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Cosa resta della Lady di ferro

Quest’anno di chiusure ci ha costretti in casa, obbligandoci a trovare modi di occupare il tempo. I siti di streaming e i canali televisivi sono stati nostri compagni di sventura lungo il corso del 2020 e Netflix, in particolare, ci ha regalato molte chicche: una è la quarta stagione di The Crown.
Nella nuova stagione della serie sui reali inglesi vengono introdotti due personaggi che hanno monopolizzato per anni l’attenzione pubblica britannica: Lady Diana e Margaret Thatcher, magistralmente interpretata da Gillian Anderson. La Lady di Ferro è stata senza dubbio uno dei leader politici più riconoscibili e controversi della storia recente, venerata o odiata, spesso senza mezze misure. Una donna che, nel bene e nel male, ha mutato in maniera così radicale la Gran Bretagna merita una riflessione più attenta.

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Gillian Anderson nei panni di Margaret Thatcher nella quarta stagione di The Crown.

Per capire Margaret Thatcher, bisogna dare un’occhiata veloce alla Gran Bretagna prima della Thatcher.
La Gran Bretagna del secondo dopoguerra aveva vissuto una fase di relativa omogeneità nelle politiche economiche, tutte di stampo generalmente keynesiano. Il Paese si era ripreso dallo shock della seconda guerra mondiale e il tenore di vita delle classi lavoratrici era sensibilmente migliorato. Questo trend felice, però, si era interrotto bruscamente nel 1973.
I Paesi arabi produttori di petrolio, per protestare contro il supporto dell’Occidente ad Israele, decisero di imporre un embargo su quel bene ormai così prezioso da essere chiamato oro nero. Questa decisione ebbe ripercussioni devastanti a livello internazionale nei paesi che dipendevano dal petrolio: si verificarono contemporaneamente una crescita dei prezzi e una stagnazione economica. Per la prima volta da decenni, l’Europa sentì il peso dell’inflazione e del debito pubblico.
A questa situazione si aggiunse in Gran Bretagna un’ondata di scioperi tale che l’inverno fra il 1978 ed il 1979 venne chiamato “The Winter of Discontent”, l’inverno dello scontento, dall’incipit del Riccardo III di Shakespeare. I laburisti al governo non riuscirono a frenare la crisi né gli scioperi, visto che la classe lavoratrice era il loro principale bacino elettorale. In questo clima, l’ex segretario all’educazione per il Governo conservatore diventò leader dell’opposizione: Margaret Thatcher.

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Un manifesto elettorale del Partito Conservatore per le elezioni del 1979, che avrebbero portato Margaret Thatcher ad assumere la guida del paese.

Margaret Hilda Thatcher era nata il 13 Ottobre 1925. Dopo essersi laureata in chimica a Oxford, aveva iniziato una lunga e fruttuosa carriera nel Partito Conservatore, pur essendo figlia di un politico liberale. Nel 1979 diventa Primo Ministro con un programma economico radicalmente diverso dai suoi predecessori: politiche della scuola monetarista (opposta a Keynes) per combattere l’inflazione, privatizzazione delle aziende pubbliche e deregolamentazione. In parole povere: meno Stato e più mercato.
L’approccio della Thatcher, figlio di un inverno di scioperi, indebolì in maniera significativa i sindacati. La lotta non era solo economica, ma ideologica, con successi e fallimenti.

In primo luogo, la disoccupazione in Gran Bretagna è passata dal 4,2% del 1979, primo anno del governo Thatcher, al 6,1% alla sua fine nel 1990, passando per un picco del 9,5% nel 1984. Sotto la sua gestione le disuguaglianze economiche sono aumentate notevolmente, in alcuni casi con un impatto ancora visibile. Le famiglie meno abbienti furono sì in grado di aumentare la propria capacità di spesa rispetto ai primi anni Settanta, ma al costo di indebitarsi. Anche le disuguaglianze sociali sono state amplificate: le persone sulla soglia di povertà hanno incontrato maggiori difficoltà nel partecipare alla vita pubblica, con un peggioramento anche dell’accesso alle cure mediche.

