha indirettamente causato i tragici tumulti all’ambasciata italiana a tripoli esponendo in pubblico magliette offensive nei confronti dell’Islam, chi ha proposto la castrazione prima chimica e poi chirurgica non sarebbe nuovamente designato per il Ministero delle Riforme, da cui tra l’altro ha partorito il famoso “porcellum” tanto contestato.
    In un paese normale, chi incita all’odio contro gli immigrati giustificando spedizioni punitive contro i campi rom e chi parla di crociate anti-islamiche non sarebbe eletto addirittura al Parlamento Europeo.
    E per concludere (ma si potrebbe andare avanti all’infinito..),in un paese normale chi ha giá governato la nazione per 7 interminabili anni con i risultati che tutti sappiamo,chi è stato condannato per una serie di crimini salvo poi scoprire di essere innocente grazie a leggi fatte,guarda a caso,dal governo da lui stesso presieduto, chi possiede il monopolio quasi totale dell’informazione pubblica e privata nonchè parte dell’editoria, chi inneggia,nemmeno troppo velatamente, all’evasione fiscale, beh questo signore in un paese normale non sarebbe rieletto con consensi quasi plebiscitari come il Messia che salverá l’Italia.
    In un paese normale,appunto…

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  • Mettere Boselli insieme a Diliberto, Bertinotti e compagnia è crassa ignoranza, sia storica sia politica.

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  • Alberto

    Mi pare che nell’articolo siano “insieme” solamente perché hanno condiviso lo stesso “destino” elettorale.
    Purtroppo, in questo caso, l’immagine di Boselli e dello stesso partito socialista non è facilmente “salvabile”. Al di là dei pregi, storici o politici che siano.

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  • Ragion per cui andrebbe “messa insieme” anche La Destra di Francesco Storace? Resto perplesso da simili grezze facilonerie.

    Noto anche che, sulla Thyssen, la voce di Diliberto è arrivata forte e chiara, essendosi dimesso dalle liste per fare spazio ad un operaio sopravissuto al rogo.

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  • Vorrei fare un appunto alcommento di Ross. Mi trovi completamente d’accordo sulla storia della lega e tutte le varie uscite “anticostituzionali” e “buffe”(se così possiamo definirle), ma ho notato, leggendo recentemente svariati articoli di giornale, che ormai (s)parlare di certe personalità è diventato sport nazionale…Mi spiego meglio con una semplice espressione: LUOGO COMUNE!!!!
    Premetto che io sono una di quelle persone che si è rotta le scatole delle varie uscite del Cavaliere, e che, pur avendo una certa inclinazione verso “destra”, in queste elezioni non ha seguito questo suo ideale…
    Dicevo, hai ragione secondo me a criticare alcune uscite o parte dei programmi (è prevista dalla Costituzione la libertà di espresione), ma non concepisco che nella situazione nella quale ci troviamo ora non si faccia altro che criticare criticare e rispolverare vecchi scheletri che altro non sono che luoghi comuni, serviti in passato per demonizzare un imprenditore (non possiamo chamarlo politico), che se non altro, ha cercato di fare qualcosa per il suo paese, non riuscendoci magari, ma almeno ha tentato.
    Ora, mi sembra inutile cotinuare a rivangare vecchi argomenti e vecchi processi (è stato dichiarato innocente…smettiamola!!!).
    Semplicemente, il precedente governo ha fatto accapponare i capelli ai calvi (scusate l’esempio..), e speriamo che un po’ di cambiamento serva ora a qualcosa; ognuno di quei cosi vestiti bene ha fatto i propri errori, il tempo ci dirà anche questa volta cosa succederà. Vorrei ricordare che la Tutcher, che nel primo mandato ha fatto pietà, nel secondo è stata molto abile a risolvere molti problemi, per il semplice fatto che aveva avuto il tempo per analizzare le varie necessità del paese.
    Il mio consiglio è (e non ce l’ho cn ross..anzi sono d’accordo con te su molte cose del commento): piantiamola di fare una opposizione distruttiva,e iniziamo a “aiutare” (visto che a quanto pare loro non ci riescono da soli) i nostri politici, e soprattutto aiutiamo il nostro paese, che tanto ci dà e tanto ci ha dato…..

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  • Ditemi voi che esperienza politica può avere un operaio (con tutto il rispetto) in campo politico…Chiamasi campagna elettorale!

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  • Alberto S.

    E’ superfluo sottolinerare la debolezza degli argomenti di chi si permette di insultare per controbattere a un post di politica. In ogni caso anche le capacità di comprensione del nostro acuto osservatore politico appaiono ridotte: Boselli e Bertinotti oltre che per il pessimo risultato elettorale sono stati da me assimilati perchè erano i candidati premier dei rispettivi partiti. Questo esclude dall’argomentazione: 1) Diliberto che non era condidato premier, ma solo il segretario di un partito che componeva quel (pessimo) cartello elettorale che era la Sinistra Arcobaleno; 2) la destra di Storace perchè, forse è sfuggito, ma è andata motlo bene avendo preso il 2,4%. Certamente non mirava a ragguingere almeno il 10% come da somma aritmetica dei partiti che componevano la Sinistra Arcobaleno. Infine, la “voce” di Diliberto mi ha da sempre infastidito e anche questa volta, con una candidatura di facciata che non migliorerà di un soffio le condizioni degli operai, è risultata oscena!(la mia insofferenza per questo tipo di candidature vale anche per quelle del Pd e altri, come ho già avuto occasione di scrivere).
    Spero di essere stato esaustivo.

