Birdmen

La Saga di Geralt di Rivia e Netflix – The Witcher conquista tutti i media

Quando il polacco Andrzej Sapkowski ha dato il via alla sua opera monumentale nel 1990, la Saga di Geralt di Rivia, i videogiochi in circolazione erano Super Mario, Galaga, Legend of Zelda e le potenzialità narrative del neonato settore d’intrattenimento non si immaginavano nemmeno lontanamente: la prima Playstation sarebbe uscita solo quattro anni dopo e lo stesso anno avrebbe visto la comparsa su MS-DOS uno dei giochi più apprezzati e innovativi in questo senso, Arena, il primo capitolo della fruttuosa serie di The Elder Scrolls (continuata fino al mastodontico Skyrim del 2011). Non ci si sarebbe mai aspettati dunque che dai romanzi sulle avventure dello Wiedzmin, usciti tra il 1990 e il 1999, sarebbero stati tratti non uno, ma ben tre apprezzatissimi videogames. La loro genesi è in realtà piuttosto travagliata: Andrzej_SapkowskiInfatti l’azienda polacca CD Projekt RED nacque nel 2002 proprio con l’intento di trasportare le vicende dell’epopea dello Witcher in videogioco. Il progetto si rivelò troppo ambizioso per il team di programmatori fin dai primi rendering e fu chiaro da subito che i tempi e la tecnologia non erano maturi a sufficienza per la loro ambizione: un gioco di ruolo Opern World forte anche di una storyline ricca. Nell’ottobre 2007 però il carnefice di Blaviken (epiteto di Geralt) fece il suo debutto nel mondo videoludico in un ottimo The Witcher, portando poi ad un sorprendente The Witcher 2: Assassins of Kings (2011) e ad uno strabiliante e colossale The Witcher 3: Wild Hunt (2015).

All’uscita del primo titolo, l’autore dei romanzi, Sapkowski si è pronunciato a riguardo:

«The Witcher è un videogioco ben fatto, il suo successo è largamente meritato e i suoi creatori meritano tutto il fasto e gli onori del caso. Ma non potrà mai essere considerato una versione alternativa né un sequel delle storie dello Wiedzmin Geralt. Questo perché solo il creatore di Geralt può deciderlo. Un certo Andrzej Sapkowski»

Ma nonostante questa affermazione, è stato proprio il videogame a salvare la saga dall’oblio e a rilanciarla (dando vita anche ad un nuovo romanzo nel 2013) dopo un film (2001) e la serie tv (2002) di produzione polacca diretti da Michal Szczerbic e interpretati da Michal Zebrowski piuttosto inadeguati.

La fresca notizia che Netflix abbia acquisito i diritti cinematografici ha scatenato i fan, che si sono già lanciati nelle più improbabili scelte di cast e richieste alla casa produttrice, a fronte di una presunta conoscenza della saga basata magari sulla sola esperienza di 150 ore di gioco in Wild Hunt.

Gthe_witcher_3_poster__fan_made__by_c0nfuzzle-d8xsab1eralt è il personaggio perfetto per una serie televisiva: il vagabondare caratteristico della sua condizione di strigo, da un contratto all’altro, da una battaglia campale ad una prigione fetida, da una reggia ad un villaggio infestato si adattano brillantemente al format ad episodi. In più i suoi connotati caratteriali, il peculiare sarcasmo unito alla superiorità ma anche all’inettitudine della sua posizione sociale se ben calibrati da una sceneggiatura attenta possono dare vita ad un prodotto di qualità elevatissima. L’atmosfera generale di Temeria (il continente in cui si svolgono la maggioranza delle avventure dello Witcher) è oscura e matura, un misto di stregoneria, erotismo, brutalità, razzismo e mostri. Sia i libri che i giochi avevano una destinazione ed una fruizione pensata per un pubblico adulto e la serie si auspica non tradisca questa caratteristica della saga, che la snaturerebbe irrimediabilmente.

Di certo gli studios dell’azienda californiana hanno dimostrato di non badare a spese e di poter distribuire prodotti valenti. Netflix negli ultimi anni si sta sempre più affermando come sinonimo di qualità: tv series come Daredevil, Orange is the new black, Black Mirror e dulcis in fundo House of Cards sono sintomo di una produzione in crescita. Forte del coinvolgimento di Sapkowski come consulente creativo, la Platige Image – studio polacco di visual effects che si occuperà della produzione – ha già divulgato i nomi dei produttori esecutivi, Sean Daniel (La Mummia,Ben Hur, The Expanse), Jason Brown (The Expanse), Jarek Sawko (Katyn) e Tomasz Baginski wiedzmin geralt(The Cathedral, Ambition), che dirigerà almeno un episodio di ogni stagione. Lo stesso Baginski è il regista dietro ai video introduttivi e a molti trailer di tutti e tre i titoli della saga videoludica. Non è ancora chiaro se si tratterà di una serie in CGI, in live action o, più probabilmente, in tecnica mista.

Il vicepresidente di Netflix, Erik Barmark ha dichiarato: 

«Sapkowski ha creato un mondo ricco e memorabile e al tempo stesso magico e familiare. Non potremmo essere più felici di portarlo a tutti i membri di Netflix del mondo»

La speranza è che Netflix riesca con The Witcher a colmare il vuoto che HBO lascerà negli amanti di Game of Thrones quando tra due stagioni troverà la sua naturale conclusione e a dare più ampio respiro e ad un genere, il fantasy, piuttosto bistrattato, magari regalando agli spettatori un prodotto eccellente, godibile anche dai non appassionati.

witcher characters

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *