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La Colpa, il nuovo LP è Controumano: l’intervista a Luca di Blasi

Abbiamo avuto modo di fare una chiacchierata con Luca di Blasi: chitarrista, seconda voce e autore della band milanese La Colpa. Il 18 ottobre si terrà a Spaziomusica un realese party in occasione dell’uscita del nuovo LP del gruppo intitolato Controumano in uscita il 19 ottobre per l’etichetta I.N.R.I. records, l’etichetta dei Linea 77 che ha sotto contratto artisti illustri del panorama musicale italiano tra i quali Levante, Ex Otago e gli stessi Linea 77.

Voi siete una band che ha già ricevuto parecchie soddisfazioni dalla propria musica. Qual è la storia de La Colpa?

La nostra prima uscita ufficiale risale al 2013 con l’EP Mutuo Perpetuo, autoprodotto insieme a Davide Autelitano, detto “Divi”, il cantante dei Ministri. Avevamo un approccio sociale nel senso più generale del termine. Parlavamo della guerra in Jugoslavia dal punto di vista umano, ci aveva colpito molto. A livello di live era un momento magico, entro il 2015 avevamo già chiuso più di 70 date. Da lì è seguito il primo disco ufficiale Mentre Guardi alla Germania che è arrivato fino al tour bus dei Linea 77 che ci hanno contattato per proporci un contratto. Sono seguite una serie di grosse soddisfazioni: ci siamo esibiti al Mapei Stadium durante l’intervallo di Juventus-Sassuolo. Abbiamo suonato insieme ad artisti importantissimi come i Ministri, Le Luci della Centrale Elettrica. Un giorno arriva una telefonata dal Canada durante le quale c’è stato proposto di aprire i Sum 41 al Carroponte. Una soddisfazione incredibile! Addirittura con il primo singolo del disco (Orfani della Poetica) abbiamo firmato la colonna sonora di una fiction Rai. Entro il 2017 avevamo già conquistato altri 130 palchi.

Il 19 ottobre esce il vostro nuovo disco: Controumano.

Esatto. Lo presenteremo in anteprima il 18 a Spaziomusica, sarà una serata da ricordare.

Il titolo ha una polivalenza che mi ricorda tanto un disco di successo di qualche anno fa, Controcultura di Fabri Fibra. Quell’album era denso di una sottile critica sociale verso l’uomo italiano ma con un costante velo ironico. È l’approccio che avete seguito anche voi?

Controcultura era un disco che fotografava il momento in cui è stato scritto, una traccia di quella generazione in quel determinato momento. Nell’approccio alla scrittura è stato abbastanza simile ma noi abbiamo allargato il focus. La panoramica del disco va dai problemi mondiali più profondi, come la questione della Palestina, fino agli impedimenti che affrontiamo nella vita di tutti i giorni. Quelli che veramente ti fanno assaporare l’umanità perché l’uomo si sente tale spesso solo davanti alle disgrazie. Reticenza è un pezzo che ho scritto perché mi sentivo schiavo e in quanto tale mi sono risentito uomo. Morti racconta più in generale l’avvizzimento dell’empatia che stiamo vivendo oggi. Tutti parlano ma mai tra di loro, è un controsenso, capisci? Anche in questo caso ci possiamo vedere una connessione con l’hip-hop. Quando nacque era l’espressione del disagio di una comunità. Noi facendo la nostra musica cerchiamo di portare un messaggio simile. Controumano è l’uomo che va contro l’uomo.

L’espressività dei testi è sicuramente un punto cardine delle vostre canzoni ma a livello musicale com’è stato registrare l’album?

Il disco è registrato interamente in presa diretta senza metronomo, una tipologia di registrazione che ormai si è persa. Ci siamo ispirati ad alcune tra le più grandi rock band viventi come i Foo Fighters o i Red Hot Chili Peppers. Blood Sugar Sex Magik è stato registrato così, per farti un esempio. La missione dietro al progetto è riportare il pubblico a godere della musica quando questa è fatta bene. Non riesco più a vedere gli artisti che in live usano la drum machine e mandano la base in loop. Dovremmo tornare tutti ad emozionarci davanti ad una chitarra. Sembra che, ad oggi, avere i denti d’oro sia più importante di saper suonare uno strumento o più semplicemente di saper cantare.

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