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Jurassic World: il regno distrutto – Cosa aspettarsi?

Due minuti e venti secondi circa di trailer rilasciati in una giornata qualsiasi di dicembre: quanto basta, insomma, per stuzzicare la fantasia e le aspettative del pubblico seguace di una saga cinematografica. Aspettative che, manco a dirlo, potranno essere appagate (o forse no) solamente a partire dal 7 giugno 2018, quando Jurassic World – Il regno distrutto verrà trasmesso nelle sale-cinema del suolo italico. Ma cosa possiamo aspettarci da questo nuovo lungometraggio, che vede alla regia Juan Antonio Bayona, Steven Spielberg e Colin Trevorrow come produttori esecutivi e Chris Pratt e Bryce Dallas Howard come protagonisti? Un film che, tra l’altro, verrà proiettato in un anno, il 2018, che per l’intera saga di Jurassic Park ha un valore quasi di “anniversario”: ci si ritrova a 25 anni dal rilascio del primo lungometraggio firmato Spielberg. Già, perché è il “lontanissimo” 1993 quando il cineasta sceglie di creare un adattamento su pellicola prendendo spunto dall’omonimo romanzo del narratore statunitense Michael Crichton, a cui viene invece affidato il compito di redigere una sceneggiatura all’altezza del libro. Quel che succede dopo è ormai storia. Il film, divenuto un cult capace di affascinare grandi e piccini, supera il miliardo di dollari di introiti, viene pluripremiato agli Oscar e si evidenzia per la grandiosità degli effetti speciali, ottenuti combinando le allora nascenti tecniche nel campo della computer grafica all’uso degli animatronics, strumenti simili a “pupazzi robotici” attraverso i quali viene simulato il movimento di un determinato soggetto. Il risultato più straordinario è però la creazione di un media franchise e soprattutto la nascita di una vera e propria “dinomania”.

Nel giro di meno di dieci anni esatti la pellicola di Spielberg viene completata da altri due lungometraggi che, insieme al primo, vanno a costituire una vera e propria trilogia: un secondo capitolo del 1997, Il mondo perduto – Jurassic Park, anch’esso diretto da Spielberg e derivato proprio come il primo film da un romanzo di Crichton, e un terzo Jurassic Park III nel 2001, diretto da Joe Johnston, accolto però da critica e pubblico con maggiore freddezza rispetto ai precedenti, e apparso come un declino creativo dell’intero franchise.

jurassic_world_2Poi per molti anni il silenzio. Si parla a più riprese di un nuovo episodio della saga, ma niente: il progetto rimane in un “buco nero”, in uno stallo dal quale emergono ogni tanto indiscrezioni e conseguenti smentite, tanto che ad un certo punto i propositi sembrano svaniti del tutto. Questo, almeno, sino alla conferma definitiva dell’avviamento delle riprese di un lungometraggio nel 2013, quando viene anche rivelato il titolo del nuovo film, Jurassic World, e la data di rilascio, il 2015. Diretta da Colin Trevorrow, la pellicola, che vanta lo stesso Spielberg come produttore esecutivo, si rivela un successo al botteghino (e probabilmente, purtroppo, si limita a questo), superando il capostipite del 1993 per incassi. Ciò porta la casa di produzione a mettere in cantiere un ulteriore sequel, il cui titolo viene svelato nel giugno 2017: Jurassic World – Il regno distrutto, per l’appunto.