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Margaret Thatcher nel 1986, seduta nella torretta di un carro armato
(foto di Associated Press, via Business Insider)

La deregolamentazione ha avuto effetti piuttosto dolorosi: il Big Bang, cioè la deregolamentazione del settore finanziario, è stato accusato di aver contribuito, se non addirittura di aver causato, le attuali crisi economiche proprio per il suo aver fortemente ridotto i controlli sul settore, sia pure in cambio di una maggiore espansione economica momentanea.
Le privatizzazioni, invece, hanno avuto risultati ambivalenti: certi settori sono migliorati, sia in termini di produzione che di efficienza, ma più ambigue sono state decisioni come quella di vendere le quote di aziende pubbliche per cifre irrisorie. Sul lungo termine, hanno contribuito a sbilanciare la corsa informatica (banda larga in primis) a favore degli USA ancora prima che cominciasse. In compenso, la gestione dell’inflazione è stata efficace e ha contribuito in modo determinante al passaggio da un’economia industriale ad una incentrata sui servizi.

Margaret Thatcher è stata molto ambigua in termini di diritti civili: è stata fra i pochi parlamentari conservatori a votare a favore della decriminalizzazione dell’omosessualità nel 1967, e successivamente la legalizzò anche in Scozia. Detto ciò, introdusse anche una legge volta ad evitare “la promozione dell’omosessualità nelle scuole o come stile famigliare accettabile”, la cosiddetta Sezione 28. Nella pratica, nessuno è mai stato processato. E’ stata anche una dei primissimi leader a discutere pubblicamente del surriscaldamento globale, mentre come Segretario dell’Educazione perseguì politiche sociali molto progressiste come l’innalzamento dell’obbligo scolastico e l’aumento dei finanziamenti alle scuole. Aumentò i controlli sulla polizia, diminuendone i comportamenti illegittimi o discutibili ma aumentandone la paga quando doveva fronteggiare gli operai in sciopero.

Ancora più controversa fu la politica estera, segnata in generale dall’anticomunismo e da un forte filo-atlantismo. Ovviamente il suo successo più famoso rimangono le Falkland (che l’aiutarono molto per la rielezione), ma molte altre sue imprese furono quantomeno discutibili. Margaret Thatcher fece in modo che la Gran Bretagna continuasse a considerare, in virtù di supposte simpatie comuniste, l’African National Congress (capeggiato da Nelson Mandela) un’organizzazione terroristica, aiutando quindi nella pratica il regime dell’apartheid. Il fatto che il Sud Africa fosse ricco di risorse avrà probabilmente giocato un ruolo in questa decisione.

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Margaret Thatcher festeggia la resa dell’Argentina alle isole Falkland insieme ai soldati inglesi, nel 1983 (foto via Telegraph.uk)

Rimane molto discusso anche il suo modo di gestire la crisi nell’Irlanda del Nord, con addirittura accuse di voler fare pulizia etnica e deportazioni forzate a spese dei nazionalisti irlandesi.  E’ stata accusata di nepotismo nei confronti del figlio, Mark, per il suo ruolo nel commercio britannico e per aver finanziato un tentato colpo di stato nella Guinea Equatoriale (per quest’ultimo è stato condannato). La decisione che rimane la più tetra e discussa è però l’aiuto ai Khmer Rossi, gruppo fanatico cambogiano responsabile di uno dei regimi totalitari più efferati e feroci di sempre, artefice di quello che è stato chiamato l’unico auto-genocidio al mondo. Senza il supporto americano e britannico, per i Khmer Rossi sarebbe stato impossibile imporsi, visto l’aiuto materiale (USA), militare (UK) e politico (entrambi). Questo perché, pur essendo nominalmente comunisti, i Khmer Rossi erano nemici dei Vietcong, e quindi alleati di fatto degli Stati Uniti e della Gran Bretagna.

Alla fine furono proprio i Conservatori a dare il coup de grâce alla Lady di ferro, ormai decisamente impopolare. Il suo successore intraprese una politica molto più moderata e conciliante.
Margaret Thatcher è rimasta attiva a livello pubblico, rimanendo vittima però della demenza senile prima e di due infarti poi, il secondo dei quali fatale nel 2013. Amata o odiata, ha lasciato il suo indelebile segno sulla società britannica, persino nell’opposizione, costringendo il Partito Laburista a cambiare totalmente immagine e contenuti sotto Blair ed i New Labour, che altro non è che una forma più morbida e welfaristica di molte delle politiche della Thatcher. Sono passati decenni dalla fine del regno della figlia del droghiere, come la soprannominò il giornalista Christopher Hitchen, eppure la sua ombra ancora ci domina. Forse nemmeno una serie televisiva, per quanto ben fatta come The Crown, potà mai rendere davvero onore a una figura che è sembrata, a volte, essere uscita direttamente da Macbeth.

(La foto in copertina è di Associated Press, via Business Insider)

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