La cocaina nel calcio

di Stefano Sette

 

All’inizio degli anni Ottanta, con l’utilizzo più frequente della droga in Italia, si sono verificati anche i primi casi di cocaina legati al calcio: col passare del tempo, si è passati da situazioni isolate a situazioni abituali.
Il primo caso fu quello di Angiolino Gasparini (ex difensore di Brescia, Verona, Inter ed Ascoli), arrestato dai Carabinieri il 29 luglio 1981, durante il ritiro pre-campionato, con l’accusa di detenzione e spaccio di cocaina: rimase in carcere una settimana e fu prosciolto durante il processo penale. Angiolino raccontò di aver iniziato a fare uso di cocaina durante gli anni Settanta. Oggi Gasparini collabora con la “Comunità Lautari”, un centro di recupero fondato dall’imprenditore Gianni Bonomelli nel 1992 a Pozzolengo, in provincia di Brescia, in cui, grazie alla testimonianza orale dell’ex calciatore, si prende per mano il tossicodipendente, aiutandolo ad uscire dal tunnel della droga.
Questa vicenda, che sembrava essere un caso isolato, ha fatto da precursore ad una lunga lista che ha colpito calciatori più o meno illustri. Il caso più eclatante è stato quello di Diego Armando Maradona, trovato positivo all’anti-doping in due occasioni: la prima dopo Napoli-Bari del 17 marzo 1991 (positivo alla cocaina e squalificato 15 mesi), la seconda dopo Argentina-Nigeria al Mondiale 1994 (positivo all’efedrina e squalificato 16 mesi). Altri calciatori illustri furono Claudio Caniggia (squalificato 13 mesi nel 1993), Adrian Mutu (positivo nel 2004, licenziato dal Chelsea, squalificato 7 mesi), Angelo Pagotto (positivo nel 2000 e il 2007, squalificato 8 anni nel 2007, dunque terminando la carriera all’età di 34 anni), Francesco Flachi (anch’egli positivo in due occasioni, nel 2007 con la maglia della Sampdoria e nel 2009 con quella del Brescia).
Se Maradona è uscito dal tunnel della droga dopo anni di cure intensive e ricoveri frequenti, ciò non è accaduto a Jonathan Bachini (ex centrocampista di Udinese, Juventus e Brescia), squalificato un anno per via della positività all’antidoping nel 2004, e successivamente radiato dopo una seconda positività (al termine di un Lazio-Siena del 2005). Ci sarebbe anche la scomparsa di Giuliano Giuliani (ex-portiere di Napoli e Udinese), deceduto nel 1996 in seguito di una grave malattia infettiva: la sua morte è stata associata ad un presunto uso di LSD alle nozze di Maradona, anche se si tratta di una tesi mai confermata. Tra le immagini d’archivio, ecco spuntare quella guascona esultanza di Robbie Fowler dopo un gol segnato all’Everton: nel 1999 l’attaccante fu multato di 60.000 sterline dal Liverpool e dalla federazione calcistica inglese per aver festeggiato fingendo di sniffare cocaina, utilizzando la linea di fondocampo vicino alla porta come striscia bianca da aspirare.
Fowler giustificò il suo gesto, in quanto unico modo per difendersi dalle accuse dei tifosi avversari (che gli imputarono di aver fatto abuso di droga). Storie di debolezza personale, di chi ha preferito cadere nella polvere (bianca) anziché continuare a stare in piedi con il pallone tra i piedi.

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