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Ma dunque, per tornare alla nostra domanda iniziale, che cosa possiamo intuire dalle prime immagini del film? Cosa sta accadendo sull’isola dei dinosauri? Seguendo il corso della “fabula” del nostro racconto si evince immediatamente che è passato del tempo rispetto alla fine della pellicola precedente, anche se – almeno dal trailer – non è dato sapere quanto: è una sinossi rilasciata dalla Universal a svelarci invece che sono trascorsi ben quattro anni. Quello che importa è che ora l’isola su cui giace il parco andato distrutto (Isla Nublar) è in un completo stato di abbandono, mentre le creature preistoriche continuano a condurre lì la propria esistenza. Forse, però, sull’isola non tutto è così tranquillo come sembra. Sono le parole di Owen a chiarirci perché gli uomini devono fare ritorno su una terra in cui hanno rischiato la propria vita: «So perché siamo qui. Un’operazione di soccorso. Salvare i dinosauri dall’isola che sta per esplodere». Il vulcano quiescente è tornato a far registrare la propria attività, e questo può mettere a rischio l’incolumità dei dinosauri. Il compito di Owen, Claire e della loro squadra, stando sempre alle indicazioni fornite dalla casa di produzione, verrà complicato dalle condizioni instabili dell’isola (il trailer preannuncia immagini di eruzioni magmatiche con tanto di nuvole di gas cariche di ceneri e lapilli), ma soprattutto dalla scoperta di una cospirazione di portata globale che potrebbe avere serie conseguenze per il Pianeta Terra. A proposito di quest’ultima sfaccettatura della vicenda, il promo al momento non fornisce indicazioni di alcun tipo: si potrebbe però pensare ad un collegamento diretto con la pellicola precedente, in cui una componente antagonista di uomini era intenta ad appropriarsi dei dinosauri – ed in particolar modo dei loro embrioni – per i propri loschi fini. Tema questo che è sempre stato un po’ il leitmotiv di tutta la saga: già a partire dal film del 1993 è presente tra i personaggi la figura di un antagonista il cui unico scopo è quello di sottrarre i campioni genetici delle specie di dinosauri. Si rischierebbe in tal caso di perseguire una strada più volte battuta, ma la vicenda potrebbe anche assumere pieghe inaspettate.

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Una gradita sorpresa è sicuramente il ritorno di Jeff Goldblum nei panni di Ian Malcom. Il matematico e teorico del caos torna sulla scena (non sappiamo ancora se si tratti di un cameo o di una parte più sostanziosa), per la felicità dei fan della serie, e riappare portando con sé quelle sentenze retorico-filosofiche che sin dal primo film hanno caratterizzato la sua elocutio (alcune divenute celeberrime, come «Dio crea i dinosauri, Dio distrugge i dinosauri, Dio crea l’uomo, l’uomo distrugge Dio, l’uomo crea i dinosauri»). Nel trailer lo si sente proferire che «La vita non si imprigiona, la vita si libera. La vita trova una strada», ma anche sostenere l’importanza dei dinosauri, dal momento che «Erano qui prima di noi, e, se non stiamo attenti, ci saranno anche dopo». Anche in questo caso, mai parole rischiano di essere più profetiche.

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Un ulteriore elemento evincibile dalle immagini del promo parrebbe essere un’espansione a proposito delle specie di dinosauri mostrate. Certo, impensabile estromettere dal computo delle specie i mitici Velociraptor, il terribile Tirannosauro o gli immensi Apatosauri (volgarmente definiti “colli lunghi”): ad essi, però, si aggiungono il Carnotauro (riconoscibile perché quasi identico nelle fattezze agli antagonisti del film Disney Dinosauri del 2000) e quello che per fisionomia sembrerebbe un Baryonyx, carnivoro della famiglia degli spinosauri. Tutto ciò, si presume, per conferire al prodotto nuovi ingredienti visivi in grado di creare un “effetto wow” continuamente ricercato.

Infine, da segnalare un rumor riportato da più siti internet – da prendere assolutamente con le pinze – che negli ultimi giorni sta facendo il giro del Globo: la presenza di un altro protagonista del passato nella pellicola in arrivo nei prossimi mesi. Si tratterebbe di Sam Neill, alias Professor Alan Grant, che secondo indiscrezioni sarebbe stato presente sul set di lavoro. Possibile ingaggio anche per lui o semplice visita di cortesia?

Insomma, nessuno credo si aspetti la meraviglia e lo stupore creato dal Jurassic Park del 1993: impossibile anche solo poter pensare che un sequel possa toccare i vertici di perfezione imposti da quel capostipite. La speranza per questo nuovo capitolo è quella di avere uno sviluppo della trama solido, con un incastro narrativo coerente che riesca a non scopiazzare eccessivamente quanto già proposto in passato, il tutto condito da effetti speciali a non finire: così da poterci emozionare nel sentirci nuovamente, per almeno due ore, sgraditi coinquilini di un antico mondo preistorico.

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