Cultura

Klimt Experience: un nuovo modo di vivere l’arte.

Klimt experience è una mostra, ospitata attualmente dal MUDEC di Milano, tutt’altro che convenzionale, che si propone di essere totalmente immersiva.

Si parte da un primo ambiente, all’ingresso,  in cui brevemente vengono fornite le informazioni necessarie a ricostruire il contesto storico, sociale e culturale in cui l’artista Gustav Klimt ha operato. In seguito, un breve corridoio dorato – oro, come il colore preminente e caratterizzante delle sue opere – ci guida, ripercorrendo le tappe fondamentali della vita e della carriera dell’artista, verso la mostra vera e propria, ospitata in uno spazio chiamato experience room. Qui lo spettatore è completamente circondato da immagini – più di 700 – che scorrono, proiettate su immensi schermi ad altissima risoluzione, e che ci mostrano le opere con angolazioni e ravvicinamenti tali da permetterci di cogliere anche il più piccolo dei particolari. Si alternano a queste anche fotografie che ritraggono il pittore, la sua musa e amante Emile Flöge e ricostruzioni della Vienna del tempo. Ad amalgamare il tutto, coprotagoniste dell’intera mostra, le musiche dei compositori che più di tutti hanno influenzato l’opera klimtiana: da Strauss, a Mozart, Beethoven,  Wagner, Bach, Lehár, Orff a Webern, ogni composizione trascina lo spettatore come cullandolo in questo percorso che diventa estremamente emotivo e coinvolgente. Per poco più di un’ora, ci si immerge letteralmente – come promesso – nel mondo esteriore ed interiore del padre della Secessione Viennese, amante dell’universo femminile e attirato dai lati più misteriosi e inquietanti dall’eros, spesso rappresentato attingendo dal mondo del mito.

Non si tratta quindi di una mostra in cui fisicamente vengono esposti dipinti, in cui guide illustrano titoli,  date,  storia e tecnica di realizzazione. Lo scopo di questo tipo di mostra è un altro: rendere la fruizione artistica una vera e propria esperienza, che viene vissuta osservando, ascoltando e respirando quello che era il contingente di Klimt e la sua produzione artistica; un contesto di profondo mutamento e stravolgimento sociale, caratterizzato dal dilagare di nuove correnti politiche, da grandi progetti di rinnovamento urbano e dallo sfociare, in ambito culturale e artistico, verso il simbolismo e il decadentismo, nonché verso un profondo e radicale cambiamento dei canoni estetici dell’arte occidentale.

Questa atmosfera viene qui efficacemente ricreata mettendo a disposizione dell’arte le forme più avanzate della tecnologia multimediale, permettendo allo spettatore di vivere in modo innovativo la fruizione dell’arte stessa, rendendola totale. Ci si immerge nell’immagine, le emozioni vengono guidate dalla musica e ci si sente spettatore, opera e artista contemporaneamente.

Inaugurata il 26 agosto scorso, resterà aperta al MUDEC fino al 7 gennaio 2018. Forse, a chi non è abituato, potrebbe servire qualche minuto prima di sentirsi pienamente a proprio agio, poiché il tutto potrebbe inizialmente apparire “straniante”, ma è una mostra che mi sento di consigliare caldamente, anche a coloro non particolarmente esperti o appassionati, in quanto in grado di coinvolgere appieno e in modo molto efficace e diverso, non noioso, ma al contrario interessante e accattivante.

 

 

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