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La maglia rosa conquista Roma

È la Città Eterna, per la quinta volta nella storia, ad accogliere la tappa finale della 106ª (da capire come fare) edizione del Giro d’Italia. A trionfare in maglia rosa è lo sloveno Primoz Roglic, distaccando di soli 14 secondi l’inglese Geraint Thomas. È Jonathan Milan il vincitore della classifica a punti e della maglia ciclamino, mentre il miglior scalatore risulta essere Thibaut Pinot e il miglior under 23 Joao Pedro Almeida. Una menzione è dovuta a Damiano Caruso, che con i suoi 36 anni si posiziona quarto in classifica generale.

Un continuo scambio di maglia

La 106ª edizione del Giro d’Italia, che si svolge tra il 6 e il 28 maggio 2023, parte da Fossacesia in Abruzzo per arrivare ai Fori Imperiali a Roma, un totale di 3363.8 km. Tra i nomi papabili al via si annovera il campione del mondo Remco Evenepol, che già nella tappa iniziale dimostra la sua superiorità nella cronometro, vincendo e indossando la prima maglia rosa.

La sorpresa arriva alla quarta tappa, Venosa-Lago Laceno (la più a Sud del Giro), dove Andreas Leknessund tenta la scalata in solitaria, staccando i suoi compagni di fuga. Il norvegese, già proiettato alla vittoria, deve però fare i conti con Aurélien Paret-Peintre, che lo beffa al traguardo dopo aver ingaggiato un mini-sprint. Leknessund arriva al traguardo con 2.01 minuti su Evenepol, consacrandosi nuovo leader della classifica generale.  

Crediti: La Presse

Solo un’altra cronometro alla nona frazione, Savignano sul Rubicone-Cesena, può strappare la maglia a Leknessund in favore di Evenepol, il quale supera per un solo secondo Thomas, che risulta secondo sia nella tappa che nella generale. A quel punto succede l’immaginabile: il leader è costretto a lasciare il giro per positività al Covid. Purtroppo, non è l’unico corridore indotto ad abbandonare il Giro a causa del virus, con lui anche Russo, Aleotti, Conci, Uran e Ganna.

Crederci fino alla fine

Inizia ora il dominio di Geraint Thomas, 37 anni e mai un giorno di crisi. Grazie alla grande capacità della squadra, la INEOS, il gallese riesce a gestire le energie per otto tappe consecutive resistendo in vetta alla generale.

Questa edizione non risparmia il tatticismo: alla quattordicesima frazione, Sierre (CH)-Cassano Magnago, la fuga anticipa il gruppo di 21 minuti e Bruno Admirail conquista la maglia rosa. Thomas abbandona per due giorni il primo posto, così da far riposare la squadra e prepararsi per l’ultima terribile settimana. La sedicesima tappa, Sabbio Chiese-Monte Bondone, viene conquistata da Joao Almeida e la classifica generale varia ancora, riportando il gallese in testa.

Con l’arrivo delle grandi montagne non mancano le prime difficoltà e proprio nel giorno del trionfo del portoghese, Primoz Roglic accusa il colpo sulla salita del Monte Bondone perdendo 25 secondi dai primi. Nella diciottesima frazione, Oderzo-Val di Zoldo, è Almeida ad andare in crisi: ora la lotta per vittoria è tra Thomas e lo sloveno.

Thomas in maglia rosa
Crediti: Live Media/Andrea Amato

Il gallese sembra inarrestabile fino alla crono scalata Tarvisio-Monte Lussari, dove si scontra sul filo dei secondi con lo sloveno. Dopo aver protetto la maglia rosa per così tanti giorni, Thomas è visibilmente affannato e non riesce a sfruttare le sue energie per fare un ultimo sforzo. Il vero protagonista della ventunesima frazione è Primoz Roglic, capace di rimontare anche dopo un salto di catena nel punto più duro della salita. È una lotta all’ultimo secondo, il corridore della Jumbo-Visma ha 16 secondi di vantaggio ma ne perde 19 a causa del guasto meccanico.

La folla scalpita, le bandiere slovene sono ovunque e Roglic trionfa con 44 minuti e 23 secondi: vince la tappa, stacca Thomas di 40 secondi e si assicura, con 14 secondi di vantaggio, il suo primo Giro d’Italia.

Primoz Roglic trionfa in maglia rosa
Crediti: Jumbo-Visma

Lo sprint per la maglia ciclamino

Ogni corridore ha delle proprie caratteristiche: c’è chi ha doti innate per scalare, chi è fatto per la classifica generale e chi invece è semplicemente veloce.

Teramo-San Salvo, 202 km di corsa con un finale esplosivo: la prima volata. Jonathan Milan, friulano del 2000, professionista dal 2021 e medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo nell’inseguimento a squadre su pista, taglia il traguardo per primo, beffando i big.

La scalata alla Sua maglia ciclamino si afferma con tre secondi posti: Atripalda-Salerno, vinta da Kaden Groves, Napoli-Napoli e Camaiore-Tortona, vinte da Mads Pedersen. Milan dimostra una netta superiorità nello sprint, ma, causa anche la sua giovane età, le sue vittorie sfumano per l’inesperienza nel posizionamento in preparazione della volata.

La vera sorpresa arriva sul traguardo di Caorle (diciassettesima frazione), dove Alberto Dainese beffa Jonathan Milan e Micheal Matthews al photofinish. Dainese, dopo cinque giorni di influenza intestinale e aver pensato al ritiro, si prende la sua rivincita. Con uno spunto fulmineo riesce ad imporre di qualche millimetro la ruota della sua bicicletta, conquistando la sua prima frazione al Giro.

Dainese
Crediti: La Presse

Le emozioni delle ruote veloci non terminano fino all’ultimo capitolo dell’edizione 2023: la tappa finale Roma-Roma. Gli occhi di tutti puntano sul traguardo, perfino il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella attende l’ultima volata: è la prima volta che il Capo di Stato assiste ad una tappa della Corsa Rosa. Mark Cavendish, tre volte campione del Mondo su pista, 37 tappe al Tour de France, una Milano-Sanremo, conquista Roma e la sua diciassettesima tappa al Giro d’Italia. Il corridore britannico annuncia il ritiro a fine stagione; quest’ultima volata è l’ennesima consacrazione di uno dei più grandi velocisti della storia.  

L'ultima vittoria di Cavendish
Crediti: La Presse

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