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  • Insomma: oltre a fare di tutta l’erba un fascio…

    Se è vero che la sinistra arcobaleno ha conosciuto la sua waterloo non si può affermare che la destra sia andata molto bene: il 2,4 % era ampiamente previsto.
    Non si può nemmeno accomunare la debacle della Sinistra Arcobaleno allo scarso successo del PSI: il partito guidato da Boselli non era oggettivamente in grado di fare molto di più di quello che ha fatto. Il PSI (già SDI) era già in lento declino.

    Basti ricordare che già alle elezioni del 2006 La Rosa nel Pugno ottieneva un risultato inferiore alle attese, essendo molto inferiore alla somma delle percentuali raccolte in passato da SDI e Radicali. Il raggruppamento ottiene il 2,6% alla Camera e il 2,5% al Senato (nel 2001, i Radicali da soli ottennero il 2,2% nella quota proporzionale).
    Ergo uno 0,8 %-0,9% del PSI non credo sia un risultato così pessimo come quello totalizzato dalla Sinistra Arcobaleno. La formazione guidatadi Bertinotti ha, contrariamente alle aspettative,perso 6-7 punti percentuali rispetto alla sommatoria dei singoli componenti.

    Altra questione discriminante (e che secondo me, oltre alle precedenti, non permette di accomunare le due situazioni) è il fatto che da un lato si registra un cartello elettorale formato per le elezioni, dall’altro lato, invece, c’è un singolo partito.

    Questo al netto delle simpatie e antipatie personali per formazioni e singoli politici, elementi, che, in un tentativo di analisi sulle elezioni politiche, dovrebbero restari esterni dalla penna (o dalla tastiera).

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  • Ho apprezzato molto l’intervento di Paulie al mio post, ma ci terrei a precisare una cosa: dire che Berlusconi dovrebbe stare a San Vittore anzichè a Palazzo Chigi, purtroppo, non è un luogo comune, ma un triste dato di fatto, e ci terrei a precisare che non è stato assolto perchè innocente, ma solo perchè in molti casi il suo governo è riuscito a fare cadere in prescrizione i reati da lui commessi.
    In Danimarca, il giovane astro nascente dell’opposizione socialista si è dimesso, dopo pubbliche scuse davanti a tutta la nazione, solamente perchè convolto in una liaison sentimentale con una minorenne, cosa senz’altro disdicibile moralmente ma irrilevante dal punto di vista penale.
    In america, il “moralizzatore” Spitzer, dopo essere stato colto in flagrante in compagnia di donne dalla dubbia moralitá, non ci ha pensato due volte nel presentare le dimissioni.
    E in Italia??? Beh, basti pensare a Cuffaro che festeggia perchè ha preso “solo” 5 anni e non per associazione mafiosa (e tra l’altro eccolo di nuovo in Parlamento), o al cattolicissimo on. Mele, lui sí vero portavoce dei valori cristiani della famiglia, beccato anche lui come Spitzer con delle squillo (con l’aggravante, non da poco, di abuso di stupefacenti..) ma a differenza del governatore di NY rimasto al suo posto…
    Mi piacerebbe fossero luoghi comuni, perchè i luoghi comuni, si sa, possono essere facilmente confutati, ma putroppo è l’amara veritá…
    PS Accomunare la Thatcher a Berlusconi sarebbe come paragonare Diliberto a Togliatti, non so se rendo l’idea…

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  • Errata corrige: accomunare la Thathcer a Berlusconi sarebbe come paragonare Togliatti a Diliberto

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  • perplesso, molto perplesso. troppe semplificazioni, troppi luoghi comuni e memoria troppo corta. provo a dire la mia, sperando di non incorrere negli stessi errori. la SA è stata punita da un lato per la fallimentare esperienza al governo, dall’altro per l’incapacità di rappresentare nuovamente il partito del lavoro. un disagio intercettato da chi -certo svuotando il fare politico da un’idea, anzi innestando populismo dove c’era il consenso popolare- ha saputo creare un’ombra di alternativa. Bertinotti sta diventando un capro espiatorio, e la Sinistra Unita faccenda di fratelli coltelli che fanno a gara a chi è più, o a chi è meno, comunista. la distanza dalle masse (un tempo si diceva così) nasce non dall’andare o meno in tv -per inciso, Ferrero ha fatto la campagna elettorale tra i metalmeccanici nordestini- ma dal credere di poter vivere di rendita senza andare a far politica in quelli che sono diventati i non-luoghi di lavoro, lasciando l’azione ai soli sindacati. anzi, alla sola FIOM. il che, in un Paese senza più grandi fabbriche e con un panorama frammentato dal precarismo (la precarietà eletta a sistema), risulta assai miope. però continuiamo la discussione, anche sull’Università. servono idee nuove, mente fresca e tornare a far politica nelle aule. per i diritti dello studente, per il suo futuro – che è quello del lavoratore.

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