AttualitàPavia

La sesta delle 5 Stelle

di Erica Gazzoldi

“Acqua pubblica”; “mobilità sostenibile”; “sviluppo”; “connettività”; “ambiente”. A queste 5 Stelle del MoVimento omonimo, se ne aggiunge una sesta: “diritti”.
Il 26 gennaio 2013, presso il Broletto di Pavia, le associazioni lgbt hanno incontrato i candidati del MoVimento 5 Stelle. Moderatore: Stefano Bolognini, autore d’una recentissima ed esaustiva inchiesta sulla condizione della comunità lgbt in Italia. Gli esponenti politici presenti erano: Iolanda Nanni e Cesare Del Frate, candidati al Consiglio Regionale della Lombardia; Silvana Carcano, candidata come portavoce del presidente alla Regione Lombardia; Paola Carinelli, candidata capolista alla Camera dei Deputati; Luis Alberto Orellana e Vito Crimi, candidati al Senato; Laura Castelli, candidata capolista al Senato. Con loro: Flavio Romani, presidente nazionale dell’Arcigay; Rita De Santis, presidente nazionale dell’Agedo (Associazione genitori di omosessuali); Giuliana De Peppato, membro di Famiglie Arcobaleno; Yuri Guaiana, segretario nazionale di “Certi diritti”; Alessandra Alvarez, presidentessa di Universigay. Giuseppe Polizzi, presidente di Arcigay Pavia, ha introdotto l’incontro, ricordando che parlare di “Pavia per i diritti” significa cercare la pienezza della condizione di cittadino. I primi due obiettivi in questo senso sono: matrimonio egualitario e misure specifiche per l’accesso al lavoro per transessuali e transgender (la discordanza fra dati anagrafici e aspetto fisico crea impasse nell’assunzione). Necessaria anche la tutela contro omo- e transfobia. Si tratterebbe d’apportare aggiunte alla legge Mancino (25/06/1993, n. 205): Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa. In merito alla legge 40/2004, è richiesto l’accesso alla procreazione assistita per donne single e lesbiche. La legge 164/1982 è, invece, quella che consente la rettificazione del sesso: il testo attuale non permette ancora, però, di mutare i dati anagrafici prima/in assenza dell’operazione chirurgica. In materia d’omogenitorialità, la sentenza n. 601 (11/01/2013) della Corte di Cassazione dichiara che la “dannosità” di essa per lo sviluppo infantile non è provata da “certezze scientifiche o dati di esperienza”, bensì dal “mero pregiudizio”. Sul matrimonio, si è pronunciata la sentenza n. 138 della Corte Costituzionale: in base agli artt. 2 e 3 Cost., non può essere negato il matrimonio sulla base del sesso del coniuge, in quanto ciò lederebbe il diritto dell’individuo a esprimere la propria personalità e autonomia in una formazione sociale primaria. Il riconoscimento della famiglia omogenitoriale si pone a partire dalla scuola, che interagisce, di necessità, coi tutori degli alunni. Il mutamento di mentalità è ancor più urgente delle leggi. In materia di sanità, l’ultimo ventennio ha visto l’assenza, per la Regione Lombardia, d’una politica di prevenzione dell’AIDS. Mancano dipartimenti sanitari per gli intersessuali (coloro che nascono con genitali ambigui). Uno sguardo anche alla situazione internazionale: all’Uganda, dove, il 4 febbraio, torneranno in Parlamento proposte di pena di morte/aumento da 14 a 30 anni di detenzione per il reato d’omosessualità; alla Russia, dove la Duma ha approvato in prima lettura il divieto di “propaganda dell’omosessualità”. In Italia, le questioni lgbt vorrebbero riallacciarsi a una riforma complessiva della famiglia (maggior flessibilità nelle unioni etero…).
Dejanira Piras ha presentato il “Progetto Equal – Pari opportunità”: partito dal Piemonte, mira a impiegare la capillarità dei Comuni per diffondere formazione e informazione su questioni di genere e orientamento sessuale.
Marzia e Luana, in attesa d’un figlio, hanno ricordato che, dietro i dibattiti politico-giuridici, ci sono, soprattutto, persone. Una considerazione che si riallaccia alla memoria del Novecento e dei disastri sociali cui ha portato la negazione della dignità umana in quanto tale.

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